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L’irriverente, in un bar fiorentino, alle prese con le cittadinanze
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L'irriverente di Vincenzo Donvito
31 luglio 2019 12:55
 
  “Ed io che pensavo di essere europeo… c’è scritto anche sul passaporto”. Questa l’abbiamo sentita stamane al bar, accanto al tavolino dove i clienti leggono il giornale dopo che uno di passaggio ha detto: “Oh, Di Maio e la Meloni hanno chiesto la revoca della cittadinanza a Sandro Gozi, ché, eletto al Parlamento europeo nella lista del presidente francese, è anche diventato consigliere di quel governo per gli Affari europei”. Sì, sì, è vero, temono che, essendo a suo tempo stato membro del governo italiano, sveli i nostri segreti ai nemici francesi. “Dai, che dici...”. Si, è vero.

Ora, siccome questo bar è vicino all’Istituto storico della Resistenza, diversi frequentatori son quelli che lavorano lì dentro o che vanno e vengono da lì. E quindi, un signore con gli occhialini tondi che sembrava un intellettuale di prima della metà del secolo scorso: “No. Incredibile. E’ come fece il fascismo con Salvemini, Gaetano Salvemini: con un regio decreto gli cancello la cittadinanza (1). Lo conoscete Salvemini, no? Quello pugliese trapiantato a Firenze che poi finì per diventare americano e ad insegnare ad Harvard. Suvvia, non c’è città o paesello in Italia che non abbia una via o una piazza Salvemini...”. Ah, quello lì; sì, sì, s’è capito. Beh, c’è un po’ di differenza co’ ‘sto Gozi, ma tant’è poveraccio anche lui. “Poveraccio? Ma che la dice. Sarà contento. Tanto non gliela levano ‘sta cittadinanza.. e poi, se anche lo facessero, e prenderà quella francese… che sono Ue anche loro come noi, ed è uguale”. E’ vero, è uguale. Ma allora a che serve? Il solito con gli occhialini rotondi da intellettuale di metà del secolo scorso: “a nulla, a far caciara. Poverina la Meloni, che non sa più che dire e fare per far capire di essere fascista; fra un po’, siccome l’ergastolo non gli andrà più bene e la pena di morte le sembrerà poco.. vedrai che proporrà la gassificazione stile nazi”. Suvvia, non esagerare, e fa così per dire, per sembrare truce, altrimenti come fa a parlare a quelli che crede che la possano votare… “Ma il Di Maio? Sì, è quello che è, ma che gli è preso… ammesso che abbia capito ciò che ha detto oppure è partito in automatico, dopo la Meloni &co, per non lasciarle la scena. Boh, non ci capisco più nulla … e sai che: non me ne frega ‘na sega, che dicano quel che vogliono, tanto io il formaggio francese, che è bono quanto quello nostro, me lo mangio lo stesso, e al supermercato costa come il nostro… ah, già l’Ue, i dazi zero, l’euro... e così noi portiamo da loro le mozzarelle di Caserta e il pecorino di Siena e loro ci portano il camembert... e poi le finte Louis Vuitton (che le originali mi ci vuole un mutuo) le compro lo stesso alla mi’ morosa….”.

E mentre l’omino con gli occhialini tondi cominciava a raccontarci di Salvemini, e poi Calamandrei, e poi Ernesto Rossi, e poi Altiero Spinelli… ché qualcuno fa anche finta di ascoltarlo.. nel bar irrompe un babbo col ragazzino che avrà avuto dieci anni, ordina una spremuta e un caffè, socchiude gli occhi per capire di che si blatera, capisce, fa trangugiare al ragazzino l’aranciata, si ustiona labbra e palato per bere il caffè, paga e va via dicendo al figliolo: andiamo via che qui so' sinistri..
Il mondo è bello perché e vario. W la democrazia.

1 - regio decreto 30 set. 1926, no 1753
 
 
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