Buonasera,
cerco di spiegarle la nostra situazione (mia e del mio compagno) a
grandi linee.
Nell'ottobre del 2019 siamo andati a vivere in affitto in un
appartamento di Roma. Al momento dell'ingresso in appartamento la luce e
l'elettricità risultavano attive, nonostante il proprietario ci avesse
detto che il precedente inquilino aveva regolarmente richiesto la
cessazione della fornitura.
Ad ogni modo telefono ad Acea, mercato libero, per farmi guidare nella
stipula di una nuova fornitura e mi spiegano come procedere per
richiedere un subentro. Nel giro di pochi giorni, sempre nel mese di
ottobre del 2019, il mio compagno invia tutta la documentazione
necessaria e copia del suo documento via mail.
Passano i mesi e non ci arriva nessuna bolletta. Arriviamo ad agosto del
2020 quando dopo l'ennesimo sollecito un operatore Acea mi dice che il
nostro contratto non è mai partito e che, siccome il contratto
dell'inquilino precedente era nel servizio di maggior tutela, allora
anche noi avremmo dovuto rivolgerci alla maggior tutela e non al mercato
libero. Ricominciamo quindi daccapo, richiamo Acea, stavolta servizio di
maggior tutela. Ci arriva il bollettino di circa 67€ per attivare la
fornitura, dopodiché di nuovo nulla, nessuna bolletta, nessun avviso.
Ricomincio un giro di telefonate finché un operatore mi dice che c'è una
situazione anomala sul nostro contatore e di rivolgerci ad Areti per
regolarizzare la nostra situazione. Chiamo Areti e mi inviano un tecnico
a casa che mi sostituisce il contatore e mi fa firmare un verbale. Gli
chiedo peraltro per quale motivo parliamo di verbale e lui mi rassicura
dicendomi che è semplicemente una dicitura ecc ecc. Nel frattempo siamo
arrivati a ottobre 2020.
Dopo vari nuovi solleciti telefonici un'operatrice mi rassicura
dicendomi che verso marzo avremmo ricevuto la bolletta con l'importo di
tutti i mesi precedenti che avremmo potuto tranquillamente rateizzare.
Ora, siamo al mese di febbraio 2021 e ci arriva una bolletta con 400 e
rotti euro di consumo (la casa è piccolissima e siamo solo in due) e un
importo di ben 607€ contrassegnato come FRODE. Al telefono mi dicono che
si tratta di frode per autoattivazione perché avremmo usato
l'elettricità fuori da un regolare contratto, dal momento che a loro la
richiesta di attivazione di ottobre 2019 non è pervenuta. Ricontatto
Acea mercato libero per farmi spiegare cos'è successo e mi dicono che,
contestualmente all'invio della documentazione per attivare la
fornitura, c'era da premere un link di consenso che noi non avremmo
premuto.
Ora, la mia domanda è: dobbiamo davvero, dopo tanto sbattimento, pagare
questa cifra assurda per frode pur trovandoci chiaramente in buona fede?
Del resto se avessimo voluto frodare Acea non mi sarei certo messa a
tempestarli di telefonate, avremmo potuto tranquillamente usare la
fornitura elettrica che era già attiva nell'appartamento e basta, no?
C'è qualcosa che si può fare, quantomeno per ridurre l'importo della
sanzione?
Grazie mille
Daniela, dalla provincia di RM
Risposta:contesti l'addebito per "frode", assolutamente. Questo cio' che dovrebbe fare, nell'ordine:
1. inviare un'intimazione al gestore con raccomandata a/r chiedendo il ritiro dell'addebito ed eventualmente anche i danni:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
2. se alla lettera riceve risposta negativa oppure non riceve risposta alcuna entro 50 giorni, fare un tentativo di conciliazione presso l'Autorita' dell'energia Arera (ex Aeegsi):
http://sosonline.aduc.it/scheda/energia+elettrica+gas+conciliazioni+obbligatorie_25396.php
3. se neanche la conciliazione va a buon fine, si potra' fare causa presso il proprio giudice di pace, anche senza avvocato per importi inferiori a 1.100 Euro:
http://sosonline.aduc.it/scheda/giudice+pace_15959.php