Europa, lasciati rapire!
Non negare l’aiuto necessario a risollevare il popolo, a cui tu devi il tuo nome, ma anche e soprattutto i fondamenti della tua civiltà. Che siamo un tutt’uno, che dipendiamo gli uni dagli altri nel bene (che non è così tanto come ci piacerebbe) e nel male (che purtroppo, a volte, è tanto più diffuso di quanto vorremmo), lo sperimentiamo proprio in un momento come questo - sia nella vita degli individui sia nella vita di gruppi ampi e complessi come sono gli Stati. E dobbiamo agire di conseguenza, ribadendo la solidarietà e rispettando la dignità delle persone – singole o gruppi che siano.

Europa, lasciati rapire!
E, superando la pur legittima sfiducia causata dalla confusa avventatezza, con cui il governo greco ha agito negli ultimi quindici giorni, mostra solidarietà col popolo greco. Cambia atteggiamento! Scendi dalla cattedra, dalla quale agiti minacciosamente un indice accusatore! Scendi da quella cattedra, ma non per incalzare la Grecia standole col fiato sul collo, o per umiliarla con pretese insostenibili, bensì per metterti al suo fianco con amicizia e rispetto, proprio per sostenerla in questo cammino così faticoso e doloroso, anche se necessario.

Europa, lasciati rapire!
Perché, se non ti farai rapire dalla generosità – anche se sembra così illogica ai ragionieri – sarai responsabile del fallimento di un sogno, in cui tanti hanno profeticamente creduto fino dai secoli scorsi e molti di noi continuano a credere contro tutto, nonostante tutto – quel sogno degli Stati Uniti d’Europa, i cui primi timidi imperfetti passi hanno assicurato al nostro continente una pace interna che, innovando prodigiosamente rispetto a storiche feroci sanguinose inimicizie, è durata settanta anni. Settanta! Non dissipare, tu, questo patrimonio prezioso con un diniego che potrebbe tornare a metterti a ferro e fuoco – e non solo in senso metaforico.
Abbi pietà di te stessa! Abbi fiducia in te stessa! Abbi il coraggio di cambiare prospettiva!