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Lettera aperta alla ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli
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La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
23 dicembre 2017 10:26
 
Cara Ministra Valeria Fedeli,
un’amica mi ha mandato per Whats App il breve video con il suo ultimo strafalcione (absit iniuria verbis; è solo una questione di realismo). Poi ho visto che il video fa bella mostra di sé anche su Internet – e come poteva essere diversamente? -. Dunque, gogna mediatica senza se e senza ma.
C’è però il fatto che io non sono più così reattiva come in gioventù, quando mi scandalizzavo di errori ben più lievi fatti da qualche collega insegnante, e marchiavo quest’ultima con un soprannome che riecheggiava lo svarione sfuggito alla malcapitata. Ora mi dispiace di essere stata così crudele, anche perché la turba di ignavi e ignave (anche al femminile, sia chiaro) che ci circondava, e che non avrebbe avuto mai e poi mai la prontezza dello sberleffo,  si impadroniva del nomignolo e continuava a usarlo senza ritegno anche quando io, la creatrice, me lo ero dimenticato.
Quindi, cogliendo il suo “più migliori”, ho semplicemente scosso la testa e non mi è scappato neppure il più piccolo sorriso.
Mi sono limitata a chiedermi due cose: la prima: ma non ha sotto mano, lì, al ministero dell’Istruzione, una persona che sappia bene grammatica e sintassi? Perché non cerca un appoggio e lo usa per rivedere i Suoi discorsi, visto che, come in questo caso, li legge?
E la seconda è questa: tra me e Lei, cara Ministra, non ci corrono tanti anni, e quindi Lei, come me, ha fatto le scuole elementari nel “buon tempo antico”, quando i programmi erano di tutto rispetto e ci licenziavano, all’esame di quinta elementare (che era un esame con tutti i crismi di serietà possibili e immaginabili), solo se e quando avessimo dimostrato di essere in grado di leggere, scrivere e far di conto in modo impeccabile (e nell’impeccabilità c’era la correttezza ortografica e alcune regole, tra cui, per esempio, che “sul qui e sul qua l’accento mai non va” e che non si dice “più migliore”, perché migliore è già un comparativo di maggioranza!).
E allora? Cosa Le è successo?
Cara Ministra, lascio la domanda in sospeso. Però, sinceramente, Le dico che avere un ministro dell’Istruzione, specialmente della Sua età, che non padroneggia l’italiano non è una cosa bella. Proprio no.
Ma, nella mia conversione a “U” dall’età giovanile, e forse anche ispirata dallo spirito natalizio, mi limito a offrirmi come Sua consulente personale  (segreta, e ovviamente non retribuita) per rivedere i Suoi testi. Le assicuro che diventeranno impeccabili; oltretutto sono una fanatica del congiuntivo!
Cara, tenera Ministra Fedeli, non si dispiaccia per le prese in giro, ma cerchi seriamente di migliorarsi e/o di farsi aiutare. Anche se dovrà lasciare presto la poltrona al ministero dell’Istruzione, non tralasci di applicarsi nello studio della nostra lingua così bella, così ricca, così duttile, perché essa non merita di essere bistrattata e offesa come purtroppo accade per bocca di tante, troppe persone.
Si corregga fin da subito; ne trarrà forza, mi creda, anche la Sua attività sindacale, che Le auguro di riprendere con slancio al momento opportuno.
Trascorra un buon Natale e che il 2018 Le porti molte soddisfazioni.
 
 
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