Recentemente mio malgrado sono stato coinvolto in un presunto
abuso edilizio in un area parco. Il fatto, nato da rilievi non
appropriati dei tecnici da me incaricati si è comunque risolto con
l'assoluzione.
Tralasciando alcuni fatti nel corso dell'iter procesuale
(scomparsa del fascicolo, carte protocollate non lette che se
lette avrebbero evitoato di andare in giudizio), fatto sta che mi
sono ritrovato in questo percorso allucinante. L'avvocato, che
durante l'iter processuale mi ha tutelato così bene da dimenticare
di convocare i test(!!!), mi ha indicato un perito ingegnere per
eseguire una perizia di parte. Gli ho dato correttamente
l'incarico e a richiesta di preventivo mi ha detto che preferisce
lavorare a ore (56 Euro/h). Il perito è stato l'unico a
partecipare al dibattimento (non avendo l'avvocato convocato per
tempo gli altri teste) ma anche lui non ha consegnato alcuna
perizia, non ha fatto alcun sopralluogo, non ha consultato, su sua
ammissione, alcun fascicolo che mi riguardasse. Al dibattimento si
è limitato a riportare parte della memoria difensiva scritta da un
precedente avvocato (che ho dovuto sostituire per malattia)e
documenti da me forniti (ad avvocato e perito). Di tutto ciò ho
anche le trascrizioni. Ora, dopo quello che ritenevo per la sua
attività un congruo anticipo di 2000 Euro, mi chiede altri 2200
Euro più spese e tasse (Fattura complessiva maggiore di 5000
Euro), a mio parere completasmente ingiustificati. Vi scrivo
perchè ravviso (anche nell'avvocato, ma in modo meno evidente) il
tentativo di approfitare della debolezza di un cittadino che si
trova coinvolto suo malgrado in un processo kafkianamente svolto,
risoltosi non appena sono stati visionati i documenti, e mi sembra
che la giustizia, se così funziona, sia drammaticamente un
teatrino in cui tutti gli attori approfittano, con maggior
accanimento verso chi non è coinvolto d'abitudine in questi
percorsi, del cittadino impaurito proprio perchè ritiene che
l'onestà sia una cosa seria.
Lucio, dalla provincia di PR
Risposta: lei non ci pone un quesito specifico. Tuttavia le richieste del tecnico dovrebbero essere confrontate con i compensi concordati nell'incarico conferito su specifiche prestazioni dichiarate e verificabili. In assenza di un preventivo del professionista la liquidazione di una regolare parcella è pur sempre contestabile, almeno fino al parere della commissione deontologica dell'ordine professionale di appartenenza, al quale potrà legittimamente rivolgersi in caso di mancato accordo bonario.