testata ADUC
'Unter den Linden' di provincia
Scarica e stampa il PDF
La pulce nell'orecchio di Annapaola Laldi
12 settembre 2020 18:32
 
Premessa: l’espressione “Unter den Linden” è tedesca e vuole dire semplicemente “sotto i tigli”. Tuttavia ritengo che queste parole tedesche, “Unter den Linden” siano conosciute in tante parti del mondo e richiamino alla mente l’omonimo viale che si trova a Berlino, che unisce la Porta di Brandeburgo alla Schloßbrücke (ponte del castello). Esso si snoda su 1400 metri di lunghezza, ha una larghezza di 60 metri, è pedonale, dato che il traffico vi scorre ai lati. Questo viale ha una storia che inizia almeno nel 1647; ha subito la distruzione durante la seconda guerra  mondiale, è rinato a partire dal 1946, quando era nella Germania est.
 
Mi è venuto in mente qualche mese fa, riflettendo su un altro viale, anzi una semplice via “sotto i tigli” che si trova a Empoli, a 35 km da Firenze, via IV novembre che corre parallela alla ferrovia sul lato sud.
Su questa via, anzi sui 115 esemplari di tiglio che hanno, ho letto, una settantina di anni, si è accesa dalla fine della clausura Covid, una disputa animata tra l’Amministrazione comunale e un nutrito gruppo di cittadini. Il motivo del contendere: la decisione dell’Amministrazione di abbattere  44 piante considerate pericolose tutte nel centro di Empoli, di cui ben 22 tigli (su 115, appunto, pari al 19,13% del totale) di via IV novembre.
Quando seppi di questa disputa e della manifestazione popolare del 12 giugno, a cui accennerò tra poco, mi venne in mente che cosa potrebbe succedere a Berlino, e non solo, ma anche in tutta la Germania, e forse in diversi Paesi del mondo, se il Bürgermeister di Berlino, annunciasse che si debba tagliare un buon 19% dei tigli del celebre viale. Non stento a credere che ci sarebbe una sollevazione popolare nella capitale tedesca e un gran subbuglio da altre parti. Non conosco il numero delle piante presenti sul viale berlinese, ma il 19%  fa capire che sarebbe comunque una grave ferita – come lo sarà nella ben più modesta via alberata di Empoli. E, quanto meno, all’Amministrazione della capitale tedesca si chiederebbe conto di come abbia gestito questo patrimonio prezioso non solo in termini di scenografia e di fama internazionale, ma proprio in termini di salute pubblica – delle persone, della fauna soprattutto avicola, ma non solo, e di tutto il territorio.
 
E’ quanto è successo a Empoli, sia pure nei limiti di una città che non ha una ribalta mondiale come Berlino. E ciò benché l’Amministrazione, in un suo Comunicato dell’8 giugno scorso,  avesse richiamato il pericolo rappresentato da questi alberi malati  e avesse assicurato che le piante abbattute sarebbero state sostituite con altrettante della stessa specie (Tilia) che fossero anche “le più adulte possibile, per ridare subito al viale il colpo d’occhio che oggi ha”.
La decisione dell’Amministrazione di abbattere le piante è stata quindi comunque contestata,  anche perché arrivata come un fulmine a ciel sereno, all’insegna del motto: “Gli alberi si piantano, non si tagliano”, e il 12 giugno si è tenuta la manifestazione popolare nella suddetta via a sostegno della permanenza/salvezza di tutte le piante ivi esistenti; in quell’occasione i numerosi partecipanti hanno dato un nome o una dedica a ciascun tiglio, lasciando sulle piante dei cartelli legati con lo spago, che in parte sono ancora leggibili. Così il passante attento, impara che un tiglio è dedicato a Lena Tabellini, “da parte della quarta generazione dei suoi discendenti, che vive sul viale”, mentre un altro è dedicato a Michele Maestrelli, sempre “dalla quarta generazione di discendenti che abitano ancora su questo viale”. E qui si nota come la semplice “via” sia stata promossa, anche giustamente a “viale”. Cosa che del resto fa pure la relazione tecnica.
 
Infatti, in essa, alla parte riguardante la via in questione, la commissione incaricata del controllo delle piante, si esprime in questi termini:
6.2.2 Lotto B – Viale IV novembre Il viale si presenta colmo di vegetazione, con il suo doppio filare che riempie la prospettiva alla vista e rende assolutamente gradevole il transitare sotto le chiome degli alberi”.
Questo è un bel riconoscimento, ma subito dopo cominciano i dolori; la commissione osserva che sul filare nord, parallelo ai binari dei treni, ha constatato “un malessere generalizzato … probabilmente a causa della vicinanza della zolla al cordolo stradale e alla linea di transito asfaltata”, mentre sul filare sud, che corre  parallelo ai caseggiati, la situazione è ancora peggiore: “ I tigli si trovano a dover vegetare su un fazzoletto di terra avvolto nell’asfalto, in una zona dedicata alla sosta e quindi soggetta a continue sollecitazioni antropiche. Gli apparati radicali si presentano, anche in superficie, con danni anche gravi rilevabili. Tale estrema vicinanza fa supporre che il continuo sollecitamento sull’apparato radicale, e gli eventuali lavori di scavo occorsi negli anni per mantenere efficiente il manto stradale o le aree di sosta possano aver causato quanto osservato soprattutto alla zona del colletto e quindi al fusto”. Per concludere: “I danni riscontrati, purtroppo, hanno costretto il qui presente rilevatore in taluni casi ad optare per l’abbattimento urgente, constatando zone di vuoto al fusto e/o al colletto facilmente osservabili anche dall’esterno”.
 
E qui mi pare un obbligo chiedere all’Amministrazione comunale conto del suo operato negli anni passati, del perché le piante di un viale così bello e utile per molti motivi non siano state oggetto di cura attenta e competente; perché, per esempio, invece dell’asfalto a ridosso della base delle piante, non sia stata collocata quella pavimentazione apposita (adottata persino dal Comune di Firenze sui viali!) che lascia respirare le radici e consente agli alberi di catturare l’ormai poca acqua piovana, tenendole protette dal contatto diretto con l’asfalto stesso e anche dal calpestio delle auto che parcheggiano tra le piante.

Forse è vero che è necessario abbattere questi 22 tigli, come accetta – è notizia di oggi – anche la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, interrogata sull’argomento dall’Amministrazione comunale – non so se su sollecitazione di un Comitato di cittadini-, ma il Comune di Empoli dovrebbe imparare due cose da questa triste e costosa esperienza (abbattere degli alberi e ricomprarli e rimetterli a dimora deve costare più che averne sollecita cura): 1. garantire una cura più assidua e competente del proprio prezioso patrimonio verde in modo che situazioni simili non si ripetano in futuro, in primo luogo assicurandosi di avere giardinieri competenti e provetti alle proprie dipendenze, che conoscano gli alberi del territorio comunale uno per uno e li controllino con assiduità, assistendo anche le ditte che ricevono in appalto i lavori di potatura. Che siano potature e non  tagli brutali che lasciano le piante come crocifisse. E 2.  Ascoltare i cittadini, tutti, dialogare con loro e renderli partecipi di decisioni così importanti, facendo loro conoscere per tempo la documentazione in suo possesso, senza metterli di fronte a un fatto quasi compiuto.
Mette in evidenza questa carenza di comunicazione, che viene definita “bipartisan”, perché attuata da ambo i contendenti, Giovanni Mennillo, in un interessante e ampio articolo dal titolo molto chiaro “Tigli di via IV novembre, gli errori di comunicazione e lo scontro frontale”. 
 
Per concludere due parole sull’autorizzazione della Soprintendenza sopra citata, di cui è stata data notizia  proprio oggi, a distanza di tre mesi esatti dalla manifestazione, in cui i 115 tigli di via IV novembre furono abbracciati uno per uno. La riporta un articolo del quotidiano “La Nazione", rendendo noto che, insieme all’autorizzazione al taglio delle piante, la Soprintendenza detta “8 prescrizioni, 5 delle quali riferite agli aspetti archeologici e gestionali dell’intervento e 3 relative agli interventi sulle alberature. In particolare, l’ente invita l’amministrazione a specificare per ciascuna pianta, delle 44 che sono state indicate da abbattere da una relazione tecnica, quali siano in una condizione di salute per cui l’abbattimento è considerato l’unica soluzione percorribile e per le quali, eventualmente, abbia senso prevedere un consolidamento strutturale mediante intervento di stabilizzazione per procrastinarne l’abbattimento.
L’altra indicazione è che per tutte le piante che vanno abbattute occorrerà specificare più nel dettaglio rispetto alla documentazione già fornita l’impegno dell’amministrazione al mantenimento del valore identitario del bene pubblico con particolare riguardo al dimensionamento delle specie arboree e alla congrua contestualizzazione delle stesse nello spazio aperto urbano. Ricordiamo che si sta parlando di alberi presenti nel centro cittadino di Empoli: 6 querce, 6 platani e 5 piante di tiglio in piazza Matteotti, 3 tigli in piazza Don Minzoni e 22 tigli in viale IV Novembre”.
 
A me pare una decisione di grande realismo e saggezza.

 
 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
LA PULCE NELL'ORECCHIO IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS