====== AVVERTENZE ========================= Newsletter settimanale di Avvertenze https://avvertenze.aduc.it Notizie, riflessioni e guide pratiche per il consumatore: per conoscere ed aver coscienza dei propri diritti, per combattere le arroganze di ogni tipo. NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. 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Suo malgrado…. dal caso Firenze https://avvertenze.aduc.it/irriverente/matteo+salvini+come+saddam+hussein+suo+malgrado+dal_28651.php 29-10-2018 17:11 Alitalia = Ferrovie dello Stato. Grazie a tutti https://avvertenze.aduc.it/irriverente/alitalia+ferrovie+dello+stato+grazie+tutti_28647.php 24-10-2018 09:49 L’irriverente si rivolge a Donald Trump: legalizzi le canne, altrimenti…. E poi vedrà che vantaggi https://avvertenze.aduc.it/irriverente/irriverente+si+rivolge+donald+trump+legalizzi+canne_28625.php - Il Paese di Alice. 30-10-2018 11:23 Condono. Il regalo dello Stato e il difficile compito delle associazioni di consumatori https://avvertenze.aduc.it/paesemeraviglie/condono+regalo+dello+stato+difficile+compito_28652.php - Giannino 29-10-2018 09:48 Sovrani e sovranisti https://www.aduc.it/giannino/sovrani+sovranisti_28642.php - Comunicati 30-10-2018 12:18 Governo. Pensioni e reddito di cittadinanza: il gioco delle tre carte di Lega e M5S https://avvertenze.aduc.it/comunicato/governo+pensioni+reddito+cittadinanza+gioco+tre_28653.php 29-10-2018 15:42 Wow, siamo tutti antifascisti. Bell’Italia amate sponde….. https://avvertenze.aduc.it/comunicato/wow+siamo+tutti+antifascisti+bell+italia+amate_28646.php 29-10-2018 11:33 Governo. Propaganda e realtà https://avvertenze.aduc.it/comunicato/governo+propaganda+realta_28644.php 26-10-2018 09:32 Governo. I sovranisti europei non vogliono accollarsi i problemi italiani https://avvertenze.aduc.it/comunicato/governo+sovranisti+europei+non+vogliono+accollarsi_28635.php 25-10-2018 18:08 False assicurazioni rc auto. Condominio: detrazioni fiscali, ripartizione spese, obblighi amministratore. Aduc a Mi Manda Rai Tre venerdì 26 ottobre dalle 10 https://avvertenze.aduc.it/comunicato/false+assicurazioni+rc+auto+condominio+detrazioni_28634.php 25-10-2018 11:48 Roma Capitale. L'Atac e il referendum https://avvertenze.aduc.it/comunicato/roma+capitale+atac+referendum_28632.php 24-10-2018 12:44 Governo. Salvini e Di Maio annunciano la guerra all'Europa e a rimetterci sarà il popolo https://avvertenze.aduc.it/comunicato/governo+salvini+maio+annunciano+guerra+all+europa_28628.php 24-10-2018 12:40  Aduc – Osservatorio Firenze. Bici, bici... Quousque tandem abutere patientia nostra? https://avvertenze.aduc.it/comunicato/aduc+osservatorio+firenze+bici+bici+quousque+tandem_28627.php - Articoli 30-10-2018 15:30 Riscaldamento climatico. E' maggiore nel Mediterraneo. Studio https://avvertenze.aduc.it/articolo/riscaldamento+climatico+maggiore+nel+mediterraneo_28649.php 29-10-2018 11:29 Pace fiscale - Rottamazione ter - Decreto Legge 119/2018 https://avvertenze.aduc.it/articolo/pace+fiscale+rottamazione+ter+decreto+legge+119_28643.php 28-10-2018 19:09 Il nuovo apostolo della psichedelia https://avvertenze.aduc.it/articolo/nuovo+apostolo+della+psichedelia_28640.php 27-10-2018 20:00 I diritti di base si sciolgono sul globo https://avvertenze.aduc.it/articolo/diritti+base+si+sciolgono+sul+globo_28639.php 27-10-2018 18:15 Legalizzazione cannabis. Il voto di medio mandato in Usa https://avvertenze.aduc.it/articolo/legalizzazione+cannabis+voto+medio+mandato+usa_28637.php 27-10-2018 11:46 Bond e azioni Astaldi: Aduc rappresenta gli interessati nella procedura di concordato https://avvertenze.aduc.it/articolo/bond+azioni+astaldi+aduc+rappresenta+interessati_28607.php 27-10-2018 10:32 Banca Popolare di Bari: il Consiglio di Stato rinvia ancora, ma bond a prezzi da default https://avvertenze.aduc.it/articolo/banca+popolare+bari+consiglio+stato+rinvia+ancora_28468.php 25-10-2018 16:29 Professione? Filantropo! Filantropia e no-profit nel 2018 https://avvertenze.aduc.it/articolo/professione+filantropo+filantropia+no+profit+nel_28633.php 25-10-2018 11:24 Cannabis legale. Visita in un negozio del Canada https://avvertenze.aduc.it/articolo/cannabis+legale+visita+negozio+canada_28631.php 25-10-2018 09:48 Il museo come terapia. Prescrizioni in Canada https://avvertenze.aduc.it/articolo/museo+come+terapia+prescrizioni+canada_28630.php - Notizie 29-10-2018 09:45 U.E./Aria irrespirabile e crescita decessi. Rapporto AEA https://avvertenze.aduc.it/notizia/aria+irrespirabile+crescita+decessi+rapporto+aea_135236.php 29-10-2018 09:15 U.E./Overdose droga. Come prevenire. Rapporto Emcdda https://avvertenze.aduc.it/notizia/overdose+droga+come+prevenire+rapporto+emcdda_135235.php 26-10-2018 10:56 MESSICO/Guerra alla droga. 19 corpi in fossa comune a Jalisco https://avvertenze.aduc.it/notizia/guerra+alla+droga+19+corpi+fossa+comune+jalisco_135234.php 25-10-2018 10:25 ITALIA/Cannabis terapeutica. M5S: produrla anche in Regione Emilia Romagna https://avvertenze.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+m5s+produrla+anche+regione_135233.php 25-10-2018 10:21 ITALIA/Cannabis light. Quattroruote: calo della percezione di guida dopo il consumo https://avvertenze.aduc.it/notizia/cannabis+light+quattroruote+calo+della+percezione_135232.php 25-10-2018 08:39 U.E./Plastiche monouso. Parlamento Europeo: entro 2021 https://avvertenze.aduc.it/notizia/plastiche+monouso+parlamento+europeo+entro+2021_135231.php 25-10-2018 08:34 ITALIA/Eutanasia. Corte Costituzionale: Parlamento cambi legge https://avvertenze.aduc.it/notizia/eutanasia+corte+costituzionale+parlamento+cambi_135230.php 25-10-2018 08:29 ITALIA/Obsolescenza programmata. Antitrust condanna Apple e Samsung https://avvertenze.aduc.it/notizia/obsolescenza+programmata+antitrust+condanna+apple_135229.php 24-10-2018 09:13 COREA DEL SUD/Sei coreano e ti fai una canna in Canada? Quando torni ti arrestano https://avvertenze.aduc.it/notizia/sei+coreano+ti+fai+canna+canada+quando+torni+ti_135228.php 24-10-2018 09:09 USA/Legalizzazione cannabis. Utah e il sen. Dabakis https://avvertenze.aduc.it/notizia/legalizzazione+cannabis+utah+sen+dabakis_135227.php 24-10-2018 09:04 MESSICO/Legalizzazione cannabis. Ministro esteri: possibile https://avvertenze.aduc.it/notizia/legalizzazione+cannabis+ministro+esteri+possibile_135226.php 24-10-2018 08:57 ITALIA/Cannabis terapeutica. Presidente Regione Toscana: più fondi per maggiore produzione https://avvertenze.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+presidente+regione+toscana+piu_135225.php 24-10-2018 08:20 MONDO/Microplastiche nella catena alimentare umana. Studio https://avvertenze.aduc.it/notizia/microplastiche+nella+catena+alimentare+umana+studio_135224.php ------------------------------------------- Ricordiamo ai lettori che sul portale sono in lettura sei canali tematici e sei sottocanali con informazioni e consigli quotidiani, tutti editi dall'Aduc: - Avvertenze https://avvertenze.aduc.it Per conoscere i propri diritti e combattere le arroganze di ogni tipo Sottocanali: - Rimborso Windows: https://avvertenze.aduc.it/rimborsowindows/ - Censura: https://avvertenze.aduc.it/censura/ - Immobili: https://avvertenze.aduc.it/immobili/ - Investire Informati https://investire.aduc.it Informazione e consulenza finanziaria - Salute https://salute.aduc.it Uno spazio di informazione e discussione basato su un principio essenziale: solo l'individuo può disporre della propria salute. 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Io faccio parte del popolo italiano e non mi sento protetta dai loro folli programmi. Mi sento invece protetta dalle regole della Unione Europea, sottoscritte anche dallo Stato italiano che adesso le tradisce.   Mesi fa, quando, dopo che era trapelata l’esistenza di un “Piano B”, con uscita dall’UE e dall’euro, il trio Conte Salvini Di Maio assicurò, a più riprese che non era nel contratto e che non ci si pensava neppure. Appartenenza all’UE e inserimento nella moneta unica non erano affatto in discussione. Ma già allora mi tornò in mente una poesia di Brecht, una sorta di telegramma alla persona comune inviato dall’esilio danese negli anni Trenta, abbastanza prima, dunque dello scoppio della seconda guerra mondiale. Dice così: “Quando quelli in alto parlano di pace La gente comune sa Che ci sarà la guerra. Quando quelli in alto maledicono la guerra il richiamo alle armi è già pronto”.   Messaggio che, adattato alla situazione di oggi, suona così: quando i nostri governanti dicono “vogliamo restare nella UE e nell’euro”, noi sappiamo che stanno operando per l’esatto contrario. E, infatti, adesso mi pare che siamo arrivati al dunque. O ci manca poco.   Naturalmente, entrai in agitazione, perché per me l’Unione Europea, con tutti i suoi difetti, che, volendolo, possiamo correggere, la sento ancora come una garanzia di stabilità per la nostra vita quotidiana, per il nostro continente e per l’intero mondo. Non foss’altro per il lungo periodo di pace in una regione – l’Europa, appunto – che è sempre stata dilaniata da guerre atroci; pensiamo, per esempio, alla Guerra dei Trent’anni (1618-1648) tra nazioni protestanti e cattoliche, che ridusse a un vero deserto gran parte dell’Europa centro settentrionale; pensiamo, alle numerose guerre combattute nell’Ottocento, fra cui quelle che noi italiani chiamiamo “guerre d’indipendenza”, atroci anch’esse, tanto che, proprio la carneficina della battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno 1859), con oltre 4.000 morti e quasi 25.000 feriti, spinse l’elvetico Henry Dunant a fondare la Croce Rossa. Per arrivare al Novecento con le due guerre mondiali, in cui sono morti milioni di giovani, e in cui il fronte, specie nella seconda, si è diffuso su tutto il territorio dei Paesi europei belligeranti, coinvolgendo senza pietà anche i civili – una anticipazione di quella che è oggi la “terza guerra mondiale a pezzetti”, di cui parlò nel 2014 l’attuale papa, Francesco. Terza guerra mondiale a pezzetti, in Siria, in Iraq, in Afganistan, nello Yemen … ma non in Europa, dove, per ora, dal 1945 in poi, ha retto il principio della solidarietà e del confronto seduti a un tavolo. (Ma che fine farà tutto ciò, se prevarranno i nazionalismi? Se ognuno pretenderà di dire “Prima i miei.”? Semplice, si tornerà a sbudellarci).   Pur con la preoccupazione in sottofondo, tuttavia, mi volli far consolare dalle rassicurazioni ricorrenti del falsissimo Trio governativo, perché non è nella natura umana (almeno nella mia) di stare in perenne tensione, di dubitare costantemente della buona fede del prossimo, di dipingersi la visione di un disperante baratro anziché quella di una confortante fioritura primaverile … Ma ciò che accade da un mese a questa parte, sta erodendo ogni speranza di resipiscenza da parte del succitato Trio che si mostra desideroso di entrare in rotta di collisione con l’UE. Quindi: non posso che darmi di cretina. In questo non mi trovo da sola (il che non mi consola molto). Il 28 settembre, all’indomani della trionfale presentazione del DEF da parte del ministro Di Maio, con tanto di concione dal balcone, Lucia Annunziata pubblicò su “Huffington Post” un articolo dal titolo “Confessioni di una deficiente”. Comincia così: “Confesso, sono una deficiente. Pur avendo questo giornale scoperto il piano B del primo accordo di governo, l'ho poi lasciato da parte, cullata lentamente in uno stato di semicosciente ottimismo, perché poi, alla fine, chi mai davvero potrebbe esporre il paese alla destabilizzazione politica? Una cosa sono le idee altro è la responsabilità di governo, mi sono ripetuta. In fondo quale politico accetterebbe mai di giocare a carte con il Destino del Popolo in nome del Popolo? Non lo avevo messo in conto. Questo azzardo non l'ho visto arrivare perché era sempre stato lì, nello stesso atto fondativo della coalizione di governo”. Annunziata mette in evidenza che il voler portare il deficit al 2,4 è una sbruffonata che certamente non combatterà la povertà. E’ come se una famiglia, già indebitata, cercasse di risolvere il problema facendo altri debiti. Quello che trovo interessante in questa confessione è il fatto che ella attribuisca proprio anche a Di Maio (e non solo a Salvini) la volontà di far saltare il banco con la UE. Infatti, Annunziata ricorda che la piattaforma originaria dei Cinquestelle era a favore dell’uscita dall’Euro, e quindi Di Maio, ogni volta che ha fatto il “poliziotto buono” pro Euro rispetto al “poliziotto cattivo”, Salvini, voleva solo dare fumo negli occhi. E Annunziata, io e chissà quanti altri, ci siamo cascati. Ma l’obiettivo di portare l’Italia fuori dall’euro, osserva Annunziata, “è rimasto lì – la rottura con la Ue come elemento palingenetico di una sovranità nazionale, di una nuova economia, e di un nuovo popolo. Il Def presentato, con i suoi numeri gonfiati, è l'avvio di questa rottura, anzi il mezzo scelto per ‘creare’ in vitro il Cigno nero, l'evento imprevisto con cui giustificare l'avvio del conflitto”. Oggi, a un mese di distanza, con la richiesta severa della UE di riscrivere la manovra, cade il primo scenario proposto da Annunziata, in cui c’era ancora una speranza, e cioè che l’Italia sia un Paese troppo grande per essere davvero punita. Si prospetta piuttosto almeno il secondo scenario evocato, “la reazione dura dell’Europa e dei mercati che, a differenza della politica, vivono e ingrassano nelle crisi”. E’ quindi certo che il valore dei nostri risparmi, case e pensioni si abbasseranno, con un impoverimento generalizzato – altro che aiuto agli indigenti! Ma Annunziata evoca un terzo scenario, ancora peggiore, l’illusione, nonostante le difficoltà della Brexit (dove però il Paese uscente ha una sua moneta), che l’Italia possa uscire da euro e da UE senza pagar gabella. E quando si dovrà, violenti o nolenti, saldare il conto con ulteriore impoverimento di tutti quanti (a parte i ricchissimi e chi ha esportato soldi all’estero), Di Maio (ma anche Salvini, dico io) potrà buttare addosso ai fantomatici “poteri forti” la colpa del mancato svolgimento del magico programma di governo contro la povertà, per l’occupazione, ecc. ecc. Una carta considerata ottima per fare il pieno (5Stelle e Lega) alle prossime elezioni europee, facendo leva sul risentimento del popolo contro i nemici europei. Ma il popolo se le berrà davvero queste balle? Non si accorgerà, strada facendo, che i conti di questo governo non tornano? Annunziata conclude con una nota di fiducia proprio nel nostro popolo, e dice che, se lei è una deficiente, “il popolo italiano ha sempre dato prova di non esserlo”. Come voglio che abbia ragione!    La poesia di Brecht citata all’inizio fa parte di un gruppo di poesie, scritte a Svendborg, in un’isola della Danimarca, che si possono leggere qui      Qui il testo della poesia in tedesco. --------------------------------------- STATI UNITI D'EUROPA 24-10-2018 18:55 Divorzio all’italiana di: Redazione  Triste constatazione: l’Europa ha costruito una trappola contro… e vi è caduta dentro. Sulla carta, essa ha ragione cento volte: da un accordo unanime all'interno dell'Unione – Italia compresa - le regole della gestione dell’euro prevedono un indebitamento massimo del 60% del PIL e un deficit del budget inferiore al 3%. Queste regole sono esplose dopo il 2008, quando si è trattato di salvare le banche e, secondariamente, l’economia mondiale (prova ne è che l’Unione monetaria non è esattamente la camicia di forza descritta dai suoi detrattori). Ma una volta assorbita la crisi finanziaria, Bruxelles domanda che si usi maggiore saggezza. Il governo italiano di centrosinistra ha promesso di farlo, e l’attuale governo populista ha reiterato questa promessa quattro mesi fa. Patatrac! Lo stesso governo presenta ora un budget molti differente di quello chiesto dall’Europa: che lo rigetta. Logico. La coalizione al potere a Roma beneficia di un sostegno popolare massiccio (60% di approvazione ci dicono i sondaggi) e le misure preconizzate riguardano investimenti nelle infrastrutture, aiuti per i più poveri con l’instaurazione di un reddito universale e alleggerimenti dei carichi fiscali che pesano sulle piccole imprese. La coalizione sostiene anche che il suo deficit del budget rimane inferiore al 3% del PIL (2,4%), mentre la Francia presenta un deficit del 2,8% e non ha riscontrato le furie di Bruxelles. Per cui, ancora una volta, la Commissione si è messa nella posizione di padre Fantasma, che contraddice la volontà popolare e vuole imporre dei nuovi sacrifici ai più deboli. Si fa economia a Bruxelles e politica a Roma: quale migliore occasione per trasformare l’Unione come impopolare, a qualche mese dall’elezione del Parlamento europeo? Tant’è che i più non hanno mai sentito la Commissione, così solerte a tirare fuori la frusta in materia finanziaria, intervenire in modo visibile a favore delle persone, per alleviare in un modo o nell'altro le loro difficoltà sociali. Né richiamare all’ordine con un po’ di vigore un Paese come la Germania, le cui eccedenze commerciali disequilibrano di continuo l’economia del continente. Si usa sempre il bastone e non ci si sorprende nel vedere la gente allontanarsi dall'Europa. Nel frattempo, il nazionalismo non smette di crescere. Scivolone. Un certo numero di economisti, non necessariamente irresponsabili, ritengono che sia meglio negoziare con l’Italia un piano a medio termine che autorizzi delle variazioni di budget ma delinei, con il governo di Roma, un percorso di rilancio e di riequilibrio dei conti lungo diversi anni. E’ possibile? Probabilmente no: se Bruxelles usa un metodo più conciliante con Roma, altri Paesi che hanno approvato dei sacrifici per restare nell’accordo, protesterebbero con forza. Alle formiche non piace che le cicale siano lasciate cantare come pare e piace a loro stesse. Tutti o quasi, in ogni modo, faranno notare che non si può gestire seriamente la zona euro se le regole comuni sono costantemente calpestate. Dopo tutto, diranno, l’Italia è libera di lasciare la zona euro se non ne accetta le regole. A differenza di ciò che talvolta si legge, la questione del debito italiano (130% del PIL) non ha niente di frivolo. Il governo italiano è certamente libero di importi per il futuro dei rimborsi enormi (di gran lunga il più grande oggetto del budget nazionale, anche se i suoi creditori sono per lo più italiani, il che limita il rischio di fuga di capitali). Ma se le sue oscillazioni innescano una nuova crisi generale del debito sovrano – chi può esser sicuro del contrario? - è tutta la zona euro che pagherà i vasi rotti. Si passa allora dalla commedia dell’arte alla tragedia finanziaria. Tutto questo dovrebbe spingere le due parti a trovare un accordo, con un’Italia più seria ed un’Europa meno austera. Siamo ancora in tempo? (articolo di Laurent Joffrin, pubblicato su LIbération del 24/10/2018)   ------------------------------------------- L'IRRIVERENTE 30-10-2018 09:44 Matteo Salvini come Saddam Hussein? Suo malgrado…. dal caso Firenze di: Vincenzo Donvito   Il vice premier, nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è onnipresente. Forse non se n’è reso ancora conto, ma la sovraesposizione mediatica potrebbe nuocere alla sua missione, che rispettiamo pur spesso non condividendo. Oltre alle sue funzioni all’Interno, come la politica dei migranti, lo vediamo esternare su tutto. Non sappiamo se è per colpa sua o meno, ma di fatto è così. Spieghiamo: quando sei famoso, dovunque ti sposti pubblicamente hai una selva di giornalisti che ti sta intorno, e siccome i giornalisti talvolta sono solo alla ricerca del cosiddetto scoop più che della notizia, avendo sottomano un calibro da 90 come cotanto ministro, gli domandano tutto su tutto. Sarebbe opportuno che il ministro rispondesse solo a ciò di cui è competente e su cui abbia fatto un qualche approfondimento, ma la tentazione di dire la propria come se si fosse a fare una bevuta con gli amici al bar ha la meglio. Ecco che il nostro ministro lo abbiamo ascoltato su tutto, anche l’economia, anche se, prudentemente, per esempio, sulla scivolata dei suoi colleghi di governo del M5S in materia di gasdotto pugliese, ha fatto sapere anche ai suoi che era meglio stare zitti, viste le ampie divergenze in materia, e considerato che la vicenda, tempo qualche giorno, sarebbe rimasto solo come un problema tra i suoi partner del M5S e i loro elettori pugliesi e non solo… e visto l’andazzo… vuoi che tanti di questi non guarderebbero con simpatia alla Lega… che gli scivoloni (come quello sulle pensioni, per esempio) riesce a meglio camuffarli dietro le parole. Ma veniamo all’oggi. Un ragazzino in una scuola di Firenze ha colpito la maestra, e in tanti hanno cominciato – giustamente – a porsi il problema educativo e scolastico. Ti pareva che il nostro ministro Salvini non dovesse intervenire e, ovviamente, nel modo in cui tutti si sarebbero aspettati: “qualche no e qualche ceffone ogni tanto farebbero bene”, e poi si è dilungato sulla sua presunta volontà di riportare l’educazione civica nella scuola, come se fosse lo Stato/scuola a dover insegnare ai ragazzini di non dare testate alle maestre. Può anche darsi, dipende dai modelli di riferimento per l’educazione scolastica… ma il ministro della Scuola dov’è finito? Ovviamente noi auspichiamo che anche il ministro della Pubblica Istruzione non si senta in dovere di intervenire sulla questione della testata del ragazzino fiorentino, ma, nella logica dello Stato che insegna a dare le testate o meno, ci sembra più opportuno segnalare ad ognuno le sue presunte competenze. Orrore! Ma cerchiamo di essere descrittivi e non di parte. Veniamo al titolo che abbiamo dato a questo nostro scritto di presunta saggezza civica e politica. Salvini come Saddam Hussein. Sapete perché ci è venuto in mente? Ci è rimasto impressa una delle tante visite che il dittatore mediorientale faceva ai suoi sudditi, quando nei comizi dava indicazioni su come usare lo spazzolino da denti per una buona igiene orale. Sappiamo come e dove sono finiti quei consigli in Iraq. Ma ci siam sempre domandati: ma per quale motivo il capo dello Stato deve mettersi a dare consigli del genere? Ve l’immaginate il nostro presidente Mattarella che, mentre scopre un qualche cippo di caduti per la patria si mette a ricordare alle ragazze di prendere la pillola anticontraccettiva o, male che vada, a prendere quella del giorno dopo? Sorridiamo! Ma che differenza c’è tra il ministro Salvini che disquisisce di schiaffoni educativi nella scuola e il defunto Saddam Hussein? Lo spazzolino e la manata? Il tragico di questa nostra riflessione è nel sottolineare come il delirio di onnipotenza alberghi negli esseri umani che (perché non rispondere alle domande dei giornalisti in cerca di scoop?) hanno scelto di svolgere la loro missione civica ed altruista, per il bene degli italiani, anche attraverso queste esternazioni. Ce li vediamo il babbo o la mamma attenti a quanto dice Salvini, che già si strusciano le mani e magari si allenano con sonori ceffoni in casa al figliolo che non mangia la minestra, per poi fare bella figura nel darglieli allo stesso figliolo quando vengono chiamati a scuola perché oggi ha dato una testata alla maestra e domani un calcio al compagno di classe e doman l’altro ha cantato male l’inno patriottico. 29-10-2018 17:11 Alitalia = Ferrovie dello Stato. Grazie a tutti di: Vincenzo Donvito   Alitalia dovrebbe diventare proprietà al 100% di Ferrovie dello Stato, il gruppo dei treni. Bravi, cinquestelle e leghisti e democraticisti e fratellisti d’Italia e forzitalisti e sinistri etc etc: ce l’avete fatta. Erano anni che tutti ci giravano intorno come avvoltoi, facendo finta di non sentire, non vedere, non saper fare di conto… sembra proprio che non volessero rinunciare al fascino della divisa verde delle hostess, al poter pronunciare in qualche occasione le fatidiche parole “compagnia di bandiera” e sentirsi così importanti al pari delle bandiere francesi (grossomodo) e russe… altre (di una certa stazza e notorietà, al momento non ce ne vengono in mente). Sì, sono in tante che sono spacciate per tali, ma sappiamo tutti che non lo sono, altrimenti sarebbero morte e stramorte… o forse qualcuno, per esempio e non a caso, vorrebbe dire che la KLM è compagnia di bandiera dei Paesi Bassi? Certo, occorrerebbe intendersi cosa possa significare “di bandiera”… allocuzione spesso usata a sproposito e quasi sempre “sinonimo” di “simbolo”. Ma tutti sappiamo che stiamo parlando di due cose diverse. Qui, da noi o a casa tua (come un’insegna di una trattoria nostrale), non si scherza: 100% e a chi? Al Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, partecipata, a sua volta, al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Alitalia, quindi, torna tutta allo Stato italiano, dopo le scorribande azionarie degli anni passati, famose per aver succhiato soldi a qualche fessacchiotto, italiano e non, che non sapeva dire di no ai vari governanti che si sono alternati avvolgendosi del tricolore nazionale, quello che compare anche sulle code degli aeromobili e sui lustrini delle ragazze e dei ragazzi in verde che ci servono le brodaglie/caffé quando abbiamo l’ardire di usare queste ali per andare da qualche parte. Quindi, che sia chiaro a tutti: ci stiamo preparando ad una meravigliosa avventura che, con tanto di pernacchie ai vari vettori lowcost - che tutti gli aeroporti italiani fanno carte false pur di portarli sulle proprie piste – ci farà tutti responsabili della compagnia di bandiera. Ci spieghiamo meglio: tutte le volte che qualcuno si sentirà fortunato perché ha prenotato un volo a 9 euro per andare a Londra o Barcelona (magari in piedi – fra non molto… - comunque 9 euro), è bene che sappia che, con le tasse di quel volo come con quelle dell’acqua dello sciacquone, sta finanziando tutti quelli che, invece di 9 euro, per andare a Londra o Barcelona ne pagano 400. Ma vuoi mettere la soddisfazione di non aver fatto licenziare tante persone, di poter dire in giro per il mondo di essere italiani dell’Alitalia? Questa è l’economia del futuro. In bocca al lupo! 24-10-2018 09:49 L’irriverente si rivolge a Donald Trump: legalizzi le canne, altrimenti…. E poi vedrà che vantaggi di: Vincenzo Donvito  Caro presidente Donald Trump, anche se fa spesso il burbero sulla questione della legalizzazione della cannabis, La preghiamo di non continuare a farlo. Sì, lo sappiamo, noi irriverente siamo solo un cittadino italiano ed europeo e Lei non sta dimostrando molta voglia di farsi mettere il naso in casa da chi non è statunitense da generazioni. Ma sa perché glielo diciamo? Perché le decisioni che Lei prende sul Suo territorio federale hanno in genere una grande ricaduta in tutto il mondo (a parte quelli che odiano gli Usa in maniera preconcetta). Del resto, già una buona metà (tra terapeutica e ricreativa) del suo Paese ci sta pensando a legalizzare per proprio conto, e non c’e’ consultazione elettorale (così come anche le prossime di medio termine del 6 novembre) in cui gli elettori non vengono chiamati anche a decidere materia del genere. Sa perché ci è venuto in mente di scriverle questa supplica*? Dopo che abbiamo letto di cosa sta combinando il Suo e nostro alleato della Corea del Sud: ha ricordato ai coreani che sono in Canada (dove la cannabis è legale da alcuni giorni) che se si fanno una canna lì, quando tornano in patria saranno arrestati, visto che così tanta pena prevede la legge di quel Paese (**). Noi abbiamo sorriso a questa notizia del quotidiano The Korea Times, ma ci siamo anche preoccupati al pensiero del degrado civico e giuridico, non tanto della Corea di Seul (ci dispiace comunque per i suoi abitanti, ma ricordiamo che ognuno si sceglie i propri governanti), ma del fatto che con queste persone il Suo Paese, e il nostro in quanto alleati comuni, dobbiamo avere a che fare per cercare di dirimere una delle importanti minacce alla stabilità pacifica del Pianeta, il rapporto con la Corea del Nord. Se questi sono i ragionamenti dei nostri amici di Seul, si va un po’ male… non crede? Sappiamo che Lei, presidente Trump, è fervente sostenitore di “America first”, ma proprio per questo la supplichiamo: sa che figurone ci farebbe nel mondo a levare i vincoli federali al divieto di consumo e produzione di cannabis? Perchè lasciare la scena al comune alleato Canada? Sarebbe una nuova e diversa edizione di “America first” sulla cannabis, anche se, in assoluto, sarebbe un “America third” (prima Uruguay e poi Canada), ma -a buon intenditor poche parole – è scontato che tutto il mondo ne parlerebbe e tanti ne seguirebbero l’esempio. Un’ultima cosa, al di là del prestigio politico e civico, presidente Trump: ha pensato a quanti miliardi e miliardi di dollari ne verrebbero fuori dopo la legalizzazione? Ha visto cosa sta succedendo in Canada, con tutti i riflessi anche sulla Borsa di New York e non solo? Altro che “first”…. * che è sicuro – siamo realisti - non uscirà dai confini dei nostri amici e del nostro web ** https://www.aduc.it/notizia/sei+coreano+ti+fai+canna+canada+quando+torni+ti_135228.php ------------------------------------------- IL PAESE DI ALICE 30-10-2018 11:23 Condono. Il regalo dello Stato e il difficile compito delle associazioni di consumatori di: Vincenzo Donvito  Lo scorso 24 ottobre è entrato in vigore il decreto sulla cosiddetta pace fiscale. L’ennesimo condono che tutti i governi, indipendentemente da quanto hanno promesso in campagna elettorale e indipendentemente dalle loro cosiddette buone intenzioni, hanno messo in atto. Quest’anno, sarà perché il governo è espressione di uno schieramento un po’ diverso dai soliti, sarà perché le aspettative diffuse erano per una politica diversa da quelle precedenti (costantemente accusate di essere permissive e lassiste), sarà perché per la prima volta c’è l’annullamento d’ufficio di alcuni crediti della pubblica amministrazione, l’attenzione dei contribuenti in materia sembra maggiore e, soprattutto, più estesa. Noi siamo un’associazione di consumatori e tutti i giorni dispensiamo informazioni e consigli anche sui rapporti tra il contribuente e la pubblica amministrazione. Ma mai come in questi giorni ci è capitato di vedere accentuata l’attenzione verso questa “opportunità”. Anche da parte di persone che, per conoscenza regressa o per loro dichiarazioni di fede, mai avrebbero preso in considerazione di raggiungere il cosiddetto popolo dei condonati: cioè, e sono la maggior parte, coloro che fanno ricorso contro una qualche richiesta presunta illegittima da parte della pubblica amministrazione o di un privato solo dopo che - sottoposta la questione ad una nostra analisi - gli viene detto che secondo noi loro hanno ragione e il richiedente ha torto. E’ bene ricordare che quello dei ricorsi contro multe e bollette è un mondo “strano”, pieno di offerte di chi si propone come capace di trovare sempre ed ovunque il cavillo per annullare una qualche richiesta, anche in presenza di richieste o cartelle o bollette ineccepibili; e visto il livello di pretese “per fare cassa”, insieme a quelle di veri e propri errori, che spesso la pubblica amministrazione avanza, nonché gli altrettanti veri e propri furti che talvolta i gestori di servizi tipo tlc ed energia cercano di perpetrare su utenti che loro ritengono disinformati ed imbecilli… il terreno è fertile. Noi di Aduc – ripetiamo – analizziamo i singoli casi e consigliamo di muoversi solo in caso di errore o tentativo di furto della controparte. Ma il nostro granitico convincimento civico e di rispetto istituzionale, oggi si confronta con l’avanzamento della cultura che, in altri tempi, sarebbe stata chiamata dei “furbetti”, ma che oggi sembra essere quella del “io-non-sono-fesso”. Per capire, uno dei tanti esempi. Cittadino ad Aduc. Buongiorno. Mi è arrivata una richiesta di pagamento da parte del Comune perché non avevo pagato la mensa alla scuola della figliola. Che faccio, condono? Interlocuzione di Aduc. Ma, aveva pagato o no, a suo tempo? Oppure c’era una qualche esenzione che non era stata presa in considerazione o che lei si era dimenticato di citare? Cittadino. No. Avrei dovuto pagare e non l’ho fatto perché ….. Interlocuzione di Aduc. E perché non vuole pagare, anche le penali, visto che comunque erano previste e lei lo sapeva? Cittadino. Beh, non sono mica fesso. Con questo condono… Interlocuzione di Aduc. Noi, se i soldi li doveva, consigliamo di pagare, magari verificando che le sanzioni siano quelle dovute e non abbiano strafatto. Comunque, faccia lei. Il condono oggi in corso non riguarda la finanza locale, a meno che i singoli comuni o regioni non aderiscano... ed è troppo presto per sapere chi vi ha aderito o meno. E poi, chi lo dice che nel frattempo non facciano un'estensione o cose del genere? Se vuole essere ligio e a posto con la sua coscienza civica, visto che lei non ha pagato, deve farlo. Poi, fra qualche mese o qualche anno si ritrova che chi non ha pagato ha fatto bene, visto che potrà non pagare in assoluto o farlo in seguito e senza penali e magari anche con lo sconto. Faccia lei. E' come una roulette, ma non più di tanto. Buonasera. Qui un nostro articolo che spiega questo condono   ------------------------------------------- NOTIZIE 29-10-2018 09:45 U.E./Aria irrespirabile e crescita decessi. Rapporto AEA  L’inquinamento atmosferico è un assassino invisibile e dobbiamo intensificare gli sforzi per affrontarne le cause. In termini di inquinamento atmosferico, le emissioni del trasporto su strada sono spesso più dannose di quelle provenienti da altre fonti, in quanto si originano a livello del suolo e tendono a verificarsi nelle città, vicino alle persone. Per questo motivo è molto importante che l’Europa raddoppi i propri sforzi per ridurre le emissioni causate dai trasporti, dall’energia e dall’agricoltura e investire per rendere questi settori più puliti e più sostenibili. Affrontare tali settori in modo integrato può comportare evidenti vantaggi sia per la qualità dell’aria sia per il clima e contribuire a migliorare la nostra salute e il nostro benessere. Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’AEA, Secondo il rapporto dell’AEA intitolato «Air quality in Europe – 2018 reporten» (Qualità dell’aria in Europa – rapporto 2018), il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa, in particolare di inquinanti nocivi quali il biossido di azoto e il particolato. Anche le emissioni provenienti dall’agricoltura, dalla produzione di energia, dall’industria e dai nuclei domestici contribuiscono a inquinare l’atmosfera. Il rapporto presenta gli ultimi dati ufficiali sulla qualità dell’aria comunicati nel 2016 da oltre 2 500 stazioni di monitoraggio presenti in tutta Europa. Ripercussioni significative dell’inquinamento atmosferico sulla salute Il particolato (PM), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (O3) sono responsabili dei maggiori danni alla salute umana. Le elevate concentrazioni di inquinamento atmosferico continuano ad avere ripercussioni negative sui cittadini europei, in particolare su coloro che vivono nelle aree urbane. L’inquinamento atmosferico comporta anche considerevoli ricadute economiche poiché diminuisce la durata di vita, aumenta le spese mediche e riduce la produttività in tutti i settori dell’economia a causa delle giornate lavorative perse per problemi di salute. Inoltre, l’inquinamento atmosferico genera conseguenze negative per gli ecosistemi, danneggiando i terreni, le foreste, i laghi e i fiumi e riducendo le rese agricole. Le politiche passate e attuali insieme ai progressi tecnologici hanno portato a una riduzione lenta ma costante di tali effetti negativi. Le stime aggiornate riportate nella relazione indicano che nel 2015 le concentrazioni di PM2,5 hanno causato circa 422 000 morti premature in 41 paesi europei, di cui circa 391 000 nei 28 Stati membri dell’UE. Una valutazione di più ampio respiro, inclusa nel rapporto di quest’anno e che risale al 1990, mostra che le morti premature dovute al PM2,5 sono state ridotte di circa mezzo milione all’anno grazie all’attuazione delle politiche europee in materia di qualità dell’aria e all’introduzione di misure a livello nazionale e locale che hanno portato, ad esempio, ad automobili e industria meno inquinanti ed energia più pulita. Altri risultati chiave Particolato: per quanto riguarda il PM2,5 (particelle con un diametro di 2,5 micrometri o inferiore), nel 2016 la percentuale della popolazione urbana dell’UE-28 esposta era pari al 6 %, un valore in calo rispetto al 7 % dell’anno precedente. Tuttavia, circa il 74 % della popolazione urbana dell’UE è stato esposto a concentrazioni superiori rispetto agli orientamenti più rigorosi dell’OMS. In base alle stime, nel 2015 l’esposizione al PM2,5 ha determinato la morte prematura di 422 000 persone in 41 paesi. Biossido di azoto: il valore limite annuale per l’NO2 continua a essere ampiamente superato in tutta Europa. Nel 2016, il 7 % della popolazione urbana dell’UE-28 viveva in zone con concentrazioni superiori al valore limite annuale dell’UE e agli orientamenti dell’OMS. Tale valore è in calo rispetto al 9 % registrato nel 2015. Stando alle stime, nel 2015 l’esposizione al NO2 ha causato la morte prematura di 79 000 persone in 41 paesi europei. Ozono troposferico: nel 2016 circa il 12 % della popolazione urbana dell’UE-28 è stato esposto a livelli di O3 superiori al valore obiettivo dell’UE, il che rappresenta una notevole diminuzione rispetto al 2015 (30 %). Tuttavia, la percentuale rimane ancora superiore al 7 % registrato nel 2014. Il 98 % circa è stato esposto a livelli che hanno oltrepassato i più rigorosi orientamenti dell’OMS. In base alle stime, nel 2015 l’esposizione all’ozono ha causato la morte prematura di 17 700 persone in 41 paesi europei. Nuovo documento informativo dell’AEA sulle valutazioni dei rischi per la salute Un documento informativo, anch’esso pubblicato oggi, dal titolo «EEA’s health risk assessments of air pollutionen» (valutazioni dell’AEA sui rischi per la salute posti dall’inquinamento atmosferico) (LINK), fornisce una panoramica dettagliata di come l’AEA calcola le sue stime annuali della qualità dell’aria che quantificano le conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione. Le ripercussioni dell’esposizione all’inquinamento atmosferico sulla salute sono diverse e spaziano dall’infiammazione dei polmoni alle morti premature. Nell’ambito della valutazione del rischio per la salute effettuata dall’AEA, l’effetto sulla salute di cui si tiene conto per la quantificazione è la mortalità, poiché l’evidenza di tale effetto è la più solida. La mortalità causata dall’esposizione all’inquinamento atmosferico è stimata in termini di «morti premature» e di «anni di vita persi». Nella relazione dell’AEA sulla qualità dell’aria gli effetti sulla salute stimati sono quelli attribuibili all’esposizione a PM2,5, NO2 e O3 in Europa nel 2015. Tali stime si basano su informazioni concernenti l’inquinamento atmosferico, i dati demografici e la relazione tra esposizione alle concentrazioni di inquinanti ed effetti specifici sulla salute. Le stime forniscono una misura dell’effetto generale dell’inquinamento atmosferico su una data popolazione e, ad esempio, non possono essere riferite a persone specifiche che vivono in una determinata località geografica. Nota sulle stime delle morti premature Le ripercussioni previste per le diverse sostanze inquinanti non possono essere semplicemente sommate per stabilire una stima dell’effetto complessivo sulla salute dovuto all’esposizione. Ad esempio, poiché le concentrazioni di PM2,5 e NO2 sono (a volte fortemente) correlate, i rispettivi effetti stimati non possono essere aggregati perché sussisterebbe il rischio di un doppio conteggio. 29-10-2018 09:15 U.E./Overdose droga. Come prevenire. Rapporto Emcdda Più di 9000 persone sono state dichiarate perse a causa di overdose di droga in Europa (28 Stati membri dell'UE, Turchia e Norvegia) nel 2016, l'ultimo anno di riferimento, e si tratta di una sottostima. Ridurre i decessi correlati alle droghe rimane quindi una sfida importante per la politica di sanità pubblica. Questa analisi descrive alcuni dei fattori che aumentano il rischio di overdose fatali e non fatali e una serie di interventi sviluppati per prevenire questi eventi. Parti della serie "Perspectives on drugs" (POD), lanciata insieme al rapporto annuale europeo sulla droga, queste analisi interattive progettate per il web mirano a fornire informazioni più approfondite su una selezione di questioni importanti. Va notato che questa pubblicazione viene aggiornata man mano che nuove informazioni e analisi diventano disponibili. Qui la specifica 26-10-2018 10:56 MESSICO/Guerra alla droga. 19 corpi in fossa comune a Jalisco Almeno 19 corpi sono stati individuati in una fosse comune scoperta nello stato messicano di Jalisco. Le autorità giudiziarie locali hanno spiegato che i corpi, di sedici uomini e tre donne, sono stati trovati lunedì in un terreno nella località di Lagos de Moreno, al confine con lo stato del Guanajuato, dove si registra una forte crescita di violenze legate al traffico di droga. Le autorità locali non scartano l'ipotesi che si tratti di abitanti della zona, dove sono stati segnalati diversi casi di scomparse negli ultimi due mesi. Con questa nuova scoperta sale a 94 il numero di cadaveri trovati nelle fosse comuni nel Jalisco da marzo di quest'anno. Le violenze nell Stato da marzo sono aumentate anche a causa di una scissione all'interno del cartello di Jalisco Nuova Generazione, uno dei gruppi di narcotrafficanti più potenti del Messico.  25-10-2018 10:25 ITALIA/Cannabis terapeutica. M5S: produrla anche in Regione Emilia Romagna  ''Individuare enti e organismi idonei alla coltivazione della cannabis a scopo terapeutico all'interno del territorio regionale''. A chiederlo, con una risoluzione rivolta al governo regionale, è Giulia Gibertoni del Movimento 5 stelle. L'obiettivo, spiega la consigliera, ''è quello di avere un risparmio sull'acquisto, da reinvestire in servizi sociosanitari rivolti ai cittadini''. Secondo alcune proiezioni realizzate da associazioni di agricoltori, prosegue, ''la coltivazione in Italia della cannabis terapeutica potrebbe diventare un'opportunità, creare un giro di affari di 1,4 miliardi e generare 10mila posti di lavoro''. Lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, come previsto da un decreto del ministero della Salute del novembre 2015, è attualmente l'unica struttura in Italia autorizzata a coltivare e produrre cannabis terapeutica. Non riuscendo, però, a coprire il fabbisogno nazionale diventa indispensabile importare cannabis dall'estero, con un aumento dei costi per i malati e per il sistema sanitario nazionale.  25-10-2018 10:21 ITALIA/Cannabis light. Quattroruote: calo della percezione di guida dopo il consumo Pasta, cioccolato, birra e molto altro ancora: si stanno diffondendo a vista d'occhio nelle città italiane i negozi che propongono prodotti a base della cosiddetta cannabis light, ovvero la varietà a basso contenuto di principio psicoattivo. Ma siamo certi che il loro consumo sia sempre privo di effetti, soprattutto su attività delicate come la guida? A richiamare l'attenzione sul fenomeno, che coinvolge i giovani ma anche i consumatori in età più matura, è Quattroruote che ha organizzato un test sulla propria pista, misurando le capacità al volante di soggetti volontari prima e dopo l'assunzione di cibi a base di cannabis light, con la consulenza scientifica di un medico e degli esperti dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Milano. Per le prove, Quattroruote ha acquistato in incognito, in un negozio del centro di Milano, alcuni prodotti alimentari a base di cannabis, chiedendo poi alla redazione de Il Cucchiaio d'Argento, brand della stessa Casa editrice, di utilizzarli per confezionare dei dolci. Ai tre tester (uno dei quali ha solo mangiato, mentre il secondo ha sia mangiato sia bevuto e il terzo ha solo bevuto) sono stati prelevati - prima e dopo il consumo delle sostanze - dei campioni di saliva e urine, inviati per le analisi al Laboratorio di Tossicologia forense dell'Università di Pavia al fine di determinare la presenza di alcaloidi con effetti psicoattivi. Le prove in pista si sono focalizzate su aspetti rilevanti ai fini della sicurezza come il peggioramento dei tempi di reazione, la distorsione nella percezione della velocità, la percezione degli stimoli luminosi, gli errori in frenata e in accelerazione; sono state ripetute dopo un intervallo di tempo dall'assunzione delle sostanze giudicato sufficiente dagli esperti per determinare eventuali disabilità nella guida. I risultati sono stati significativi: pur non commettendo errori di guida clamorosi, i tre tester hanno incrementato in maniera significativa i falsi allarmi (ovvero gli azionamenti del pedale del freno in assenza dello stimolo visivo) nella prova statica dei riflessi. A questo si è aggiunto un aumento del tempo di reazione a veicolo fermo di uno dei soggetti, che ha anche messo in luce una percezione distorta della velocità stimata rispetto a quella effettiva. Piccoli segnali riferiti a un campione limitato, ma che possono suonare come un campanello d'allarme. D'altra parte, il problema che emerge, sottolineato anche dagli esperti dell'Istituto Mario Negri, è che questo tipo di sostanze, definite un po' troppo disinvoltamente light e commercializzate liberamente grazie a una ''zona grigia'' della legislazione sulla coltivazione della canapa, sono ancora troppo poco conosciute dal punto di vista scientifico. Mancano, infatti, studi approfonditi sulle possibili conseguenze derivanti da un'assunzione massiccia o prolungata di cibi e bevande contenenti quantitativi pur modesti del principio psicoattivo Thc. Una visione che trova conferma nel parere espresso dal Consiglio superiore di sanità il 10 aprile, secondo il quale non si può oggi escludere la pericolosità della cannabis light. Infine, Quattroruote ricorda come il Codice della strada (art. 187) vieti la guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti (cannabis compresa), senza precisare la quantità di principio attivo eventualmente consentita: sono gli effetti sul comportamento a determinare l'eventuale violazione della legge, con le conseguenze del caso.  25-10-2018 08:39 U.E./Plastiche monouso. Parlamento Europeo: entro 2021 Il Parlamento europeo ha approvato il divieto al consumo nell'Unione di alcuni prodotti in plastica monouso, che costituiscono il 70% dei rifiuti marini, per un totale di 150 milioni di tonnellate nei nostri oceani. Ogni anno, la Commissione europea stima che tra le 4,8 e le 12,8 tonnellate finiscano in mare ogni anno. La nuova normativa, se approvata in via definitiva, vietera' a partire dal 2021 la vendita all'interno dell'Ue di articoli in plastica monouso, come posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini. I deputati - si legge in una nota - hanno aggiunto all'elenco delle materie plastiche vietate, proposto dalla Commissione: gli articoli di plastica ossi-degradabili, come sacchetti o imballaggi, e i contenitori per fast-food in polistirolo espanso. I dieci prodotti di plastica che si trovano piu' frequentemente sulle spiagge europee secondo uno studio della Commissione europea sono infatti bottiglie e tappi, mozziconi di sigaretta e cotton fioc, seguiti poi da pacchetti di patatine, carte di caramella, assorbenti igienici, buste di plastica, posate e cannucce, coperchi di bibite e tazze, palloncini e bastoncini dei palloncini, e infine contenitori per il cibo, inclusi quelli dei fast food. Secondo la nuova direttiva, gli Stati membri dovranno ridurre del 25% il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative entro il 2025. Tra tali articoli figurano le scatole monouso per hamburger e panini e i contenitori alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati. Altre materie plastiche, come le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90% entro il 2025. Gli Stati membri dovrebbero quindi elaborare piani nazionali per incoraggiare l'uso di prodotti adatti ad uso multiplo, nonche' il riutilizzo e il riciclo.  I deputati, prosegue l'Europarlamento nel comunicato, hanno convenuto che le misure di riduzione dovrebbero riguardare anche i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri per sigarette che contengono plastica. La mole di tali rifiuti dovrebbe essere ridotta del 50% entro il 2025 e dell'80% entro il 2030. Un mozzicone di sigaretta, spiegano ancora dall'Europarlamento, puo' inquinare tra i 500 e i 1.000 litri d'acqua e, se gettato in strada, puo' richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. Si tratta dei secondi articoli in plastica monouso piu' diffusi tra i rifiuti. Gli Stati membri dovrebbero inoltre garantire che almeno il 50% degli attrezzi da pesca contenenti plastica smarriti o abbandonati venga raccolto ogni anno, con un obiettivo di riciclaggio di almeno il 15% entro il 2025. Gli attrezzi da pesca rappresentano il 27% dei rifiuti che si trovano sulle spiagge europee. Infine, gli Stati membri vengono incoraggiati a garantire che i produttori di tabacco si facciano carico dei costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta dei rifiuti. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio. Frederique Ries, eurodeputata olandese del gruppo Alde, in diretta Facebook ha citato uno studio ha rilevato la presenza di plastiche nell'organismo di tutti i soggetti che hanno partecipato. Le plastiche dunque non solo sono un problema per l'ambiente, per via della loro lenta decomposizione, ma accumulandosi anche nei mari, negli oceani e sulle spiagge fanno si' che i residui entrino negli organismi di varie specie marine - come tartarughe marine, foche, balene e uccelli, ma anche in pesci e crostacei - e quindi anche nella catena alimentare dell'uomo, "sollevando timori per la salute". "Viviamo in un mondo fatto diplstica- ha proseguito Ries- al punto che nuotiamo e ingeriamo plastiche". La relazione e' stata approvata con 571 voti favorevoli, 53 voti contrari e 34 astensioni. Il Parlamento avviera' negoziati con il Consiglio non appena i ministri dell'Ue avranno stabilito la propria posizione comune.  25-10-2018 08:34 ITALIA/Eutanasia. Corte Costituzionale: Parlamento cambi legge "La Corte ha riconosciuto le nostre ragioni". Cosi' Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni e promotore della campagna EUTANASIA legale. "Il pronunciamento della Corte Costituzionale da' un anno di tempo al Parlamento per fare cio' che chiedevamo da 5 anni - spiega -. E' un risultato straordinario, arrivato grazie al coraggio di Fabiano Antoniani e alla fiducia che Carmen e Valeria mi hanno fatto per la mia azione di disobbedienza civile. E' dunque di fatto un successo - un altro, dopo la vittoria sul biotestamento!- di Fabo e della nonviolenza, oltre che delle tante persone malate che, iniziando da Luca Coscioni e Piergiorgio Welby e finendo con Dominique Velati e Davide Trentini, in questi 15 anni hanno dato corpo alle proprie speranze di liberta'. Ora il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema, e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l'EUTANASia legale, come sta accadendo nel Parlamento spagnolo". "Ringrazio Filomena Gallo - aggiunge - e gli altri avvocati - Francesco Di Paola, Vittorio Manes e Massimo Rossi insieme all'intero collegio giuridico con Irene Pellizzone, Stefano Bissaro, Gian Domenico Caiazza e Rocco Berardo - che mi hanno assistito per il loro prezioso lavoro, che non e' stato vano e produrra' presto frutti di nuove liberta' nel nostro Paese". "La nostra azione continua, gia' da questo finesettimana - conclude Cappato -. Per firmare e partecipare alla mobilitazione gia' nei prossimi giorni, tutte le informazioni sono su www.associazionelucacoscioni.it. L'altro appuntamento sara' l'udienza del 12 novembre a Massa nei confronti di Mina Welby e miei per la morte di Davide Trentini. La nostra di disobbedienza civile, condotta con Mina Welby e Gustavo Fraticelli, continua". 25-10-2018 08:29 ITALIA/Obsolescenza programmata. Antitrust condanna Apple e Samsung L'antitrust ha pesantemente condannato Apple e Samsung per aver realizzato “pratiche commerciali scorrette” attraverso il rilascio di “aggiornamenti del firmware dei cellulari che hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi“. E sebbene la condanna costi ai due gruppi pochi milioni di euro (con impatto del tutto insignificante sui margini delle due aziende), a livello simbolico si tratta di una notizia di sicura importanza per quel che significa per l’opinione pubblica. Nel mirino v’è un concetto chiaro ai più, ma non sempre facilmente dimostrabile, quale quello di “obsolescenza programmata“. L’idea è quella per cui un gruppo possa spingere all’aggiornamento dell’hardware semplicemente tramite un’evoluzione continua del software, facendo sì che le componenti utilizzate in passato non possano più essere sufficienti per supportare i nuovi firmware. Sebbene tale elemento sia connaturato all’innovazione tecnologica, alle aziende produttrici è richiesta piena trasparenza affinché l’utente possa sapere quando e se aggiornare il proprio device. La condanna giunge a seguito di questa mancata comunicazione e sulla scia di oggettivi riscontri circa il danno comminato ad utenti prima incoraggiati all’update, poi abbandonati su dispositivi divenuti inutilizzabili o scarsamente appetibili (poiché con minor autonomia o con performance ridotte). E si tratta di un unicum a livello internazionale, una sentenza che potrebbe fare da apripista sulla strada di una maggior chiarezza nei rapporti tra update, innovazione e obsolescenza. La condanna dell’AGCM Apple e Samsung, spiega il comunicato dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, hanno indotto con insistenza i consumatori (verso i quali permane una forte asimmetria informativa) “ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti“. Violazione degli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo, con un caso specifico nel caso di Samsung e due casi in capo ad Apple. In ragione di ciò viene inflitto ai due gruppi il massimo della pena comminabile, per un totale di 5 milioni di euro a Samsung e 10 milioni di euro ad Apple. Entrambi i gruppi dovranno pubblicare sul proprio sito “una dichiarazione rettificativa che informi della decisione dell’Autorità con il link al provvedimento di accertamento“. Samsung La condanna a Samsung viene fatta risalire ad una condotta tenuta nel mese di maggio del 2016, quando il gruppo proponeva l’aggiornamento del Note 4 alla nuova versione “Marshmallow” di Android (in quel momento già disponibile sul Note 7): Samsung ha insistentemente proposto, dal maggio 2016, ai consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware e richiedendo, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione. L’utente non era dunque avvisato dei problemi conseguenti all’aggiornamento ed era portato ad una condotta contraria al proprio interesse, fino al pagamento di riparazioni fuori garanzia causate dall’aggiornamento stesso. La replica di Samsung: si ricorrerà in appello Così Samsung reagisce alla condanna dell’AGCM, promettendo di ricorrere in appello per far valere le proprie ragioni: Per Samsung la soddisfazione dei propri clienti è obiettivo primario, strettamente legato al proprio business. Samsung non condivide la decisione presa dall’AGCM in quanto la società non ha mai rilasciato aggiornamenti software con l’obiettivo di ridurre le performance del Galaxy Note 4. Al contrario, Samsung ha sempre rilasciato aggiornamenti software che consentissero ai propri utenti di avere la migliore esperienza possibile. L’azienda si vede quindi costretta a ricorrere in appello contro la decisione presa dall’Autorità. Apple Apple si vede comminata una doppia sanzione per due casi differenti. Il primo è inerente l’aggiornamento dell’iPhone 6, a seguito del quale si sono ravvisati dapprima problemi di autonomia e quindi problemi nelle performance (pratica considerata scorretta in virtù del modo con cui l’utente è spinto automaticamente ad un più solerte cambio dello smartphone in uso). Occorre ricordare come in seguito Apple abbia modificato le proprie policy relative agli update, così da limitare casi di questo tipo. Apple ha insistentemente proposto, dal settembre 2016, ai possessori di vari modelli di iPhone 6 (6/6Plus e 6s/6sPlus rispettivamente immessi sul mercato nell’autunno del 2014 e 2015), di installare il nuovo sistema operativo iOS 10 sviluppato per il nuovo iPhone7, senza informare delle maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo e dei possibili inconvenienti – quali spegnimenti improvvisi – che tale installazione avrebbe potuto comportare. Per limitare tali problematiche, Apple ha rilasciato, nel febbraio 2017, un nuovo aggiornamento (iOS 10.2.1), senza tuttavia avvertire che la sua installazione avrebbe potuto ridurre la velocità di risposta e la funzionalità dei dispositivi. Inoltre, Apple non ha predisposto alcuna misura di assistenza per gli iPhone che avevano sperimentato problemi di funzionamento non coperti da garanzia legale, e solo nel dicembre 2017 ha previsto la possibilità di sostituire le batterie ad un prezzo scontato. La seconda condanna è invece relativa ad una carenza informativa relativa alla gestione delle batterie, comportamento che avrebbe costretto gli utenti ad una carenza di informazioni a seguito della quale si sarebbero potuta affrontare una caduta troppo repentina dell’autonomia dei device in uso: Apple […] fino a dicembre 2017, non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni circa alcune caratteristiche essenziali delle batterie al lito, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie al fine di conservare la piena funzionalità dei dispositivi. (Punto Informatico) 24-10-2018 09:13 COREA DEL SUD/Sei coreano e ti fai una canna in Canada? Quando torni ti arrestano L'uso di marijuana in Corea del Sud e' punito con l'arresto immediato, anche se i cittadini dovessero trovarsi in Canada, diventato la scorsa settimana la seconda nazione (la prima era stata l'Uruguay) a legalizzare completamente la cannabis sia a scopo terapeutico che ricreativo su tutto il territorio. Il messaggio e' rivolto ai circa 23mila studenti coreani in Canada per motivi di studio. Secondo le leggi sudcoreane, scrive The Korea Times, i cittadini sono sottoposti alle norme giuridiche della madrepatria anche quando si trovano all'estero; in altre parole, una volta rientrati in Corea, potrebbero essere reclusi fino a 5 anni per uso di sostanze stupefacenti. "Coloro che fumano erba saranno puniti in base alla legge coreana, anche se lo facessero in nazioni in cui fumare marijuana sia legale. Non ci saranno eccezioni", ha tuonato Yoon Se-jin, capo della divisione narcotici della polizia di Gyeonggi Nambu. A quanto pare il pugno duro funziona, visto che su una nazione di oltre 50 milioni di abitanti, gli arresti in loco per droga nel 2015 erano stati solo 12mila.  24-10-2018 09:09 USA/Legalizzazione cannabis. Utah e il sen. Dabakis La stazione televisiva di Salt Lake City KUTV riporta che il senatore Jim Dabakis ha voluto provare la cannabis prima del voto. Dabakis ha selezionato una dose per il test, sostenendo che i legislatori dovrebbero almeno provare la marijuana prima di votare il mese prossimo. Dabakis ha detto in un video di Facebook di fronte a un dispensario che "non è un grosso problema". Molti legislatori hanno dichiarato di non appoggiare la Proposition 2, ma molti hanno affermato che appoggerebbero il compromesso sulla cannabis medica che dovrebbe essere discusso in una sessione legislativa speciale. 24-10-2018 09:04 MESSICO/Legalizzazione cannabis. Ministro esteri: possibile Il Messico potrebbe "certamente" seguire l'esempio del Canada legalizzando la marijuana, un modo per ridurre la violenza di una guerra contro il narcotraffico che "non funziona": lo ha dichiarato il futuro ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard. "Pensiamo che possa trattarsi di una possibilità molto interessante a breve termine, abbiamo due modelli possibili: Canada e Uruguay" ha spiegato Ebrard, che assumerà l'incarico il prossimo primo dicembre insieme al presidente eletto José Manuel Lopez Obrador. "Non ha alcun senso avere una legge che proibisce il possesso o la produzione della cannabis, ci sono 9mila persone in carcere per questo reato e molta violenza nel Paese: si spende una enorme quantità di soldi per le operazioni di polizia, si causano sofferenze a tanta gente e la repressione non funziona, la cannabis c'è lo stesso", ha concluso Ebrard. Il Canada ha legalizzato la cannabis il 17 ottobre scorso, divenendo in tal modo la prima delle grandi potenze economiche ad adottare questo provvedimento; l'Uruguay ha legalizzato l'uso ricreativo della cannabis già nel 2013.  24-10-2018 08:57 ITALIA/Cannabis terapeutica. Presidente Regione Toscana: più fondi per maggiore produzione Un finanziamento per lo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze, per permettergli di incrementare la produzione di cannabis per uso terapeutico, adesso attestata su poco più di 100 chili all'anno E' quanto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, chiederà alla ministra della salute Giulia Grillo non appena potrà incontrarla. Il proposito è stato annunciato al termine della visita che Rossi ha compiuto questa mattina nella sede di via Reginaldo Giuliani, l'unica in Italia dove si produce la cannabis FM2 per uso farmaceutico.  "Siamo stati la prima Regione – ha ricordato il presidente Rossi – a prevedere l'uso dei cannabinoidi per scopi terapeutici e a completo carico del servizio sanitario regionale. Era il 2012.  Oggi, anche grazie alla campagna di informazione che, dopo l'accordo firmato lo scorso anno con il Chimico farmaceutico, abbiamo lanciato, il consumo in Toscana è in aumento esponenziale: quest'anno ne abbiamo acquistati oltre 100 chili e nel 2014 prevediamo di arrivare oltre i 140. Anche per questo vogliamo contribuire allo sviluppo di questa officina farmaceutica che ha la peculiarità di riuscire a produrre, caso forse unico al mondo, un cannabinoide sempre uguale a se stesso. E' come se fossimo di fronte ad una molecola farmaceutica su cui si può fare ricerca e sperimentazione. Il Chimico farmaceutico apre quindi un orizzonte nuovo rispetto all'uso di queste sostanze sia per la Toscana che per l'Italia, l'Europa e il mondo".  Accompagnato dal direttore dello stabilimento, colonnello Antonio Medica, il presidente ha visitato due delle tre serre ermeticamente chiuse, illuminate e riscaldate artificialmente, dedicate alla produzione, e il grandissimo capannone che ne potrebbe ospitare molte altre portando la produzione dapprima a 300 chili l'anno, poi addirittura fino ai 4.000, così da azzerare le importazioni di prodotto dall'Olanda.  "Bisogna che lo Stato intervenga – ha aggiunto Enrico Rossi – e che anche alle Regioni sia consentito farlo. Perchè è sciocco comprare all'estero. Qui ci sono spazi su cui è possibile investire fino a coprire l'intero fabbisogno nazionale, oggi di circa 700 chili l'anno con una produzione che è però sette volte inferiore. Ogni Regione potrebbe fare un investimento pari al suo fabbisogno, aiutando questo Istituto a svilupparsi. La Toscana è disponibile a finanziare una serra come quelle che abbiamo visitato. Poi occorre finanziare di più la ricerca".  Il presidente ha poi aggiunto che sarebbe opportuno studiare ciò che ha fatto il Canada, dove si usano i cannabinoidi per curare un più ampio numero di patologie, anche molto diffuse, come i dolori muscolari, con un impatto su grandi fasce di popolazione.  "La lotta al dolore – questa la conclusione del presidente Rossi – può essere integrata con efficacia, con attenzione ai diritti dei cittadini e dei malati, per curarli meglio, e anche con un risparmio economico che sarebbe enorme. Purtroppo a livello nazionale si parla di tutto fuochè di crescita e di stato sociale. Chiederò un incontro alla ministra Grillo per poter discutere delle ipotesi che riguardano questa struttura, che non ha l'obiettivo del profitto, che lei ha già visitato e che ha sviluppato una molecola unica al mondo".  La Toscana nel 2017 ha curato con cannabinoidi 1.285 pazienti con una spesa complessiva di 314.715 euro. Le importazioni di cannabis dall'Olanda nel 2018 saranno di 700 chili per un costo di circa 4,2 milioni di euro.  In Toscana dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 è in funzione un Centro di ascolto in grado di offrire informazioni a cittadini e medici. Si può contattare componendo l'800 880101.  Ad oggi i farmaci cannabinoidi si usano (normalmente in forma di polvere o di decotto) per il trattamento dei dolori cronici e neuropatici, ma anche per pazienti con il cancro, la Sla, la sclerosi multipla e in alcune forme di dolore cronico refrattario di origine reumatologica, come la fibromialgia e la sindrome di Tourette.  24-10-2018 08:20 MONDO/Microplastiche nella catena alimentare umana. Studio Nei prossimi 60 secondi, nel mondo sarà acquistato un milione di bottiglie e due milioni di sacchetti di plastica. E anche se la maggior parte di questi oggetti impiegherà più di 1.000 anni a degradarsi nell'ambiente, in parte si disperderanno molto prima in minuscoli frammenti, noti come microplastiche, ormai presenti negli oceani, nei pesci, nell'acqua di rubinetto e persino nel sale da cucina. Ora - riporta il 'New York Times' - possiamo aggiungere un altro luogo alla lista dei posti dove queste sostanze si depositano: l'intestino umano. A dimostrarlo è un piccolo studio pilota, attraverso cui i ricercatori hanno cercato microplastiche nei campioni di feci di 8 persone provenienti da Finlandia, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Polonia, Russia, Regno Unito e Austria. Con loro sorpresa, ogni singolo campione è risultato positivo alla presenza di una varietà di microplastiche. "Questo è il primo studio nel suo genere", afferma Philipp Schwabl, gastroenterologo della Medical University di Vienna e autore principale dello studio. E "i risultati sono stati sorprendenti". Da questi primi dati non si possono prevedere le implicazioni sulla salute e per questo gli esperti sperano di completare uno studio più ampio. Le microplastiche - categoria in cui rientrano i pezzi di plastica di lunghezza inferiore a 0,02 pollici, grosso modo le dimensioni di un chicco di riso - sono diventate una delle principali preoccupazioni per i ricercatori ambientali negli ultimi 10 anni. La maggior parte si forma come risultato non intenzionale della rottura di parti in plastica più grandi. Diversi studi hanno riscontrato livelli elevati di questi composti nel mare e l'anno scorso sono state rilevate microplastiche nell'83% dei campioni di acqua di rubinetto in tutto il mondo. Il più alto tasso di contaminazione apparteneva agli Stati Uniti, dove il 94% dei campioni è risultato positivo. I ricercatori hanno a lungo sospettato che le microplastiche potessero ormai trovarsi anche nell'intestino umano. E un precedente studio ha stimato che le persone che mangiano regolarmente crostacei possono arrivare a consumare fino a 11.000 pezzi di plastica all'anno. Il nuovo lavoro, che è stato presentato lunedì a una conferenza di gastroenterologia in Austria, potrebbe fornire supporto ai biologi marini che da tempo lanciano allerte sui pericoli legati alle microplastiche nei nostri oceani. Ma il documento suggerisce che le microplastiche stanno entrando nel nostro corpo anche attraverso altri mezzi: due degli otto partecipanti hanno infatti affermato di non consumare pesce. Per lo studio, gli esperti hanno tenuto diari alimentari per una settimana e fornito campioni di feci. I medici li hanno analizzati con uno spettrometro. Sono stati rilevati fino a 9 diversi tipi di plastica, con dimensioni comprese tra 0,002 e 0,02 pollici. Le plastiche più comuni rilevate sono risultate polipropilene e tereftalato di polietilene, entrambi componenti principali di bottiglie e tappi di plastica. "La maggior parte dei partecipanti ha bevuto liquidi da bottiglie di plastica. Ed è anche altamente probabile che il cibo venga contaminato dalla plastica durante le varie fasi di lavorazione o di confezionamento", dice Schwabl. Insomma, anche se la concentrazione di contaminanti - 20 particelle microplastiche per 10 grammi di feci - è risultata relativamente bassa, gli esperti assicurano che la situazione è degna di essere approfondita.  ------------------------------------------- COMUNICATI 30-10-2018 12:18 Governo. Pensioni e reddito di cittadinanza: il gioco delle tre carte di Lega e M5S Primo Mastrantoni  Possiamo definirlo come il gioco delle tre carte, quello che si sta delineando con la legge di bilancio su pensioni e reddito di cittadinanza. Nella proposta di legge di bilancio, i soldi formalmente ci sono, mancano le norme attuative, il che significa che occorrerà approvare un apposito disegno di legge o decreto legge, denominato "collegato", per attuare i punti cardine delle proposte della Lega e del M5S. Succede questo: la proposta di bilancio sarà approvata entro fine anno, poi si passerà a definire, il "collegato" in qualche mese, cioè a ridosso delle elezioni europee, ma dall'approvazione del "collegato" alla sua applicazione concreta di mesi ne passeranno altri, per arrivare in autunno, quindi, pensioni e reddito di cittadinanza potranno essere resi operativi negli ultimi mesi dell'anno, ma promessi fin da aprile-maggio prossimi per gli elettori legastellati. Quale è il senso di questa furbata? Che i soldi per le pensioni, promessi dalla Lega e quelli per il reddito di cittadinanza, promessi dal M5S, saranno disponibili, se tutto va bene, negli ultimi mesi dell'anno, riducendo notevolmente il deficit, che non sarà al 2,4% ma inferiore. Di fatto, la manovra economica non violerà le disposizioni comunitarie sull'equilibrio dei conti. Un gioco delle tre carte, insomma, per far contenti gli elettori della Lega e del M5S, in vista delle elezioni europee e, probabili, nazionali. L'importante è che il popolo ci creda. 29-10-2018 15:42 Wow, siamo tutti antifascisti. Bell’Italia amate sponde….. Vincenzo Donvito   “Auschwitzland”. E’ la scritta comparsa su una maglietta portata da una povera imbecille iscritta al movimento di estrema destra “Forza Nuova” in occasione di una manifestazione filo-fascista a Predappio per commemorare il trentennio di Benito Mussolini nel secolo scorso. Ovviamente è diventata una notizia virale, che ha portato anche all’espulsione dal movimento proto-fascista della signora, nonchè a dichiarazioni filo-semite anche da chi non ci si aspettava (Lega) viste le accuse di fascisti che costoro tutti i giorni si beccano da tutte le parti (oltrAlpe inclusa). Abbiamo ricollegato il cerchio costituzionale, da Forza Nuova a – facile – ai partiti di estrema sinistra, passando per centri e centrini vari? Siano quindi tutti antifascisti. Wow! Non solo non ce n’eravamo accorti, ma continuiamo a pensare il contrario… perché siamo i soliti estremisti, pressapochisti, superficiali, “appiattitori” storici, semplificatori, etc etc… può darsi, per qualcuno, ma…. Certo, se pensiamo che il fascismo (come semplificazione italica di grande fama il cui termine e modello viene usato in tutto il mondo per indicare un regime illiberale e autoritario… dopo gli spaghetti e prima della moda siamo famosi per il fascismo) sia quello di qualche imbecille che fa il saluto romano, o mette un’etichetta col fascio a qualche bottiglia di vino, o vende qualche souvenir con la mascella del Benito nazionale, o minaccia querele per chi parla male del nonno (on.Alessandra)… allora sì che l’arco costituzionale anti-fascista è quello che si è manifestato anche in questa occasione. Mah! Facile prendersela con qualche fessacchiotto. Difficile prendersela con chi è al governo di qualche Paese (Italia e Ungheria e Polonia e Usa e Brasile inclusi) o sono tra i maggiori partiti di opposizione in apparentemente solidi sistemi di democrazia liberale. A questi ultimi bisogna prostrarsi e far finta di nulla, come coloro che, di fronte alla manifesta e diffusa inezia e pericolosità di molta parte dell’attuale governo italiano, si pronuncia dicendo “fateli provare, poi se falliscono direte la vostra”. Della serie: Tanto puzzo, tanto rumore, tutti d’accordo, di chi è la colpa, di quella signora che si è messa la maglietta? Suvvia, non siamo nati domani. Se qualcuno si sente legittimato a fare una sfilata di magliette di tal genere, è evidente che si sente legittimato a farlo da un clima propenso alla stupidità della manifestazione politica. Ma non perché – secondo noi – non potrebbe mettersi una maglietta del genere (de gustibus… anche per i legittimi sputi che rischi di prenderti), ma forse perché prima sarebbe invogliato a mettere in moto il cervello e il buon senso: esiste ancora qualcuno che pensa che gli avversari (politici, etnici o religiosi che siano) in Italia e in Europa vadano bruciati vivi come gli ebrei, i rom, gli omosessuali e i dissidenti vari ad Auschwitz? Se c’é, siamo a livello di patologia medica, e come tale andrebbe valutata, inclusi quelli che si fanno scoppiare o entrano nelle chiese e sparano all’impazzata (ricordandosi, sempre, che i manicomi giustamente non esistono più). Dove voglio arrivare? Un semplice invito, per chi crede nella liberalità economica e politica dei governi e delle società e delle economie, a non fermarsi alla pagliuzza nell’occhio di qualche disperato, ma guardare con attenzione alle travi che tanti altri - voluti anche dalle maggioranze espresse con sistemi democratici – stanno mettendo nei nostri corpi e in quelli dei nostri figli e nipoti. 29-10-2018 11:33 Governo. Propaganda e realtà Primo Mastrantoni   Propaganda e realtà, così potremmo definire, per la prima parte, l'azione del governo legastellato in questi mesi. Il "me ne frego", "noi andiamo avanti", "spazzeremo", "cancelleremo", "non indietreggeremo di un millimetro", con la variante del mezzo millimetro, ecc., sono slogan che vanno bene, semmai andassero bene, in campagna elettorale, non quando si governa.  Vediamo. Il vicepremier, Matteo Salvini, a giugno, aveva dichiarato di aver fatto in un mese molto più del precedente governo, ma era una bufala. La maggior parte del lavoro per limitare gli sbarchi di migranti l'ha fatta il governo precedente. Salvini aveva dichiarato che avrebbe azzerato la legge Fornero, ma, oggi, si limita ad un aggiustamento delle uscite pensionistiche, che, con i soldi a disposizione, dureranno un anno, il tempo necessario per andare alle elezioni europee e nazionali. Poi si vedrà. Non da meno il suo collega, l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, che voleva chiudere le acciaierie Ilva e ha fatto appena in tempo a firmare l'ultimo atto per riattivarle. Idem per la Tap, che doveva essere chiusa in due settimane e che, invece, ha avuto il via libera alla prosecuzione dei lavori. Bufale, insomma. Entrambi, i due vicepremier, si sono cimentati con le pensioni cosiddette d'oro, fissando un limite a 5000 euro nel "Contratto di Governo", per poi violare l'accordo stesso abbassandone il limite a 4500 euro, poichè di risparmi non se ne vedevano e, comunque, sono irrilevanti. Si propagandava, fino a pochi giorni fa il sistema pensionistico contributivo (tanto versi, tanto ottieni) quando poi si è ripiegatati sul contributo di solidarietà, visto che qualcuno ha spiegato loro che le leggi si rispettano anche se si ha voglia di non rispettarle. Ad entrambi i due vicepremier, per la propaganda, sono rimasti i vitalizi, usufruiti da 2600 ottuagenari ex parlamentari, che dovevano essere cancellati, ma che sono stati ricalcolati, con un sistema che, in anticipo, il Consiglio di Stato ha bocciato. Gli ex parlamentari faranno i ricorsi per i quali occorreranno un paio di anni e nel frattempo M5S e Lega saranno impegnati con la propaganda in vista delle elezioni europee e nazionali. L'importante è che il popolo ci creda. 26-10-2018 09:32 Governo. I sovranisti europei non vogliono accollarsi i problemi italiani Primo Mastrantoni Un fronte unico dei sovranisti europei appare sempre più improbabile: sui migranti, l'Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia non hanno nessuna intenzione di accoglierne. Ce li teniamo tutti noi e la proposta di rimpatriarli nei paesi di origine si palesa sempre più come una bufala, vista la sostanziale impossibilità di ricollocarli, eccetto che per i 4 paesi con i quali l'Italia ha un accordo per il rimpatrio che, comunque, è limitato nei numeri. Sorprendente è la dichiarazione di Alice Weidel, leader di Alternative for Deutschland (AFD), la formazione di destra sovranista tedesca, che a proposito della manovra economica legastellata, afferma: "Orrendo nuovo indebitamento: sono pazzi questi romani!". Il riferimento non è ai cittadini romani, che pure qualche follia negli anni scorsi l'hanno fatta, ma al governo Salvini-Di Maio e, aggiunge, più duramente: "Quando la Ue boccia il progetto di manovra dell'Italia, il ministro dell'Interno  Salvini strepita. Ma, evidentemente, non nota che senza la flebo della Ue l'Italia sarebbe già da tempo insolvente. Perché dobbiamo pagare noi per gli italiani?" Abbiamo scritto "sorprendente", perché la Weidel aveva salutato l'affermazione della Lega alle elezioni politiche. Si vede che ha iniziato a conoscerli. Nel frattempo il governo legastellato continua a provocare danno ai conti pubblici, cioè del popolo: lo spread intorno a 300 punti, significa maggior debito futuro e minor valore attuale dei titoli pubblici, cioè nostri.  All'insegna del "me ne frego", del popolo, s'intende, i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, continuano la campagna elettorale in vista delle elezioni europee e nazionali. L'importante è che il popolo ci creda. 25-10-2018 18:08 False assicurazioni rc auto. Condominio: detrazioni fiscali, ripartizione spese, obblighi amministratore. Aduc a Mi Manda Rai Tre venerdì 26 ottobre dalle 10 Redazione   Le assicurazioni obbligatorie Rc-Auto possono diventare un problema quando, cercando magari in Rete qualcuna che sia un po' meno costosa della media delle offerte del mercato, si incappa in vere e proprie truffe. Come accorgersene? A parte le solite antenne delle nostre conoscenze sul modo di presentare i servizi di questa o quell’altra azienda, di fronte al minimo dubbio occorre subito andare a consultare l’elenco delle aziende autorizzate sul sito della specifica Autorità, Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). Di questo si parlerà alla trasmissione Mi Manda Rai Tre in onda venerdì 26 ottobre dalle ore 10. Condotta da Salvo Sottile, in studio per Aduc ci sarà l’avv. Laura Cecchini, che affronterà alcuni casi specifici, dando consigli su come rimediare e, soprattutto, su come prevenire situazioni del genere. In trasmissione si parlerà anche di condominio. Nello specifico delle detrazioni fiscali, la ripartizione delle spese e gli obblighi dell’amministratore. 25-10-2018 11:48 Roma Capitale. L'Atac e il referendum Primo Mastrantoni  Possiamo riassumere così la situazione dell'Atac, l'azienda comunale dei trasporti di Roma Capitale: "Non rispetta i contratti di servizio; non effettua le corse come da programmazione del Comune; ammette di non rispettare i requisiti di manutenzione dei veicoli e costa il doppio di quello che dovrebbe costare. In cambio, continua ad essere finanziata dai contribuenti, compresi i non romani, continua a non pagare i propri debiti, continua a peggiorare il servizio. Nell'ultimo biennio, ogni giorno che passa, l'azienda di trasporto pubblico romana ha perso circa 2,1 milioni di euro, Negli ultimi 9 anni l'azienda pubblica è costata al contribuente circa 7 miliardi di euro tra sussidi e perdite." (1).  Cosa farebbe una persona di buon senso? Direbbe che la situazione non è sostenibile, che il servizio di trasporto pubblico è fallimentare e fallito, che occorre trovare una soluzione perché il servizio di trasporto deve essere rivolto al pubblico e non necessariamente di proprietà pubblica. Occorre evitare, direbbe sempre la persona di buon senso, che i disservizi e gli addebiti siano accollati sull'utente. Già due anni fa, in un convegno, analizzavamo i bilanci di Atac, e la gestione del trasporto, rilevandone il disastro. La situazione è peggiorata perché la sindaca Virginia Raggi, si ostina a non tener conto della realtà che è sotto i suoi occhi. Per tentare di risolvere il problema e offrire una opportunità ai cittadini di poter usufruire di un sevizio di trasporto degno di questo nome, i Radicali Italiani hanno promosso un referendum consultivo sull'Atac che si terrà l'11 novembre prossimo. Chi voterà SI al referendum chiederà al Comune di bandire gare tra più aziende, per lo svolgimento del servizio di trasporto pubblico in città, senza affidarlo automaticamente all'ATAC. Ovviamente l'ATAC potrà essere uno dei partecipanti alla gara, gli altri partecipanti potranno essere privati ma anche pubblici.  Quindi, il referendum non mira a privatizzare il servizio pubblico, ma a consentire al Comune di poter scegliere i soggetti che sono in grado di offrire il servizio migliore. Delreferendum non se ne parla e il M5S, sostenitore a parole della democrazia popolare, osteggia la consultazione.  Sarebbe opportuno che i romani si svegliassero dal torpore nel quale sono caduti da un po' di tempo. (1) Andrea Giuricin IBL 24-10-2018 12:44 Governo. Salvini e Di Maio annunciano la guerra all'Europa e a rimetterci sarà il popolo Primo Mastrantoni  Salvini e Di Maio annunciano la guerra all'Europa e a rimetterci sarà il popolo. I due vicepremier non vogliono rispettare le regole comunitarie che abbiamo sottoscritto e dichiarano apertamente che non ne terranno conto. Come dire che un condòmino ha deciso di non rispettare le norme comuni e decide di collocare il proprio sacco di rifiuti presso la porta di altro condòmino, perché è troppo oneroso gettarlo nell'apposito cassonetto. Vediamo lo schieramento.  L'Italia ha il 12% della popolazione europea e l'11% del Pil europeo. Alle prossime elezioni europee i sondaggi rilevano che i legastellati avranno il 7% della rappresentanza europea, il che smentisce il desiderio salviniano di guidare e quella dimaiese di spazzare l'Europa, anche nel caso di alleanze con altre formazioni analoghe. Sul fronte internazionale l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il Fondo Monetario internazionale (FMI) e la Banca centrale europea (BCE), organismi dei quali fa parte l'Italia, hanno fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato. Sul fronte nazionale la Banca d'Italia, la Corte dei Conti e l'Ufficio parlamentare di bilancio (UpB) hanno fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato. La Commissione europea ha fatto severe critiche al programma economico del governo legastellato, sollecitandone una revisione. Vediamo il "fronte" interno. L'Italia ha un debito pubblico di 2300 miliardi di euro, il secondo più alto d'Europa (lo scorso anno abbiamo pagato di interessi sul debito qualcosa come 66 miliardi, il prossimo anno dovremo collocare 380 miliardi di titoli pubblici), investimenti in fuga (solo ad agosto 17,4 miliardi), dal 4 marzo, giorno delle elezioni, a oggi il valore di mercato di obbligazioni e azioni quotate a Piazza Affari è diminuito di 198 miliardi di euro, se si aggiungono i titoli di stato detenuti da Bankitalia e da investitori esteri il passivo arriva a 304,7 miliardi,  una economia sommersa di 208 miliardi, una evasione fiscale di 108 miliardi, una malavita organizzata diffusa, nonostante siamo il terzo Paese al mondo per numero di poliziotti rispetto agli abitanti, una burocrazia asfissiante e una giustizia che definire lenta è un eufemismo. Siamo attivi con le esportazioni ma in un quadro di rallentamento economico.  Con queste "truppe" Salvini e Di Maio ci vogliono portare alla guerra contro la Ue, gli organismi internazionali e nazionali e i mercati, cioè gli investitori, italiani ed esteri.  Insomma, tanti "nemici" tanto onore, dicono Salvini e Di Maio, solo che la guerra la combatte il popolo, che ne pagherà le conseguenze. 24-10-2018 12:40  Aduc – Osservatorio Firenze. Bici, bici... Quousque tandem abutere patientia nostra? Vincenzo Donvito  Abbiamo scomodato questa orazione di Marco Tullo Cicerone rivolta a Catilina per ricordare una vicenda banale della città che, stando a quello che leggiamo, vorrebbe ergersi a bandiera della sostenibilità, per residenti e turisti: Firenze. E la usiamo per comunicare il nostro stato d’animo, alquanto diffuso dopo costanti verifiche “su strada” che abbiamo appositamente fatto, del malessere sulla presenza delle bici a nolo – quelle arancioni – che imperversano nei borghi e nelle strade della città gigliata: non se ne può più. Dovunque trovi queste bici abbandonate, sempre dove non dovrebbero essere, dando fastidio a tutte le mobilità. Eppure avevamo letto che, grazie ai sistemi informatici con cui funziona il loro noleggio, ci sarebbero state multe per chi non rispettava il codice della strada alla voce parcheggio. Avevamo letto, chissà cosa è accaduto, perché dal dire al fare… nel vedere possiamo solo prendere atto della totale disaffezione tra utenti di questo servizio e regole del vivere civile. Colpa degli utenti? Solo in parte, visto che spetterebbe all’autorità creare le condizioni infrastrutturali e normative e di repressione, perché ciò non accada. Stiamo scoperchiando un pentolone che era scoperto da lungo tempo, e lo facciamo perché temiamo che dalla disapprovazione si passi ai fatti, anche se, nella testa di chi disapprova si è già creato un abisso tra loro stessi e le istituzioni assenti. E’ noto che nella storia della civiltà e dell’umanità, nonostante i vari tentativi anche in corso di far sì che i rapporti anche di tensione siano risolti coi metodi del dialogo e del confronto, quando si constata che alla parola non segue un ascolto e un confronto, fino alla presa per i fondelli (come sembra il nostro caso) , chi ritiene di essere dalla parte del giusto ricorre alla forza fisica. Nel nostro caso non vediamo frotte di cittadini urbanizzati che prendono d’assalto Palazzo Vecchio o sputano in un occhio al Sindaco tutte le volte che lo incontrano mentre taglia un nastro di qua e un altro nastro di là. Ma vediamo solo persone che, magari di soppiatto, ogni volta che incontrano una di queste bici lì dove la stessa è solo di impaccio, scaricano il loro violento istinto di repulsione sulla stessa, più o meno distruggendola, buttandola da qualche parte e altre azioni del genere. Dobbiamo arrivare a questo o chi ci amministra pensa di fare qualcosa che non siano le promesse del piffero che ha fatto finora? Sia chiaro: per capire che qualcosa venga fatto sul serio, vogliamo vedere scorrere il sangue. Metafora, ovviamente. Ci bastano multe e cancellazioni di abbonamento a questi servizi. ------------------------------------------- ARTICOLI 30-10-2018 15:30 Riscaldamento climatico. E' maggiore nel Mediterraneo. Studio Redazione  Il cambiamento climatico è molto vicino a casa tua. Pubblicato lo scorso 22 novembre su “Nature Climate Change”, un nuovo studio internazionale sintetizza le conseguenze del riscaldamento delle temperature terrestri che già comunque si conoscono nel bacino mediterraneo. Siccità e ondate di calore più frequenti, erosione della biodiversità marina, calo della produttività agricola, recrudescenza delle malattie infettive dovute alle zanzare, etc.: i Paesi di questa regione sono (e saranno) sempre più toccati dagli effetti a cascata della deregolamentazione climatica, in particolare i Paesi più vulnerabili, al Sud. Direttore delle ricerche all’Istituto mediterraneo della biodiversità e dell’ecologia marina e continentale (IMBE) di Aix-en-Province, l’ecologo Wolfagang Cramer, uno degli autori dello studio, ne riassume le conclusioni. D. Quali sono le principali conseguenze del riscaldamento climatico osservato nello spazio mediterraneo. R. Il bacino mediterraneo si riscalda più velocemente dell’insieme del Pianeta. La temperatura media annuale è già aumentata di 1,4 gradi in rapporto alle temperature pre-industriali, rispetto agli 1,1 gradi della media a livello globale. Questo riscaldamento produce già delle conseguenze. La canicola del 2003 è stata, per esempio, un momento chiave in Europa, con migliaia di morti. In seguito, le canicole e le siccità si sono moltiplicate intorno al Mediterraneo. Sotto l’effetto del riscaldamento, si osservano anche dal 1999 delle canicole in mare con un tasso di mortalità molto alto di organismi come il corallo rosso, le spugne, le cernie e le murene. Dei pesci e dei crostacei di acque calde colonizzano alcune regioni dove prima invece non c’erano. Con l’aumento della temperatura in mare, le tempeste sono diventate più violente. Gli “eventi mediterranei” conosciuti nella regione, come le recenti inondazioni nella regione francese dell’Aude, rischiano di crescere di intensità grazie al cambiamento climatico. D. Nel suo studio, lei descrive le conseguenze molto esplicite del cambiamento climatico per la salute umana. Fino ad oggi questi aspetti sono stati sottovalutati? R. Penso che questi rischi siano stati molto sottovalutati. Si nota che le canicole toccano molte persone, e soprattutto le più vulnerabili come quelle anziane, ma anche le più povere, che accedono con difficoltà ai servizi sanitari. A livello globale, il numero di persone colpite da queste ondate di calore sono in crescita col riscaldamento del clima, nei Paesi mediterranei come altrove. La probabilità che le malattie infettive delle zone calde, come il virus del Nilo, la dengue o la chikungunya, si espandano al nord del Mediterraneo è sempre maggiore. Questa espansione rappresenta un cambiamento per i sistemi sanitari in tutti i Paesi coinvolti. E’ importante notare che molte misure che migliorano la salute pubblica, come la riduzione dell’inquinamento prodotto dai trasporti, possono anche aiutare per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. D. Cosa si può fare per “adattarsi” a questi rischi? R. L’adattamento si manifesta ovunque e per sempre. La questione che si pone oggi, è di sapere fino a dove ci si può adattare, perché i cambiamenti diventano troppo importanti. Per alcune regioni, non si può regolare il problema della crescita del livello del mare attraverso la costruzione di dighe. Ad un certo punto, l’adattamento non è più possibile o diventa troppo costoso. Il settore agricolo può adattarsi irrigando in maniera efficace o cambiando il tipo di colture, ma fino a che punto? Se non c’è più acqua, l’irrigazione diventa troppo costosa o impossibile. Una cosa è sicura, bisogna decarbonizzare tutte le attività umane per attenuare i rischi climatici. Anche per questo esistono delle opportuntà nella regione, per esempio attraverso dei metodi agricoli come l’agroecologia che può contribuire allo stockaggio del carbone nel suolo. D. Lei sottolinea inoltre la mancanza di dati scientifici nelle aree più vulnerabili della regione… R. Il bacino mediterraneo è una zona divisa tra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati. Quando si fanno ricerche nella letteratura scientifica per stimare i rischi, si trovano che ci sono più pubblicazioni al Nord che non al Sud, e questo crea problemi per la comprensione delle specificità locali del cambiamento climatico. Per rimediarvi, bisognerebbe che l’Europa sostenga meglio i Paesi del Sud perché producano conoscenze. La collaborazione scientifica tra ricercatori dei Paesi delle due sponde del Mediterraneo è un buon percorso in merito. (intervista di Florian Bardou, pubblicata sul quotidiano Libération del 30/10/2018) 29-10-2018 11:29 Pace fiscale - Rottamazione ter - Decreto Legge 119/2018 Antonella Pedone Pace fiscale  - Rottamazione ter - Decreto Legge 119/2018: escluse sanzioni e interessi - pagamenti in 5 anni a decorrere da luglio 2019  Decreto Legge n. 119/2018 - Rottamazione ter Debiti ammessi Benefici Tempi di pagamento Presentazione della domanda Effetti della domanda Rateizzazioni in corso Giudizi pendenti Mancato pagamento delle rate Decreto Legge n. 119/2018 - Rottamazione ter Il 24 ottobre 2018 è entrato in vigore il tanto atteso Decreto Legge 23 ottobre 2018, n. 119 (Decreto sulla "pace fiscale") che prevede la possibilità di definizione agevolata dei debiti pendenti con l’Agenzia della riscossione. Le condizioni sono molto simili alla precedente rottamazione, in quanto è prevista l'esclusione delle sanzioni e degli interessi di mora, a fronte di un pagamento in unica soluzione o a rate (massimo dieci rate in cinque anni). Al momento non sono previsti "stralci" sul capitale, salvo modifiche nella successiva legge di conversione. Debiti ammessi I debiti per i quali si può chiedere la definizione agevolata sono quelli contenuti in ruoli affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Sono invece esclusi dalla definizione agevolata: - le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato ai sensi dell'articolo 16 del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015; - i crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei conti; - le multe, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna; - le sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali. Per le sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada, la definizione agevolata consentirà di escludere solamente gli interessi, compresi quelli di cui all'articolo 27, sesto comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689. Benefici Come per la vecchia rottamazione, i debiti potranno essere estinti pagando solamente: - il capitale; - gli interessi diversi da quelli di mora; - l'aggio; - le spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Saranno quindi eliminate le sanzioni, gli interessi di mora di cui all'articolo 30, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, le sanzioni e le somme aggiuntive di cui all'articolo 27, comma 1, del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, versando solamente le somme. Tempi di pagamento Il pagamento può essere effettuato in due modalità a scelta del contribuente: - in unica soluzione entro il 31 luglio 2019; - in massimo dieci rate di pari importo con scadenze previste al 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2019. Se si sceglie il pagamento rateale sono dovuti, a decorrere dal 1 agosto 2019, gli interessi al tasso del 2% annuo. Presentazione della domanda La domanda deve essere presentata entro il 30 aprile 2019, utilizzando l'apposita modulistica che deve essere fornita dall'Agente della riscossione sul proprio sito internet entro il 13/11/2018. QUI il sito dell'Agenzia delle entrate - riscossione Entro lo stesso termine, è possibile anche integrare la dichiarazione eventualmente già presentata. A seguito della presentazione della domanda, l'Agente della riscossione comunicherà entro il 30 giugno 2019 l'ammontare complessivo delle somme dovute ai fini della definizione, nonchè quello delle singole rate, e il giorno e il mese di scadenza di ciascuna di esse. Effetti della domanda A seguito della presentazione della domanda, relativamente ai carichi definibili: - sono sospesi i termini di prescrizione e decadenza; - sono sospesi, fino alla scadenza della prima o unica rata delle somme dovute a titolo di definizione, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni in essere alla data di presentazione; - non possono essere iscritti nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi quelli già iscritti alla data di presentazione;  - non possono essere avviate nuove procedure esecutive; - non possono essere proseguite le procedure esecutive precedentemente avviate, salvo che non si sia tenuto il primo incanto con esito positivo; - successivamente, il pagamento della prima o unica rata delle somme dovute a titolo di definizione determina l'estinzione delle procedure esecutive precedentemente avviate, salvo che non si sia tenuto il primo incanto con esito positivo; il debitore non è considerato inadempiente ai fini di cui agli articoli 28-ter e 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Rateizzazioni in corso Come accennato nel precedente paragrafo, le rateizzazioni in corso alla data della domanda di definizione agevolata vengono sospese fino alla scadenza della prima rata o dell'unica rata della definizione agevolata.  Giudizi pendenti Il contribuente che chiede di aderire alla definizione agevolata, assume contestualmente l'impegno a rinunciare ai giudizi pendenti aventi ad oggetti gli stessi ruoli. I giudizi vengono sospesi dal giudice dietro presentazione di copia della dichiarazione e nelle more del pagamento delle somme dovute. L'estinzione del giudizio è subordinata all'effettivo perfezionamento della definizione e alla produzione, nello stesso giudizio, della documentazione attestante i pagamenti effettuati; in caso contrario, il giudice revoca la sospensione su istanza di una delle parti. Mancato pagamento delle rate In caso di mancato ovvero di insufficiente o tardivo versamento della rata, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione e decadenza per il recupero dei carichi oggetto di dichiarazione. In tal caso, relativamente ai debiti per i quali la definizione non ha prodotto effetti i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell'importo complessivamente dovuto a seguito dell'affidamento del carico e non determinano l'estinzione del debito residuo, di cui l'agente della riscossione prosegue l'attivita' di recupero. Inoltre il pagamento non può essere rateizzato ai sensi dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. 28-10-2018 19:09 Il nuovo apostolo della psichedelia Redazione  L'annunciatore Patrick Mettes aveva 53 anni quando un articolo gli cambiò la vita. Sarebbe meglio dire che la morte lo ha cambiato. Malato di cancro ai polmoni, aveva appreso dal giornale che alla New York University avevano usato la psilocibina, il principio attivo dei funghi allucinogeni, per alleviare lo "stress esistenziale" dei pazienti terminali. Si iscrisse immediatamente, nonostante la resistenza di Lisa, sua moglie, che interpretò la decisione con un rifiuto di continuare a combattere. Mettes visse altri 17 mesi e continuò nella lotta con la chemioterapia, che, secondo la moglie Lisa, lo aveva aiutato ad una serena accettazione che la fine stava arrivando. Quando la fine era certa, ha fatto sfilare i suoi cari nella stanza delle cure palliative del Mount Sinai Hospital per salutarli. Storie come questa hanno convinto il giornalista americano Michael Pollan a mettere in gioco la sua reputazione, tutt’altro che marginale, su una questione delicata: uno studio sul rilancio dell’uso scientifico di psichedelici in pazienti come Mettes. Il risultato è il saggio “Come cambiare idea. Cosa ci insegna la nuova scienza della psichedelia su coscienza, morte, dipendenza, depressione e trascendenza”. Il titolo originale funziona meglio: How To Change Your Mind può anche essere tradotto da "come cambiare idea", che era esattamente ciò che Pollan ha fatto (Long Island, New York, 1953). Fumatore occasionale di erba, stava per compiere 60 anni quando decise di andare un po' più avanti sul ripido sentiero di sostanze allucinogene. Lui ha l'età di un hippy, ma semplicemente non ha mai avuto il coraggio di provarle in gioventù. "E quasi meglio", dice, "sono droghe che dovrebbero essere prese quando hai la testa completamente strutturata". Pollan non è un psiconauta obsoleto, né l'autore tipico della letteratura degli allucinogeni (senza dubbio un genere a parte), ma un giornalista noto per articoli di ricerca pubblicati durante alcuni anni sui più prestigiosi media statunitensi e poi trasformati in libri sull'industria alimentare (il dilemma del onnivoro), l'ossessione contemporanea con l'alimentazione (il detective al supermercato), o le virtù della cucina, si spera di famiglia, al di là dello stomachevole circo della gastronomia (cucina. un storia naturale della trasformazione, che è anche una serie Netflix). Di solito lo definiscono un "attivista del cibo" a causa del suo interesse per le implicazioni "politiche e ambientali" dell'atto del mangiare. Ha collaborato come consulente all'Amministrazione Obama e c'è una sua massima che ha fatto una tale fortuna che lo perseguiterà sempre: "Mangia cibo [reale]. Soprattutto verdure. Con moderazione". Nel 2010 è stato inserito nella lista dei 100 personaggi più influenti dell'anno dalla rivista Time. Quando gli dico che oggi è più probabile che possa pubblicare su “High Times”, una sorta di Bibbia a New York sulla cultura della cannabis, ride e condivide una confessione: "Una delle ragioni che mi hanno spinto a scrivere” Come cambiare idea”, anche se me ne sono reso conto più tardi, è che mio padre [a cui è dedicato il libro] ha avuto il cancro. È morto a gennaio. Non ho mai capito come stesse elaborando l'imminenza della morte: a 88 anni stava già perdendo la memoria e quando era nei suoi sensi non voleva neanche parlare di quello che stava succedendo. Mi sono dedicato a soddisfare il mio bisogno di capire con gli altri pazienti che ho intervistato per il libro.". Nel suo saggio, Pollan analizza "i risultati incredibili di studi con psilocibina per il cancro alla Johns Hopkins a New York, studio pubblicato nel 2016 in un numero speciale del Journal of Psychopharmacology (...). Circa l'80% dei pazienti avevano mostrato cali clinicamente significativi dell'ansia e della depressione misurati in modo convenzionale, un effetto che è durato almeno sei mesi dopo la loro sessione". Ci sono diverse fotografie di suo padre, avvocato e uomo dai molteplici talenti, nell'elegante sala a suo modo tribale in cui si è tenuta l'intervista. L'appuntamento è stato a settembre a New York, nella casa di Corky, la madre, uno di quei raffinati appartamenti di Park Avenue, nella parte alta di Manhattan, dove il portiere annuncia per telefono l'arrivo dei visitatori. Il giovane Pollan vi si è trasferito nel 1971. Ora vive con la moglie, Judith, pittrice, insegnante e autrice di alcuni dei dipinti astratti che adornano la casa della madre, tra Berkeley, città della California che è stata l'epicentro della rivoluzione hippie, e Cambridge, sede dell'università di Harvard. Quando non scrive, insegna giornalismo scientifico e saggistica creativa in entrambe le università. Una notte circa 10 anni fa, durante una cena con gli amici a Berkeley, sentì la storia di uno dei suoi ospiti, "una psicologa di primo piano", e le sue esperienze con l'LSD che aveva riprovato, da lei considerato "intellettualmente stimolante e prezioso il proprio lavoro". Pollan gli chiese se intendesse condividere queste scoperte con i suoi colleghi. La donna lo guardò come se stesse contemplando la follia di un pazzo. Il giorno successivo, il giornalista rovistò nella sua casella di posta elettronica finché non trovò un articolo scientifico che Bob Jesse gli aveva inviato un paio di anni prima e al quale non aveva prestato molta attenzione. Si rilesse le conclusioni di uno studio della Johns Hopkins condotto su 30 pazienti senza precedente esperienza lisergica, a cui era stata somministrata "una dose sintetica significativa" di quella droga o un placebo attivo. Era intitolato: La psilocibina può causare esperienze mistiche con un significato personale sostanziale e sostenuto e una grande importanza spirituale, e ha lo scopo di dimostrare esattamente questo, il potenziale dei funghi allucinogeni per chi cerca una piccola trascendenza. Pollan fu sorpreso dall'uso di parole come "mistico" o "spirituale" in un ambiente piuttosto empirico. "Ha coinciso con un momento in cui sentivo di non avere nulla di nuovo da dire sul cibo", ricorda. "Così ho sospeso quello che stavo facendo e ho iniziato a indagare" .. L'autore ritiene che la sperimentazione clinica sia una delle pietre miliari iniziali del viaggio di ritorno della psichedelia al rispettabile ambito medico. Gli altri due, entrambi a partire dal 2006, stanno celebrando in Svizzera il centenario della nascita di Albert Hofmann, scopritore dell'LSD (morto a 102 anni), e la decisione unanime della Corte Suprema degli Stati Uniti di permettere ad una piccola setta di importare dal Brasile dell'ayahuasca, pozione allucinogena usata nei loro rituali e contenente DMT, una sostanza illegale (i giudici hanno valutato più importante la libertà religiosa rispetto alla proibizione dei narcotici). Così, inavvertitamente, è iniziata la rinascita della ricerca scientifica sulle droghe psichedeliche, un "cambiamento culturale" che ha però le sue resistenze. "Ho sentito medici dell'Università di New York dire che molti dei loro colleghi oncologi sono contrari alla somministrazione di allucinogeni ai loro pazienti oncologici", spiega Pollan. "Non mi piace l'idea di somministrare del crack", ci viene detto, opinione che mostra soprattutto una grande ignoranza". I dettagli della genesi della prima ondata psichedelica sono, come parte della grande storia della controcultura, più noti di quelli della seconda. Albert Hofmann ha sintetizzato l’LSD per caso nel 1938 in un laboratorio a Basilea (Svizzera), ma lo ha sperimentato cinque anni più tardi, con una soluzione più potente (una sola goccia è sufficiente per dare allucinazioni per circa 10 ore). Quel giorno, Hofmann tornò a casa in bicicletta. Durante quel viaggio inaugurale, controllò per la prima volta gli effetti inaspettati della sua creatura. Il nuovo farmaco, che è legalmente esportato negli Stati Uniti dai laboratori svizzeri Sandoz, ha goduto di una buona reputazione, più o meno nello stesso momento in cui l'esperienza messicana con i funghi del banchiere di New York, R. Gordon Wasson, ha tenuto la copertina della rivista Life (che ha avuto una tiratura di 5,7 milioni di copie). Erano gli anni della luna di miele tra allucinogeni e opinione pubblica americana. Due molecole potenti, dietilamide dell'acido lisergico e psilocibina, utilizzati in Messico e America centrale per centinaia di anni, avevano lasciato un segno profondo nella storia sociale, culturale e politica del Novecento, grazie allo scrittore Aldous Huxley, che ne divenne bene presto entusiasta, e grazie all’attore Cary Grant, che ha decantato le virtù di un buon viaggio (in realtà, era stato sottoposto a 60 sedute, al termine delle quali sentiva che "tristezza e vanità erano scomparse", così come disse in un'intervista nel 1959). L'istituzione psichiatrica vide davanti a sé un orizzonte di possibilità mentre Richard Alpert e l’estroverso Timothy Leary facevano esperimenti con la psilocibina all'Università di Harvard, fino a quando furono vietati dopo uno scandalo che ebbe eco sulla stampa nel 1963, scandalo che secondo Pollan mette fine al periodo d'oro delle indagine con psicotropi, anche se fino al 1977 questo periodo sopravvisse furtivamente in una unità psichiatrica dello Stato del Maryland per "trattare l'alcolismo, la schizofrenia e il malessere esistenziale dei malati di cancro". Gli storici degli anni Sessanta, spesso definiscono ciò che è venuto dopo Harvard con un'immagine efficace: psichedelici che saltano il muro del laboratorio per catturare i sogni e gli incubi di una generazione che ha scoperto l'LSD come un rito di passaggio, affascinante, spaventoso e radicalmente diverso dalle iniziazioni attraverso cui i loro genitori erano passati. La cosa già era fuori controllo quando, nel gennaio del 1967, l'estate dell'amore, circa 25.000 hippy ascoltarono ad Human Be-In, il famoso Festival di San Francisco, l’invito a sintonizzarsi e fluire (“Turn on, tune in and drop out”) di Leary, forse la figura più controversa in questa storia; un ragazzo che in meno di un decennio passò dall’essere un professore anonimo con giacca ad un fuorilegge vestito con una tunica e considerato la bestia nera della società americana. Quando i Beatles, dopo le loro esperienze psicotrope, consigliano di superare le vertigini iniziali e abbandonarsi a un'esperienza lisergica - "Disconnetti la mente, rilassati e fluttua a valle", canta John Lennon in Tomorrow Never Knows-, l'LSD, fu subito bandito, consumato per scopi non scientifici da decine di migliaia di giovani dai capelli lunghi che avevano abbandonato la famiglia per il rock psichedelico alla ricerca del sogno hippy. Leary era considerato "l'uomo più pericoloso d'America" (nella definizione di Nixon), e i media, i genitori e gli insegnanti diffondevano notizie false per terrorizzare i potenziali consumatori, narrando di ragazzi che dopo aver preso un acido erano diventati ciechi guardando il sole. Una storia che persuase il giovane Pollan a scommettere su di essa, era quella che circolò nei primi anni settanta e che assicurava come il consumo di LSD potesse "danneggiare i cromosomi". Nel libro, il giornalista sostiene che è praticamente impossibile morire per overdose di questo farmaco o di psilocibina e che nessuna delle due sostanze crea dipendenza. "Dopo averle provate una volta, gli animali non cercano una seconda dose e l'uso ripetuto da parte delle persone riduce il loro effetto. È vero che le esperienze terrificanti che alcune persone hanno sperimentato con le droghe psichedeliche possono trascinare in stati psicotici, quindi nessuno con una storia familiare o predisposizione alla malattia mentale dovrebbe prenderle". È anche vero che le persone possono fare cose davvero stupide sotto la loro influenza. Cose come attraversare la strada senza guardare, gettarsi nel vuoto o suicidarsi. "I viaggi sbagliati sono molto reali e possono diventare una delle esperienze più difficili della vita. È quindi importante sapere che cosa può accadere quando questi farmaci vengono utilizzati in situazioni incontrollate, senza prestare attenzione all'atteggiamento e allo scenario, a differenza di come avviene in condizioni cliniche, dopo un attento esame e sotto supervisione. Da quando la ricerca controllata è stata riattivata dagli anni '90, quasi un migliaio di volontari ha ricevuto dosi e non è stato segnalato un singolo evento negativo grave ". Ecco una domanda chiave: Pollan non parla nel suo libro dell'uso ricreativo delle droghe, né del fatto di portarle in giro per strada, ma del loro impiego sotto controllo medico. "L'evangelismo di Leary ha coinvolto tutto cancellando il confine tra scienza e partiti presi", avverte. Gli psiconauti più esperti attribuiscono grande importanza a due concetti: l'insieme (lo stato mentale in cui si è al momento del consumo) e l'impostazione (condizioni ambientali). Gli esperimenti descritti nel libro si svolgono in luoghi simili allo studio di un dentista, con il paziente sdraiato, con le cuffie, la musica soft e una maschera messa per favorire l'introspezione. Così si lavora da anni in istituzioni come le università di New York, Los Angeles, New Mexico, Zurigo o Londra Imperial College, che ha un programma che studia l'influenza delle sostanze psicoattive nell'attività cerebrale. Nel mese di settembre, gli esperti della Johns Hopkins hanno chiesto alle autorità statunitensi di autorizzare farmaci di psilocibina nell’ambito di quelli più pericolosi (dove, dal 1970, è catalogato insieme all’'eroina) per inserirlo accanto al Valium o Xanax nella categoria IV delle sostanze con scarsa potenzialità di abuso o dipendenza. Per Pollan, il divieto di uso scientifico di sostanze psichedeliche per decenni, a causa degli eccessi degli hippies negli anni sessanta, è come se fosse stata esclusa la morfina medica in virtù delle devastazioni causate dall’eroina. Per farvi una nuova opinione in merito, ecco una galleria di personaggi eccentrici che hanno speso la loro vita per cercare di cambiare la stessa: oltre Hofmann e Leary, troviamocpersone come Paul Stamets, che si basa sull'intelligenza di funghi (e non solo allucinogeni ) per salvare il mondo (ha un TED talk che ha superato 4,5 milioni di visite); Al Hubbard, che ha introdotto circa 6.000 persone all’LSD tra il 1951 e il 1966 e ha contribuito a definire il protocollo terapeutico che rimane valido ancora oggi; o Myron Stolaroff, che ha lasciato un incarico manageriale presso Ampex, un'azienda pioniera della Silicon Valley, per dedicarsi alla ricerca lisergica. Il saggio è anche una testimonianza della testardaggine della generazione del baby boom, nata durante il periodo che seguì la seconda guerra mondiale. Molti di coloro che hanno dato una spinta alla ricerca nei primi tempi, sono anche dietro la rinascita degli ultimi anni. Dopo aver ascoltato una dozzina di racconti di esperienze "mistiche e significative", Pollan si è sentito pronto a superare la paura e provare "sotto supervisione" una dose elevata di tre sostanze: LSD, psilocibina e DMT. Nel suo libro non prende in considerazione quei farmaci per i quali non ci sono studi scientifici, come l’ayahuasca (che sta vivendo un boom anche al di fuori dei paesi del Sud America, dove è stato utilizzato per secoli) oppure microdosi di LSD, la cui assunzione rituale a giorni alterni di quantità impercettibili della sostanza viene praticata nella Silicon Valley come strumento per migliorare le prestazioni e la creatività. (Pollan vi intravede una logica perversa: "E' la manovra tipica del capitalismo, prendono un farmaco come l'LSD, con un alto potere sovversivo e anti-gerarchico, e lo trasformano in qualcosa di produttivo e utile, come un caffè"). Per i viaggi, spiega il giornalista, avrebbe preferito partecipare come volontario in una delle prove sperimentali di un'università "vicine ad un pronto soccorso dell'ospedale", ma non accettano "la gente con uno stato normale di salute." Ha dovuto ricorrere alla corporazione sotterranea dei consiglieri psichedelici che lavorano in clandestinità; preparare i volontari, accompagnarli durante l'esperienza e dare loro consigli a posteriori per assimilare l'esperienza. Ha avuto l'aiuto di Fritz, un tedesco che vive in pensione sulle montagne; Maria, "una donna negli anni sessanta sobria e compassionevole", e Rocío, "terapeuta messicano di 35 anni". Il capitolo che ha come titolo “Diario di viaggio”, è "la cosa più personale" che abbia mai scritto, utilizzando il suo ruolo di giornalista per chiacchierare di ciò che accade agli altri e di ciò che accade nella vostra mente. Nei loro esperimenti si descrive "un torrente di amore" per tutti le persone che fanno parte dei tuoi affetti, si fonde con una suite per violoncello di Bach e si sente sparire "disintegrato in una nuvola di coriandoli da una forza esplosiva che non poteva essere" nella sua testa. Queste pagine sono anche tra le più imbarazzanti della sua opera. Come quando descrive la voglia di urinare nel bel mezzo di una corsa. "L'arco di piscio che ho rilasciato era davvero la cosa più bella che avessi mai visto, una cascata di diamanti che cadono in una piscina, rompendo la superficie con miliardo di frattali sonori di luce", scrive. "Mi sono imposto di non lasciarmi sopraffare dalla vergogna", si scuserà durante l'intervista. "Non è facile narrare un'esperienza essenzialmente ineffabile. E poi c'è il fatto che la maggior parte del mio pubblico non l'ha mai fatto, quindi ho dovuto essere molto didascalico". Dalla lettura delle sue avventure c'è la sensazione che Pollan, che non ha ancora provato droghe, resti alla porta dell'esperienza mistica che stava cercando. Alla paura di deludere i suoi fan, più abituati a leggere sull'estesa coltivazione del mais in Iowa o sulla lenta cottura del maiale, ha aggiunto le preoccupazioni legali. "Avevo paura di mettere i consiglieri a rischio". Prima della sua pubblicazione, il testo è stato revisionato "con due avvocati". Il saggio è stato pubblicato negli Stati Uniti a maggio con un'ampia copertura mediatica e "sorprendente accoglienza critica e commerciale". "E hanno detto che i libri sulle droghe non vendono bene", dice. "Ho ricevuto un sacco di chiamate e messaggi da parte dei lettori che soffrono di ansia, depressione, paura o qualche tipo di dipendenza, e mi hanno chiesto aiuto per capire come partecipare a un esperimento. In questo momento, temo, la domanda supera di molto l'offerta." Alla domanda se crede che questa attenzione conferma che la rinascita psichedelica non può più tornare indietro, ha risposto: "Direi di sì, soprattutto per la crisi della salute mentale globale che stiamo vivendo. Abbiamo bisogno di risposte alternative. Non c'è stato alcun progresso significativo in questo campo dalla scoperta degli antidepressivi alla fine degli anni '80. Rispetto a quando ho iniziato a scrivere il libro, oggi siamo più vicini al giorno in cui sarà consentito l'uso medicinale delle droghe psichedeliche." Inoltre, potrebbe essere utile il fatto che nel contesto della guerra alla droga, le sostanze psichedeliche sono lontane dal fronte della battaglia per sostanze come gli oppiacei o la cocaina. "Neanche le aziende farmaceutiche sembrano ansiose di entrarci: non sono redditizie, non ci sono brevetti da sfruttare e non possono essere presi ogni giorno. E sai: le grandi aziende sono più interessate ai farmaci che devi prendere ogni giorno. (articolo di Iker Seisdedos, pubblicato su El Pais semanal del 28/10/2018) 27-10-2018 20:00 I diritti di base si sciolgono sul globo Redazione Come le civiltà, le democrazie sono mortali. Moribonde? Alcune no: i regimi democratici nono sono mai stati così tanti sul Pianeta e molti di loro sono solidi. Non siamo negli anni 30. Ma un nuovo male vola su di loro, un male più insidioso, più pernicioso, un male che viene dall’interno e che consuma la cultura democratica. Il mappamondo che ne pubblichiamo mostra l’estensione: in numerosi Paesi, il nazional-populismo non smette di guadagnare terreno. Punto di dittatura aperta. Ma una conquista progressiva che, a nome della nazione, tradisce lo Stato di dritto, abbassa il confronto pubblico, erode le libertà, emargina le minoranze, attacca il diritto delle donne e presenta un po’ ovunque lo straniero come un bieco emissario. “Liberté, égalité, fraternité”, dice la Repubblica francese. “Identità, sicurezza, intolleranza”, rispondono i nazionalisti. Metodi legali, un appello alla sovranità popolare, poca violenza fisica: il fascismo non è alle porte. Ma ovunque gli stessi tempi, le stesse semplificazioni, gli stessi slogan aggressivi e in linea di massima dominanti. Ci sono le “democrature”, come la Turchia, passata sotto la cappa del sultano Erdogan. C’e’ soprattutto la vittoria dei partiti reazionari, fusi in uno stampo costituzionale, al potere in Italia, in Ungheria, in Usa e nelle Filippine. E presto, bisogna farsene una ragione, in Brasile. Ci sono infine un po’ dovunque, questi partiti xenofobi, omofobi, declinisti, climatoscettici nella maggior parte dei casi, rapidi in materia di sicurezza, retrogradi in materia di costumi, che riempiono le urne e che svuotano le teste a beneficio di affetti sommari, mobilitazioni semplicistiche, una sorta di marea brunastra che si insinua in regimi fino allora ufficialmente dedicati al progresso e alla libertà. Epidemia Una sociologia pigra criminalizza la crisi economica, le ineguaglianze, le fratture sociali. Esse giocano il loro ruolo, relegando una gran parte delle classi popolari in una miseria relativa e un malessere urbano o campagnolo che alimenta un sentimento di abbandono, offrendo un terreno fertile ai demagoghi. La versione liberale della mondializzazione minaccia gli acquisti, fa crescere le differenze di reddito, mina le protezioni, offusca i punti di riferimento, nasconde il futuro dei più svantaggiati. Il liberalismo senza freni, foriero di nazionalismo. Ma l’epidemia non si limita ai Paesi poveri o dove vigono le diseguaglianze. La Svizzera, Stato ricco ed equilibrato, ha anch’essa il suo partito intollerante, così come le nazioni scandinave e i Paesi Bassi, che hanno fatto tanti sforzi a favore della protezione sociale e dell’integrazione. La crisi economica crea una scena. Essa non spiega nel particolare. Sono le fatture culturali, societarie, che fanno la vera differenza. “Siamo a casa nostra!”. Dovunque, lo slogan riassume l’umore dei popoli. Questo è ciò che rende il compito dei democratici, dei progressisti o di sinistra, così difficile, di coloro che si dedicano alla tolleranza e all'apertura. Cosa rispondere a coloro che sentono di non appartenere più? Che sono razzisti? Un po’ poco. Allo stesso modo, la predicazione a favore del "vivere insieme", sotto tutti gli aspetti ma anche ottimistico quando i quartieri si trasformano in ghetti, le comunità si spiando e talvolta si affrontano, e le città concentrano tutti i mali e i villaggi vivono nell'angoscia della negligenza. Capro espiatorio In queste condizioni, l’identità e la nazione diventano il solo patrimonio di coloro che non hanno, mentre come il rifugio identitario rassicura simmetricamente le minoranze lasciate fuori dei muri. L’immigrazione diventa naturalmente, nella popolazione, il capro espiatorio di tutti i risentimenti. Spesso spiega l'improvvisa svolta di questo o quel partito che perora la chiusura. In Germania, in Svezia, in Danimarca, tutti Paesi generosi e aperti, ha suscitato una reazione politica devastante. In Italia, l’umiliazione di un Paese lasciato dall’Europa solo di fronte all’ondata migratoria del 2015, ha fatto da propulsore per la Lega, fino a quell’epoca confinata nel regionalismo nordista, oggi in testa nei sondaggi dei voti popolari. L’insicurezza gioca anche il suo ruolo. E’ l’impotenza della democrazia filippina nel contrastare il dilagare delle bande che spiega la vittoria di Rodrigo Duterte, che ormai combatte queste bande con metodi da gangster. E’ la stessa che ha gonfiato la popolarità di Jair Bolsonaro, questo militare nostalgico della dittatura che domenica sta per conquistare il potere in Brasile. Il rifiuto delle élite, infine, riunisce la maggior parte dei voti populisti. Elite corrotte, come in Basile; élite ritirate sull’Aventino della loro prosperità, come in tanti Paesi, vivendo in un mondo aperto, protetto dalla barriera dei prezzi dell’immobiliare nelle grandi capitali; élite impotenti, soprattutto, le cui promesse di recupero sono un fiasco, dove il liberalismo economico crea incomprensione e collera, così come sono tagliati fuori dal resto della popolazione. Quando la democrazia classica, conservatrice o socialdemocratica, non riesce a far fronte ai mali della società, quest'ultima si volta verso un regime più muscoloso, più intollerante, più chiuso, che invoca il declino a favore di un discorso nazionale aggressivo e l’immigrazione per alzare nuovi muri e frontiere. Su questo, la lezione degli anni 30 è sempre valida. Senza aver frenato la crisi economica, reso un futuro per la nazione, mantenuto l'ordine civico, superate le divisioni culturali e sociali, le democrazie d’Europa (Italia, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna o Francia) sono cadute una dopo l’altra sotto i colpi del fascismo. Per aver dato speranza alle classi popolari, dato una prospettiva alla nazione, messa insieme con abilità una coalizione politica intorno al suo progetto, Roosevelt ha vinto sui leader populisti del suo tempo, Lindbergh, Huey Long o il padre Coughlin, anche perché la crisi del 1929 fu più violenta in Usa che in Europa. Pericolo La casa brucia e si guarda altrove. Vero per il clima, l’aforisma vale anche per la democrazia. Il pericolo è reale, palpabile, immediato. Gli ingredienti del nazional-populismo sono presenti, sotto i nostri occhi. I rimedi? Sono facili da dire. E la messa in opera che manca. Una politica umana di immigrazione, impostata su accoglienza e apertura, ma un’apertura organizzata, con regole stabili e chiare. Un rifiuto repubblicano – tollerante ma fermo – della deriva comunitaria che è l’anticamera dello scontro. Una politica economica rivolta verso la protezione e la promozione delle classi popolari, anche per gettare alle ortiche la deleteria camicia di forza dell'ortodossia. Riforme sociali che non siano sinonimo di sacrifici, chiedendo agli stessi, ma che restaurino in modo tangibile l’idea di progresso. Un progetto per la nazione, che renda alla stessa la sua vera identità, fondata sulla giustizia e la libertà, all’opposto dei confini etnici. Un comportamento delle élite, infine, che le faccia uscire dalla loro torre d’avorio e le riconcili con il resto della popolazione, da una comprensione delle difficoltà che la globalizzazione impone ai popoli, ad un atteggiamento di rispetto e non di lontana commiserazione. Questa condizione è cruciale: senza di essa, l’invecchiamento della classe politica continuerà a prevalere, a beneficio dei nemici della libertà. Ci vuole una consapevolezza urgente. Ovviamente, siamo lontani … (articolo di Laurent Joffrin, pubblicato sul quotidiano Libération del 27/10/2018) 27-10-2018 18:15 Legalizzazione cannabis. Il voto di medio mandato in Usa Redazione  Ecco il resoconto delle consultazioni elettorali sulla cannabis per il voto di medio mandato del prossimo 6 novembre in Usa. La situazione attuale L'ultima elezione degli Stati Uniti nel 2016 è stata nel migliore un contenitore di diversi quesiti per molti americani. Mentre la cannabis si è dimostrata vincente nelle urne elettorali - con la legalizzazione di nuovi programmi di marijuana medica o ricreativa in Arkansas, California, Florida, Maine, Massachusetts, Nevada e Nord Dakota - per i progressisti si è trattato solo di un palliativo, perché in tanti avrebbero preferito prevalere il candidato presidenziale democratico. Da allora, l'amministrazione del presidente Donald J. Trump ha diviso gli americani con politiche controverse, retorica e nuove nomine di alti incarichi, tutti apparentemente progettati per alienare gli immigrati, le persone di colore, le donne e i poveri. Coloro che sono rimasti più inorriditi da questo comportamento - tra cui la separazione delle famiglie degli immigrati al confine tra Stati Uniti e Messico, una grande riduzione delle tasse per i plutocrati americani e la scelta di un presunto attaccante sessuale alla Corte Suprema - sperano che tanti elettori votino per i candidati di sinistra al Congresso, forse permettendo ai democratici di riprendere il controllo del potere legislativo rispetto al governo e, di conseguenza, porre un controllo significativo sul Presidente. Gli attuali sondaggi sembrano favorevoli, ma la vittoria è incerta: gli osservatori elettorali erano anche molto fiduciosi che Hillary Clinton avrebbe guadagnato la presidenza nel 2016, per cui l’ondivago clima politico degli Stati Uniti non è più prevedibile questa volta. L'ascesa di Trump & Co. nelle istituzioni più determinanti del Paese ha rappresentato anche un momento di confusione per i sostenitori della legalizzazione della cannabis, nonché per gli Stati che l’hanno legalizzata e la crescente industria del settore. Nel gennaio di quest'anno, dopo mesi di provvedimenti contro la marijuana da parte del procuratore generale di Trump, Jeff Sessions, lo stesso ha abrogato il Cole-memo del Dipartimento di Giustizia approvato dall'amministrazione Obama a livello federale per non interferire con le norme sulla cannabis legale dei singoli Stati. Anche se non è mai stato legalmente vincolante in prima istanza, l'eliminazione del Cole-memo ha sollevato preoccupazioni tra i sostenitori della cannabis legale, preoccupati del fatto che i federali si stavano preparando per far rispettare il vecchio divieto federale in materia. Tuttavia, ciò, in gran parte e ancora, non si è verificato. Mentre le autorità federali statunitensi che sono stati incaricati di seguire gli Stati dove la cannabis è legale (tra cui California, Colorado e Oregon), finora le stesse si sono concentrate per limitare le operazioni illegali legate alla marijuana nel mercato nero e in territorio federale, anche se ci sono stati recenti episodi di una più ampia repressione per le imprese del settore che, pur se legali nei singoli Stati, avrebbero venduto i loro prodotti a donne in gravidanza, nonché prodotti per il fumo di queste sostanze in contesti in cui avrebbero potuto coinvolgere i minori di 21 anni (i rischi per la salute di tale uso sono ancora oggetto di discussione). Nel frattempo, numerosi tentativi (grazie al GOP) di riforma della normativa federale sulla marijuana al Congresso sono fermi, nonostante alcuni di questi tentativi fossero opera di repubblicani. La legge sugli STATI, co-sponsorizzata dai senatori Cory Gardner (R-CO) e Elizabeth Warren (D-MA), impedirebbe legalmente ai federali di interferire in qualsiasi programma di cannabis approvato da uno Stato, così come, grazie all'emendamento Rohrabacher-Blumenauer non possono intervenire sulle normi statali in materia di cannabis terapeutica. Trump in precedenza aveva manifestato l’intenzione di sostenere le proposte di legge di Gardner e Warren, mentre l’on. Rohrabacher ha da poco fatto sapere che il presidente affronterà la riforma della cannabis dopo queste elezioni... ma dovremmo crederci? I punti fermi di quest'anno Ora, diversi altri Stati stanno affrontando a questione della legalizzazione della cannabis. Martedì 6 novembre, gli elettori del Michigan e del Nord Dakota decideranno se legalizzare la cannabis ricreativa, mentre i residenti del Missouri e dello Utah voteranno sulla marijuana medica. Altri Stati portano al voto altri provvedimenti per l’espansione dei loro programmi sulla cannabis, così come i referendum consultivi che essenzialmente chiedono agli elettori se vorrebbero legalizzarla in una qualche forma, senza che i politici abbiano poi dei precisi vincoli in materia (che presa in giro...). Per quanto riguarda i candidati, di chi può guadagnare la tua fiducia? È una decisione difficile per molti elettori statunitensi, che sono in mezzo a continue battaglie di parte e accuse di disonestà che si scambiano entrambi i contendenti. Di solito è più semplice votare su un'iniziativa singola piuttosto che dare fiducia ad un candidato che ti rappresenti per il futuro. ….. Per quanto riguarda la selezione dei candidati che sostengono effettivamente la riforma della marijuana, ti consigliamo di consultare il Cannabis Voter Project, che contiene informazioni su dove e come ha agito ogni membro del Congresso e i governatori dell'America, e di conseguenza puoi decidere chi sostenere nelle elezioni della tua zona. Non dedichiamo invece tempo a cercare di convincere le persone sulla bontà della legalità (o moralità) di questa pianta - vota saggiamente! Perché il tuo voto conta Le elezioni di medio termine negli Stati Uniti hanno storicamente avuto una bassa partecipazione elettorale, nonostante un grande impegno del presidente che attira una maggiore affluenza. Anche le precedenti consultazioni hanno attirato più repubblicani che democratici, ma questa volta potrebbe essere diverso. Sondaggi e previsioni recenti suggeriscono che il voto a medio termine potrebbe registrare un nuovo record il 6 novembre, ma ciò richiede impegno da parte di tutti coloro che intendono onorare i sondaggi, a prescindere da quello che potrebbe accadere nelle loro vite e indipendentemente dai dubbi sull'impatto democratico delle urne (per quanto fondate possano essere). Questo è stato più facile a dirsi che a farsi (siamo esausti anche dal caos politico della nostra era), ma in queste elezioni c'è una grande quantità di schieramenti simili nei singoli Stati che potrebbero essere sensibilmente spostati gli equilibri di potere nel Congresso, determinando in tal modo cosa Il presidente Trump può e non può fare per quanto riguarda la legalizzazione della marijuana e tutto ciò che ha una certa importanza. Non ti stiamo indicando per chi votare, ma ti stiamo esortando a prestare attenzione alle cause che ti stanno a cuore e far sentire la tua voce a novembre. Con il giusto mix dei singoli eletti, i risultati di questa elezione potrebbero portare avanti importanti progressi in materia di cannabis e altre questioni, oppure, se ci sono cose più interessanti da fare questo martedì, possiamo continuare con lo status quo pazzo dell'America. Sta a noi. Per ulteriori informazioni specifiche sullo stato dei fatti per le linee guida di voto, controlla la guida del Washington Post. E per una lista di candidati di sinistra favorevoli alla cannabis, controlla la lista dei sostenitori dei socialisti democratici americani. Consultazioni elettorali sulla cannabis Di seguito è riportato un elenco completo di tutte le consultazioni statali relative alla cannabis nelle elezioni del mese prossimo. Abbiamo anche incluso alcune descrizioni particolari di ogni iniziativa, quindi non impazzire nel cercare di capire il legalese al tuo seggio elettorale. E per quelli di voi i cui punti di vista sono uguali ai nostri, abbiamo anche aggiunto le nostre valutazioni per ogni consultazione statale. Colorado Emendamento X: definizione dell'emendamento relativo alla canapa industriale Il nostro consiglio: ¯ \ _ (?) _ / ¯ C'è una domanda complicata per gli elettori dello Stato del Colorado, ma riguarda la canapa; una varietà di cannabis che non contiene quasi nessun THC ma è abbondante nel CBD - una sostanza che sta crescendo rapidamente in popolarità grazie ai presunti benefici per la salute, senza l'inebriante quantità di marijuana matura. Il ballottaggio del Colorado chiede agli elettori di affermare o negare l'emendamento X, che eliminerebbe l'attuale definizione di "canapa industriale" dalla costituzione dello Stato e la trasformerà in uno statuto a livello statale, consentendone la revisione a discrezione dei legislatori. Per i sostenitori dell'emendamento, a causa della probabile prospettiva di una riforma federale delle leggi sulla canapa nel prossimo futuro, lo Stato dovrebbe essere in grado di rivedere rapidamente la sua definizione legale di canapa per adeguarsi al governo federale, al fine di mantenere le aziende di canapa - che hanno prosperato con la cannabis legalizzata del Colorado dal 2012 - di competenza del Colorado - competitive a livello nazionale. Ad esempio, se il governo federale legalizza la canapa con un massimo dell'1% di THC, i sostenitori dell'X Emendamento come la Colorado Hemp Industries Association vorrebbero che i legislatori statali cambiassero a loro piacimento la sua definizione, in modo che gli agricoltori possano legalmente coltivare varietà diverse da quelle che sono consentite al momento (la costituzione del Colorado definisce la canapa come contenente meno dello 0,3 percento di THC). Tuttavia i detrattori dell'emendamento - tra cui Robert Corry, uno degli autori dell’originale provvedimento di legalizzazione del Colorado, emendamento 64 - sostengono che una revisione del genere potrebbe minare le forti protezioni che gli agricoltori di canapa hanno attualmente sotto la costituzione statale, che può essere modificata solo dal voto dei cittadini. In teoria, la canapa potrebbe essere nuovamente criminalizzata completamente senza il sostegno costituzionale. Sembra che questa domanda dipenda davvero da quanto gli elettori del Colorado si fidino dei legislatori federali e statali per regolamentare correttamente la canapa, o se preferiscano avere fiducia nella loro costituzione così com'è ora per mantenere lo stato legale della canapa così com'è. Difficilmente, infatti, crediamo che gli abitanti del Colorado approvino questo quesito. California Norme locali per rimuovere il divieto di vendita di cannabis in alcune città La nostra indicazione: Vota Sì Forse ti stai chiedendo, 'Aspetta, non è un'erba completamente legale in California?' La risposta dipende molto da quale parte del Golden State ti trovi. Gli elettori californiani hanno approvato la Proposition 64 nel 2016 per legalizzare la cannabis ad uso adulto ma questa misura ha anche permesso alle municipalità non tanto amiche della marijuana di concedere o meno autorizzazioni ad imprese della cannabis (anche se non possono vietarne l'uso). Due anni dopo, con meno di una su tre città della California che consentono vendite di cannabis di qualsiasi tipo, si torna a votare per far sì che alcune località rivedano le loro passate decisioni in merito. Il prossimo mese, agli elettori di molti di questi comuni verrà chiesto, tramite il voto, se far installare o no i depositi di erba vicino a loro. Oppure, in città dove non sono mai stati bloccati i negozi di generi alimentari a base di cannabis, i cittadini potranno votare sulle tasse sulla cannabis e su come le stesse dovrebbero essere utilizzate. Non è troppo tardi per queste zone perché modifichino i loro regolamenti sulla cannabis legale, ma i cambiamenti incidono sui cittadini che vogliono comunque essere partecipi delle normative locali - il Forum sulla politica in materia di droga della guida della California (vedi al capitolo "Misure di voto locale") è un buon punto di partenza, ma il consiglio di amministrazione di un’azienda del settore, è bene che abbia maggiori informazioni su ciò che viene votato e che lo riguarda. …... Ohio Provvedimenti locali per ridurre le sanzioni penali per possesso di cannabis al minimo consentito dalla legge dello Stato Il nostro consiglio: Vota Sì Sei città nell'Ohio (Dayton, Fremont, Garrettsville, Norwood, Oregon e Windham) hanno la possibilità di ridurre le sanzioni penali per possesso di marijuana. Lo Stato di Buckeye sta ancora preparando un programma sulla marijuana medica da quando i legislatori l'hanno approvato nel 2016, e mentre una proposta di legalizzazione ricreativa potrebbe esserci nel ballottaggio statale nel 2019, il suo destino è tutt'altro che certo. Quindi, mentre gli abitanti dell’Ohio stanno ancora aspettando la possibilità di acquistare legalmente qualsiasi tipo di marijuana, questa è una buona opportunità per questi comuni di spingere in avanti la riforma. Ogni città porrà agli elettori versioni parallele della stessa domanda: la sanzione per i reati minori legati alla marijuana dovrebbe essere abbassata alla pena più bassa consentita dalla legge dello Stato? E’ facile: se vivi in ??una di queste città, vota sì per sostenere le istituzioni che non supportano l'accusa dei consumatori di cannabis! La cattiva notizia è che, anche se queste misure fossero approvate, alla fine spetta ai poliziotti locali decidere se applicarle o meno. Il capo della polizia di Norwood, William Kramer, ha già detto che il suo dipartimento seguirà la legge statale piuttosto che rifarsi alle norme locali, e a prescindere dalla decisione degli elettori, e questa purtroppo la realtà della depenalizzazione, come si vede in altre parti del Paese. Sia New York che Pittsburgh hanno approvato norme di depenalizzazione negli ultimi anni, ma sono aumentati gli arresti e i reati minori legati alla marijuana semplicemente perché la polizia non ha mai effettivamente cambiato le proprie pratiche. Certo, anche questa è l'America, le minoranze comunque sono la maggior parte di questi arresti ingiusti. Questa dinamica inquietante spiega perché la depenalizzazione del possesso di marijuana non può sostituire le protezioni più forti offerte dalla piena legalizzazione, ma nell'interesse di ridurre il danno legale ai consumatori di cannabis, oltre a normalizzarne l'uso dimostrando il sostegno popolare all'istituzione politica, votando per la depenalizzazione è ancora meglio di un divieto incontrastato sull’erba. Michigan Proposta 1: Iniziativa ulla legalizzazione della marijuana Il nostro consiglio: Vota Sì (ovviamente) Questo è probabilmente il più importante quesito per la legalizzazione della cannabis in questa elezione: gli elettori dello stato di Wolverine decideranno sulla proposta 1, che legalizzerebbe l'uso e l'acquisto di prodotti di marijuana ottenuti da rivenditori autorizzati dallo Stato. Gli adulti di età superiore ai 21 anni potranno tenere fino a 10 once di erba in casa, crescere fino a dodici piante in casa e rivedere le attuali normative penali delle infrazioni civili legate alla cannabisi. Le vendite al dettaglio sarebbero tassate al 10% per finanziare il costo dell'attuazione di un programma legale, così come "scuole, strade e comuni in cui si trovano le imprese di marijuana". Come in altri Stati legali, i governi locali saranno in grado di normare la marijuana legale e vietare o limitare le imprese del setrore all'interno delle loro giurisdizioni. Mentre la marijuana medica è legale in Michigan da quando gli elettori l'hanno approvata nel 2008, il sistema è stato solo leggermente regolamentato fino a poco tempo fa, con lo Stato che ha approvato nuove regole nel 2016 e che ha portato a un giro di vite su centinaia di fornitori di farmaci non conformi negli ultimi mesi. Altri sono alla ricerca di nuove licenze per rimanere aperti, ma lo Stato è rimasto indietro nell'approvare le domande, facendo crescere le preoccupazioni tra i consumatori e l'industria. Un recente caso in cui la polizia del Michigan ha arrestato una nonna di 80 anni con una carta di marijuana medica scaduta per avere meno di un ottavo di erba, mette in evidenza anche i rimanenti rischi della legalizzazione solo per scopi medicinali - gli adulti possono ancora essere coinvolti nel sistema giudiziario solo per il possesso una pianta per uso personale. Recenti sondaggi hanno indicato che la maggior parte degli elettori del Michigan è favorevole alla piena legalizzazione, e il suo passaggio sarebbe un momento cruciale per la riforma della cannabis, creando il più grande mercato legale di marijuana nel Midwest. Fai la cosa giusta, cittadino del Michigan: puoi votare per Prop 1! Missouri Emendamento 2: Iniziativa sui servizi sanitari per la salute della marijuana e dei veterani Il nostro consiglio: Vota Sì Emendamento 3: Iniziativa dell'istituto medico di ricerca sulla marijuana e la ricerca biomedica e lo sviluppo di farmaci Il nostro consiglio: ¯ \ _ (?) _ / ¯ Proposizione C: Servizi medici, veterinari, educativi, terapeutici e di pubblica sicurezza Il nostro consiglio: ¯ \ _ (?) _ / ¯ (ma probabilmente vota si) Il ballottaggio dello Show-Me State questo novembre potrebbe rivelarsi particolarmente complicato per molti, in quanto vi sono tre diverse domande di legalizzazione della marijuana medica su cui decidere tra gli elettori. Il sostegno alla cannabis medica in generale sta crescendo nel Missouri, con la State House che ha approvato un progetto di legge all'inizio dell'anno che avrebbe potuto legalizzare i prodotti non fumati della marijuana per i malati terminali (il Senato dello Stato non è riuscito a procedere nell’approvazione). Tuttavia molti residenti dello Stato si sono impegnati per legalizzare la marijuana medica in modo più ampio, ottenendo sufficienti firme per proporre tre diverse normative di revisione. Due di queste proposte sono emendamenti alla costituzione dello Stato, il che significa che se una di loro ottiene l'approvazione degli elettori, non può essere rivisto dai legislatori dello Stato. L'emendamento 2, sponsorizzato dal New Approach Missouri, consentirebbe ai medici di prescrivere cannabis ai malati di una decina di patologie, nonché consentire le attività commerciali legate alla marijuana e autorizzare la coltivazione a casa di un massimo di sei piante per uso medico (ma dovrebbero comunque registrarsi a degli elenchi statali). L'emendamento 3, scritto e finanziato principalmente dall'avvocato e dal medico Bill Bradshaw, consentirebbe l'uso medico e la vendita di marijuana con licenza, ma lo tasserebbe con una percentuale molto più elevata (15) rispetto ad altri due provvedimenti che prevedono di finanziare la creazione di un istituto di ricerca statale per "sviluppare cure e trattamenti per il cancro e altre malattie incurabili o condizioni mediche". Le norme per la marijuana medica dovrebbe essere decise dal consiglio di questo istituto, e non è chiaro se le coltivazioni domestiche sarebbero consentite. La terza proposta - sponsorizzata da Missourians for Patient Care Act, un comitato di iniziativa politica - è molto simile all'emendamento 2, tassando le vendite di cannabis medica ad una percentaule inferiore (2 contro il 4) ma vietando anche la coltivazione domestica. Tuttavia questo non sarebbe un emendamento costituzionale, ma una nuova legge che i legislatori statali potrebbero modificare a loro piacimento. Molti attivisti della legalizzazione preferiscono emendamenti costituzionali proprio per questo motivo: sono recenti gli esempi di legislatori che rivedono le norme sulla marijuana medica al fine di vietare l’uso della cannabis da fumo, come in Florida, o per limitare l’uso in assoluto della cannabis come in Oklahoma, anche dopo gli elettori avevano già approvato disposizioni diverse. Di conseguenza, riteniamo che sia meglio per gli abitanti del Missouri pro-cannabis di appoggiare l'emendamento n. 2, che darebbe una certezza su cui il legislatore potrebbe mettere le mani con estrema difficoltà, garantendo al contempo ai pazienti la libertà di far crescere la propria medicina. Sostieni la marijuana, Missouri, e vai alle urne il 6 novembre! Nord Dakota Proposta 3: legalizzazione della marijuana e Automatic Expungement Initiative (iniziativa di cancellazione automatica) Il nostro consiglio: Vota Sì La proposta di voto dello Stato di Roughrider per la legalizzazione della cannabis è piuttosto radicale per questa popolazione normalmente conservatrice. Se approvata dagli elettori, la Proposta 3 consentirebbe a tutti gli adulti oltre i 21 anni di possedere, utilizzare, coltivare e vendere cannabis senza restrizioni (!) - ma essendo una proposta di legge e non un emendamento costituzionale, vai sicuro che i legislatori faranno norme più severe di quanto proposto ai firmatari. La Misura 3 modificherebbe anche il codice attuale per richiedere "la cancellazione automatica della registrazione di un individuo che ha una condanna per droga per una sostanza controllata che è stata legalizzata". Mentre la California è appena diventata il primo Stato della nazione a richiedere tale giustizia retroattiva per gli ex-condannati per cannabis, il Dakota del Nord sarebbe il primo a imporlo fin dall'inizio della legalizzazione. In fin dei conti, qual è il vantaggio della legalizzazione, se non possiamo essere d'accordo sul fatto che i consumatori abituali non debbano avere precedenti penali per la cannabis? Gli elettori del Nord Dakota non sono ostili alla legalizzazione, avendo precedentemente approvato la marijuana medica attraverso un voto nel 2016, ma lo Stato si è mostrato lento nel concedere licenze ai produttori e ai rivenditori (che non dovrebbero aprire fino al 2019), probabilmente contribuendo alla richiesta per la piena legalizzazione. I risultati dei sondaggi sono stati contrastanti sul sostegno popolare per la proposta di quest'anno, con un'indagine di inizio ottobre che indica che il 59% di chi probabilmente sarebbe andato a votare contrario all’uso ricreativo, mentre un altro sondaggio di questa settimana sostiene che il 51% dei residenti nel Nord Dakota è a favore. Con questa grande incertezza, è fondamentale, per i residenti che hanno una grande considerazione dello Stato, andare a votare per la legalizzazione. È ora di trasformare questo stato rosso in verde, Roughriders! Vota la Proposta 3! Utah Proposizione 2: Medical Marijuana Initiative Il nostro consiglio: Vota Sì Portare al voto una proposta di marijuana medica per gli elettori in Utah è stata una battaglia molto difficile, con i sostenitori della Proposition 2 di quest'anno che hanno dovuto far fronte alla ferma opposizione del Governatore Gary Herbert e della Chiesa mormone, un'istituzione rinomata per la sua potente influenza sugli affari sociali e legali dello Utah. Tuttavia due settimane fa, il governo, i legislatori e i leader della comunità - inclusa la chiesa mormone - hanno annunciato la formazione di un "progetto di compromesso" che creerebbe una distribuzione controllata dallo Stato per la marijuana medica e ne consentirebbe l'uso su prescrizione per determinate patologie, ma molte di meno rispetto a quelle previste nella Proposizione 2. Con la pubblicazione di questo piano, la Utah Patients Coalition, lo sponsor principale di Proposition 2, ha accettato di smettere di promuoverlo nelle pubblicità dei media, mentre gli oppositori si sono impegnati a smettere di far propaganda pubblicamente contro di esso. I legislatori affermano che applicheranno le sue regole indipendentemente dal fatto che la Prop 2 passi o fallisca, il che significa che la marijuana medica legale è una cosa sicura per l’Utah, cioè se si considerano valide queste promesse. I sostenitori della cannabis medica nello Utah sono preoccupati del fatto che se la proposta 2 fallisce, i legislatori non approveranno la loro proposta in merito. Christine Stenquist, fondatrice del gruppo di pazienti “Insieme per l'uso responsabile e l'educazione alla cannabis”, si preoccupa che la proposta di compromesso sia solo un "teatrino politico" e "non pronta per essere approvata". Alla luce dell'incertezza, il leader della minoranza dello Stato Brian King, democratico di Salt Lake City, ha ribadito la necessità di andare a votare per la marijuana medica: "Penso che se la Prop. 2 non viene approvata, ci saranno molte più esitazioni, molte più riserve, quindi credo che abbiamo bisogno di vedere la Prop. 2 approvata". Siamo fermamente d'accordo: la migliore linea d'azione è di riaffermare il sostegno alla marijuana medica votando sì alla Proposizione 2, e inviare un messaggio chiaro ai legislatori dello Utah che non possono rinnegare questo accordo. Nonostante i costumi sociali conservatori, i pazienti dello Utah meritano l'accesso alla medicina a base di cannabis. Wisconsin Proposte locali che chiedono agli elettori il loro parere legalmente non vincolante sui problemi della cannabis Il nostro consiglio: Vota Sì Lo stato di Badger sta diventando sempre più anomalo tra i suoi vicini poiché proibisce ancora la cannabis medica o per uso adulto, ma con questa elezione gli elettori di tutto lo Stato avranno almeno la possibilità di dire come la pensano alle istituzioni. Negli ultimi anni alcuni Stati hanno posto "domande consultive" agli elettori riguardo alle possibilità di legalizzazione. A sud del confine con il Wisconsin, gli elettori di Chicago e Cook County, Illinois, hanno pesato, nel marzo scorso, sostenendo la produzione commerciale e l'uso della cannabis ricreativa, ma le proposte consultive non costringono le istituzioni ad attuare la volontà popolare, funzionano solo come un modo per misurare l'opinione pubblica (la proposta di Cook County ha superato il 68% dei votanti). Questa elezione in Wisconsin, le schede nelle contee di Brown, Clark, Dane, Eau Claire, Forest, Kenosha, La Crosse, Langlade, Lincoln, Marathon, Marquette, Milwaukee, Portage, Racine, Rock e Sauk (phew), come pure nelle città di Racine e Waukesha, conterranno varie domande per valutare l'opinione degli elettori sulla legalizzazione della cannabis medica e/o ricreativa, sulla depenalizzazione in merito, e su come le entrate fiscali che ne deriverebbero potrebbero essere utilizzate. Immaginiamo che i sondaggi privati non siano utili per i politici come sembra essere invece per noi, poiché la maggioranza degli americani in tutto il Paese ha in più occasioni approvato la cannabis. Indipendentemente da ciò, riteniamo che i Badgers dovrebbero trovare il tempo il 6 novembre per dire alle istituzioni perché l'erba legale in Wisconsin non sarebbe un grosso problema. ………… (articolo della rivista Merry Jane del 27/10/2018) 27-10-2018 11:46 Bond e azioni Astaldi: Aduc rappresenta gli interessati nella procedura di concordato Giuseppe D'Orta  Lo scorso 28 settembre la società di costruzioni Astaldi ha annunciato -poi chiesto e ottenuto- una domanda di concordato preventivo con riserva, premessa per il deposito di una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale presso il Tribunale di Roma. Tra le misure annunciate dal Gruppo la concessione in affitto, a due società di nuova costituzione interamente appartenenti ad Astaldi, dei rami d'azienda delle attività in joint venture con partner internazionali e di quelle eseguite direttamente attraverso succursali locali; l'acquisizione di 'finanza prededucibile' (ossia nuovi finanziamenti) e un aumento di capitale in esecuzione del concordato. Astaldi da tempo versava in condizioni di difficoltà dal punto di vista finanziario. Immediatamente si sono mossi Salini-Impregilo ed il gruppo giapponese Ihi, entrambi interessati alla società. I rappresentanti della Astaldi hanno più volte incontrato gli istituti di credito finanziatori, i principali dei quali sono Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm, valutando tra le altre cose anche un accordo di ristrutturazione dei debiti come previsto della legge fallimentare. Accordo che interessa anche i due prestiti obbligazionari in essere. Il primo, convertibile 4,875% scadenza 2024, codice XS1634544248, per 140 milioni e soprattutto l'emissione 7,125% scadenza 1 dicembre 2020, codice XS1000393899, con un nominale pari a 750 milioni ed emessa il 4 dicembre 2013. Il bond, avente taglio da centomila euro e cedola semestrale, è in possesso di un gran numero di investitori al dettaglio.  Quale sarà il futuro dei titoli Astaldi? - Le azioni sono destinate all'azzeramento o giù di lì, dato che in un modo o in un altro ci sarà una forte iniezione di capitale nuovo che comporterà  un'enorme diluizione del capitale esistente. - I prestiti obbligazionari saranno ristrutturati. All'inizio si prospettava un taglio del nominale, ora una conversione in azioni di parte di esso. In ogni caso ci sarà una perdita, e purtroppo non piccola. E' logico che i giochi si faranno ai piani alti, vale a dire tra Astaldi e le banche creditrici, e che i soli obbligazionisti non potranno cambiare la situazione. Ciò che è possibile fare è lavorare affinché, qualunque sia la sorte di Astaldi, venga trovata una soluzione che sia la migliore possibile anche per i portatori di obbligazioni e soprattutto evitare che gli altri creditori, a partire dalle banche, approfittino della situazione per scaricare sui bond parte delle loro perdite. Un risultato non in sede di votazione, dato che i giochi si faranno appunto ai livelli superiori, ma in sede di definizione della proposta di concordato.  Aduc sta già seguendo numerosi azionisti e ancora di più obbligazionisti. Sono stati anche presi contatti col trustee Hsbc Corporate Trustee Limited, incaricato per il prestito 2020. Riguardo invece il rispetto della normativa da parte delle banche che hanno negoziato i titoli, nel complesso il discorso non è agevole perché Astaldi aveva rating B+ all'emissione del bond 2020, rating passato a B due anni fa. E' comunque possibile verificare caso per caso se la banca non abbia prestato la dovuta attenzione nell'avvisare il cliente riguardo il rischio dei bond in sé ed anche in relazione al suo profilo di rischio. Ci possono essere anche stati casi di "spinta" del bond in conflitto di interessi da parte delle banche che sono anche creditrici del gruppo. I precedenti non mancano, e proprio tra le banche creditrici di Astaldi. Gli azionisti ed obbligazionisti Astaldi interessati possono contattarci.   27-10-2018 10:32 Banca Popolare di Bari: il Consiglio di Stato rinvia ancora, ma bond a prezzi da default Giuseppe D'Orta  Il Consiglio di Stato ha deciso ieri 26 ottobre di rinviare alla Corte Europea cinque diversi quesiti, chiedendo di pronunciarsi sulla legittimità: - dell'imposizione di una soglia di attivo al di sopra della quale la banca popolare è obbligata a trasformarsi in Società per Azioni, in rapporto alla normativa europea in tema di aiuti di Stato; - della possibilità di differire o limitare, anche per un tempo indeterminato, il rimborso delle azioni del socio recedente, in relazione alla disciplina in tema di concorrenza nel mercato interno e di libera circolazione di capitali; - della disciplina sulle limitazioni al rimborso della quota del socio in caso di recesso, per evitare la possibile liquidazione della banca trasformata, in relazione alla regolamentazione degli aiuti di Stato; - della facoltà di rinviare il rimborso per un periodo illimitato e di limitarne in tutto o in parte l'importo; - dell'articolo 10 del Regolamento delegato Ue 241 del 2014 della commissione Ue, in relazione alla violazione del diritto di godere della proprietà dei beni di cui all'articolo 16 e dell'articolo 17 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea". Cosa succederà ora? La Banca Popolare di Bari potrà per l'ennesima volta rinviare la trasformazione in Società per Azioni. L'assemblea di metà dicembre, pertanto, non si terrà. Ciò non vuol dire che la situazione resti in sospeso, anzi. Il tempo sta trascorrendo inesorabile, come ribadiamo con frequenza sempre maggiore. Abbiamo appena fatto notare come una "mano amica" abbia bloccato il prezzo delle azioni all'Hi-Mtf ad oltranza, per la precisione fino al momento del crack. Non finisce qui, affatto. La seduta di ieri 26 ottobre all'Hi-Mtf ha visto il prezzo delle obbligazioni subordinate Banca Popolare di Bari 6,5% scadenza 30 dicembre 2021 scivolare fino a quota 60, con un minimo a 59, e con proposte di acquisto oramai inesistenti o quasi, tanto che a tratti il book è deserto. I volumi sono bassi come sempre, ma c'è da dire che i volumi bassi hanno consentito al prezzo di non crollare immediatamente quattro mesi fa, facendolo resistere fino a metà ottobre e consentendo ai più informati di uscire senza molti danni a 88-89-90. Al prezzo di 60, il rendimento netto annuo dell'obbligazione è pari al 23,57%. Una valutazione da default. Non possiamo che ribadire il nostro ""avviso ai navigati" dello scorso 10 ottobre: a Bari c'è una banca che affonda. Prima di assistere nuovamente a migliaia di obbligazionisti (per gli azionisti oramai non c'è niente da fare) che prendono d'assalto le Agenzie, richiedono risarcimenti da parte dello Stato, manifestano davanti alla Regione ed alla Camera, intentano migliaia di cause, ecc. cosa ne direste, per una volta, di intervenire prima? Per tutti gli azionisti ed obbligazionisti della Banca Popolare di Bari, Aduc mette a disposizione il proprio servizio di assistenza specifica. 25-10-2018 16:29 Professione? Filantropo! Filantropia e no-profit nel 2018 Vincenzo Donvito   E’ quanto accade in diversi parti del mondo, ma in particolare in Svizzera, terra propizia alla filantropia, con più di 13.200 fondazioni di pubblica utilità registrate e un “giro d’affari” di 100 miliardi di franchi svizzeri (88 miliardi di euro). E i filantropi – individui, enti privati o pubblici o semi-pubblici – non si accontentano solo di donare, ma vogliono poter misurare l’impatto dei loro finanziamenti filantropici, vogliono vedere i risultati della iniziative che sostengono in ambito culturale, scientifico, delle ricerche, dell’ambiente, dell’educazione, dell’azione sociale, etc. E per farlo occorre avere a che fare con dei professionisti, la filantropia come abitualmente la si concepisce, è roba del passato. Per questo diverse facoltà universitarie hanno avviato dei corsi specifici ad hoc, e non ci sarà da meravigliarsi se fra non molto tempo ci troveremo con specifiche lauree. E per gestire questi fondi, nonché per donarli, ci saranno specifici titoli di studio, specifiche professionalità, oltre quelle che la logica ci fa pensare: non solo, per esempio, un contabile o un commercialista in quanto tali, ma professionisti abilitati ad esser tali per le strutture no-profit e che possono esercitare in questo ambito solo se hanno superato esami e/o ammissioni specifiche. Per dirla con una parola semplice e onnicomprensiva: degli ordini professionali altrettanto specifici a cui ci potrebbe essere un obbligo di iscrizione. Qualcuno si sente di escluderlo visto l’andazzo diffuso in materia di professioni? Se abbiamo, per esempio, un ordine professionale a cui ci si deve iscrivere per poter scrivere su un giornale, altrimenti si è reietti e senza i vantaggi pensionistici e contributivi del caso, cosa c’é di strano se altrettanta iscrizione e altrettanto ordine non debba essere previsto per il no-profit? Non solo, ma anche coloro che donano i propri soldi, cioè i filantropi, perché non dovrebbero appartenere ad un ordine che, di per sé (com’é nella logica degli ordini professionali) dovrebbe garantire professionalità e impegno civico (come ogni ordine dice di fare per il fatto stesso di esistere)? Ci rendiamo conto che è un po’ “tirato” come ragionamento, ma qualcuno si sente di escludere che nel momento in cui vengono delineati, con tanto di università, dei comportamenti professionali in materia, non debba essere seguito quello che abitualmente accade in materia? E’ una preoccupazione che ci nasce anche dal fatto che il settore della filantropia, e quello del no-profit, è in forte crescita ovunque, con pochi risvolti quando ci sono crisi economiche (come quella del 2008) che mettono in enorme difficoltà in tutti i settori produttivi. Una crescita che, innegabilmente, crea profitti, anche se sulla carta si tratta di introiti indirizzati non al guadagno individuale ma devoluti ai fini stessi per cui sono state istituite le singole fondazioni e/o associazioni. Per completare il quadro va ricordato che, tra filantropia e no-profit, diversi Stati ci marciano per – di fatto – aver delegato loro gratuitamente la gestione di quello che viene etichettato come sociale, che altrimenti languerebbe; a fronte degli impegni di questi Stati quasi sempre incartapecoriti su se stessi per far tornare i conti piuttosto che a svolgere il servizio di “mediatori” dell’iniziativa privata (profit, in questo caso). Non è una nostra invenzione che, per esempio, lo Stato italiano, se non ci fossero nonni e zii, oltre a genitori e famiglie e volontari vari, avrebbe molti gravi problemi di gestione dell’infanzia e dell’assistenza sociale e sanitaria. 25-10-2018 11:24 Cannabis legale. Visita in un negozio del Canada Redazione  Il Canada ha attirato l'attenzione di tutto il mondo il 17 ottobre. Non per alcuni calzini fosforescenti del primo ministro Justin Trudeau o per una nuova escalation commerciale con la Casa Bianca. Il motivo è stato la legalizzazione della cannabis ricreativa, che è entrata in vigore in tutto il suo territorio. Si tratta di una normativa che regola la produzione, la vendita e il consumo per uso ricreativo (la cannabis terapeutica è stata legalizzata nel 2001), non quindi un'autorizzazione a fare tutto quello che si vuole con l’erba. Che non si può trovare neanche al supermercato all'angolo. Mi reco in uno dei negozi dove si può comprare la cannabis legalmente a Montreal per vedere come si vive pochi giorni dopo l'entrata in vigore, quando le telecamere dei canali TV internazionali sono sparite. Code di diverse ore "Il prodotto che volevo acquistare è esaurito su Internet. Ecco perché vengo al negozio", dice Karine, una ventitreenne di Montreal che sta in fila mentre accende una sigaretta dietro l’altra. Karine fuma tabacco biondo, anche se qualche altra persona nella fila ha tra le labbra un canna. Non c'è nessun disordine o facce preoccupate. Il negozio online SQDC, accessibile solo dal Canada, offre 68 prodotti, ma molti di questi sono esauriti. È meglio fare acquisti in uno dei 12 stabilimenti che hanno aperto le loro porte nella provincia; tre si trovano a Montreal. Questa filiale si trova a nord di Montreal, di fronte a un centro commerciale molto frequentato. Il giorno della legalizzazione ha dovuto aspettare più di tre ore per entrare nel negozio. Frédéric, 25 anni, viene da Sherbrooke (circa 150 chilometri da Montreal): "La verità è che ho fumato marijuana due o tre volte nella mia vita. Sono qui per curiosità". Coltivata in Canada Un'ora e dieci minuti dopo, è ora di entrare nel negozio. Un agente di sicurezza chiede un documento di identità alle persone che hanno il volto di un adolescente (in Quebec e in Alberta devi avere più di 18 anni, mentre nel resto del Paese oltre 19). Poi un altro agente indica la strada per una seconda stanza. Sembra più una farmacia che un negozio di liquori. La decorazione è sobria e i prodotti sono riposti su scaffali accessibili solo ai dipendenti. Esistono schermate in cui vengono proiettate informazioni sulla varietà dell'erba (sativa, indica, ibrida), sul prezzo, sulla società di produzione e sui livelli di THC e CBD. La legge consente l'acquisto di erba secca, pacchetti di sigarette, oli, pillole e spray per via orale. Il governo federale sta valutando la possibilità di autorizzare la vendita di prodotti alimentari e resine l'anno prossimo. Secondo i dati del SQDC, circa 30.000 transazioni web sono state effettuate il primo giorno della legalizzazione. Ci sono molti scaffali, ma molti sono completamente vuoti. Le vendite hanno superato le aspettative, quindi le aziende di produzione lavorano instancabilmente per distribuire l'erba nel più breve tempo possibile. Isabelle Robillard, portavoce di Hexo, l'azienda con la più grande presenza nei negozi del Quebec, ha dichiarato al quotidiano La Presse: "La domanda è stata tre volte più alta del previsto nei primi giorni della legalizzazione". Un manifesto fa sapere che tutta la marijuana venduta legalmente è stata coltivata in Canada. Un'attenzione personalizzata Una donna sulla cinquantina chiede al banco un olio di cannabis. "E’ finito", risponde un dipendente, sottolineando che è rimasta solo una marca di pacchetti di sigarette. Cosa è conveniente comprare? Il dipendente fa alcune domande sì da poter dispensare delle raccomandazioni, in base alla potenza richiesta, alle abitudini di consumo e al budget. È il momento di scegliere: 3,5 grammi di Helios Flower per 20 dollari canadesi (circa 13 euro). Il prodotto - erba secca - ha il 19% di THC (tetraidrocannabinolo, il principale agente psicoattivo della cannabis) e lo 0,07% di CBD (cannabidiolo, il componente principale della pianta e non psicoattivo). Il dipendente chiede se il pagamento sarà in contanti o con una carta. La marijuana è in un barattolo di plastica protetto da una scatola di cartone. Viene consegnato in un sacchetto di carta, insieme alla fattura e ad un opuscolo con informazioni generali sull'uso di cannabis. La bottiglia ha un'etichetta - simile a quella che appare sui pacchetti di tabacco - dove si legge che consumare l'erba in giovane età aumenta il rischio di dipendenza. La fattura indica che 1,74 dollari in tasse saranno per il Quebec e 0,87 per la città di Ottawa (nfr.: la capitale federale) Dove si può fumare? Sicuramente qualcuno sta già pensando di lanciare un'applicazione per dispositivi mobili che mostri dove può essere consumata l’erba. Il motivo è che ogni governo provinciale e municipale decide dove è possibile farlo. Molti si sono rifatti alle norme relative al tabacco (autorizzare in luoghi pubblici all'aperto, anche se lontani da scuole e ospedali), ma altri hanno optato per politiche più restrittive. Inoltre, i proprietari possono stabilire che i loro inquilini non si facciano canne all'interno di case o appartamenti. "Era più facile fumare erba quando era illegale", dice Assan, un cliente di 42 anni. Justin Trudeau ha motivato la legalizzazione principalmente per due motivi: proteggere i giovani da una sostanza che presenta dei rischi e combattere il mercato nero. Alcuni esperti criticano il fatto che le informazioni diffuse alla popolazione sono state scarse (ad esempio, non tutte le famiglie hanno ricevuto gli opuscoli informativi via posta e radio e televisioni ne parlano poco). Da parte sua, il governo federale ha fatto notare che l'obiettivo è, per il primo anno, di eliminare dal crimine organizzato il 50% del mercato della cannabis. Sembra un obiettivo ambizioso se si prende atto dei problemi di approvvigionamento nei negozi anche online; anche dai numeri diffusi dagli analisti: la domanda annua varia tra 611 e 773 tonnellate. Tuttavia, l'opinione generale è che occorre far passare un po’ di tempo prima di trarre conclusioni precise, visto che l’applicazione della normativa è in via sperimentale. Nel frattempo, la vita in Canada (almeno a Montreal) non è cambiata radicalmente dopo la legalizzazione. L'atmosfera è di celebrazione e dubbio, ma non di terrore. C’è odore di marijuana in alcuni parchi e strade; lo stesso odore che si percepiva mesi o anni fa. (articolo di Jaime Porras Ferreyra, pubblicato sul quotidiano El Pais del 25/10/2018) 25-10-2018 09:48 Il museo come terapia. Prescrizioni in Canada Redazione  Visite al museo prescritte da dei medici. Dal 1 novembre, alcuni medici canadesi possono consigliare ai loro pazienti che soffrono di depressione, di diabete o di malattie croniche di andare a vedere una mostra d’arte a scopo terapeutico. Questa iniziativa, lanciata dal Musée des beaux-arts di Montréal e dall'associazione Médecins francophones du Canada (MFDC), permetterà a migliaia di medici membri di questa associazione di inviare gratuitamente i loro pazienti nei musei del Québec. Queste “prescrizioni museali” sono uniche al mondo, assicura l’istituzione culturale. Per un anno, come spiega la “Montréal Gazette”, questo progetto pilota autorizzerà i dottori del MFDC a fare fino a cinquanta prescrizioni di questo nuovo tipo. Per questa visita gratuita, il paziente potrà farsi accompagnare da un adulto – un infermiere o un famigliare – e due bambini. “Si dimenticano le nostre sofferenze e le nostre ansie” “Sempre più studi lo dimostrano: il contatto con le opere d’arte ha un reale impatto sullo stato di salute fisica e mentale della popolazione”, assicura in un comunicato la dottoressa Hélene Boyer, vice-presidente MFDC. Secondo lei, queste visite culturali permettono di aumentare il tasso di cortisolo e serotonina dei pazienti: “Noi produciamo degli ormoni quando visitiamo un museo e questi ormoni sono responsabili del nostro benessere. Le persone tendono a pensare che non sia efficace per i problemi di salute mentale (…). Ma non è così. E’ anche efficace per i pazienti diabetici, per quelli che fanno delle cure palliative e per le persone che sono colpite da malattie croniche”. Per Boyer, i benefici di una visita al museo potrebbero essere comparabili a quelli delle attività fisiche che vengono abitualmente prescritte dai medici. “Quando si guarda un’opera d’arte, la nostra attenzione va sull’opera e si dimenticano le nostre sofferenze e ansie”, dice il medico. (da un articolo del quotidiano Le Monde del 25/10/2018) ------------------------------------------- AVVERTENZE è un quotidiano dell'Aduc registrato al n. 5761/10 del Tribunale di Firenze. Direttore Domenico Murrone. Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze Tel: 055.290606 URL: https://avvertenze.aduc.it ------------------------------------------- NON DARE PER SCONTATA LA NOSTRA ESISTENZA! Senza il sostegno economico di persone come te non saremmo in grado di informarti. Se ci ritieni utili sostienici con una donazione: https://www.aduc.it/info/sostienici.php -------------------------------------------