Giocano a scaricabarile il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e la sindaca di Roma, Virginia Raggi. In mezzo i cittadini. Meglio in mezzo ai rifiuti ci sono i romani.
Iniziamo dal presidente Zingaretti.
Dopo 6 anni di governo regionale, ha varato il piano dei rifiuti nel quale non sono previsti i termovalorizzatori, anzi, fa di più, chiude quello del comune Colleferro (Frosinone), dove affluivano parte dei rifiuti romani.
Proseguiamo con la sindaca Raggi.
Non vuole i termovalorizzatori ma usa quelli delle altre regioni. A dire il vero un termovalorizzatore che fa capo alla sindaca c'è, è quello del comune di San Vittore (Frosinone), che è dell'Acea, società a partecipazione maggioritaria del Comune di Roma. Non è sufficiente, ma è utilizzato, nonostante le avversioni alla termovalorizzazione della sindaca Raggi.
Il risultato è che i rifiuti romani girano per l'Italia o rimangono dentro e fuori i cassonetti. Lo spettacolo è indecente, la puzza pervade l'aria, i romani, che pagano la percentuale addizionale Irpef, regionale e comunale, più alta d'Italia, sono costretti a slalom fra cumuli di sacchi di immondizia.
Questo è, mentre continua lo scaricabarile tra Zingaretti e la Raggi. Non hanno capito che i cittadini vogliono soluzioni non battibecchi, utili per fini elettorali.
Alle elezioni comunali del prossimo autunno, gli elettori romani dovranno decidere se vogliono ancora la gestione dei rifiuti così come proposta da Zingaretti e Raggi.
 
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