Siamo abituati a considerare Il Parlamento Europeo alla stregua di quello nazionale. Non e' cosi'. Visto che questa e' l'Europa degli Stati nazionali, sono quest'ultimi a decidere le priorita' politiche e le principali iniziative attraverso il Consiglio europeo, costituito dai capi di Governo o Stato. Il tema che ha caratterizzato le elezioni europee e' stato quello sull'euro, ovvero dell'economia dell'eurozona. Ovvio che i Paesi che hanno il bilancio pubblico in ordine non vogliono accollarsi i debiti di quelli mediterranei (piu' l'Irlanda). Chi decide e come risolvere il problema? Le decisioni possono essere prese all'unanimita' e a maggioranza, ma quando si tratta di accollarsi i debiti degli altri (eurobond) le resistenze sono fortissime e nel caso di interventi di sostegno sono richieste "garanzie", tipo il controllo del bilancio pubblico da parte della cosiddetta troika, che in sostanze significa il commissariamento. Nelle decisioni non si contano solo le mani alzate ma anche il peso del PIL di ciascun Paese. I primi cinque Paesi per PIL sono la Germania (3225 ML di dollari), la Gran Bretagna (2404), la Francia (2350), l'Italia (1910) e la Spagna (1481). La riunione odierna del Consiglio europeo non affrontera' formalmente il tema del rilancio dell'economia ma il problema e' piu' che attuale. Le disponibilita' degli altri Paesi arriveranno se anche l'Italia fara' la sua parte, cioe' avviera' quelle riforme che libereranno l'Italia. Il problema e', soprattutto, nostro: meno Stato, meno burocrazia, piu' competizione.