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Lettera 
25 febbraio 2020 0:00
 
Buongiorno tre anni fa circa è deceduta mia mamma, io sono l’unica erede, mia mamma era una donna invalida al 100% e inabile al lavoro, mi ha lasciato un appartamento in una zona “depressa” della città occupato da extracomunitari che non pagavano da anni nè affitto nè spese condominiali (io ero ignara di questa situazione) e circa 10 mila euro di debiti. Mi sono rivolta all’avvocato che mi ha seguito negli anni passati per una causa di lavoro un incidente e la separazione, indecisa se accettare o rifiutare l’eredità, l’avvocato mi ha consigliato di provare a fare uno sfratto e mandare via gli occupanti, per verificare le condizioni dell’immobile e farlo valutare, affermando che avrei avuto la possibilità di rinunciare successivamente all’eredità. Dopo due anni grazie ad ufficiale giudiziario e polizia gli occupanti sono stati sfrattati, l’appartamento è in pessime condizioni e purtroppo il valore di mercato è molto basso. Ho cercato di venderlo, dicendo all’avvocato che mi sarei presa sei mesi di tempo e poi avrei rinunciato all’eredità. A fine ottobre l’avvocato è piombato nel mio ufficio dicendomi che avrei dovuto al più presto saldare le spese condominiali perché la collega (avvocato) che lavora nel suo stesso studio e che difende il condominio era pronta a farmi un decreto ingiuntivo (premetto che non ho mai ricevuto una lettera di diffida nè una messa in mora nè i consuntivi recenti nonostante l’amministratore sapesse dove risiedo e dove lavoro) perché avendo fatto un atto dispositivo ho accettato tacitamente l’eredità, io ho obbiettato che lui non mi aveva informato di questo ed io avevo ribadito più volte la mia intenzione di rinunciare se non fossi riuscita a venderlo in tempo breve. Ho subito cercato di contattare.
L’amministratore e l’avvocato del condominio per spiegare la situazione che avrei comunque piano piano pagato, ho richiesto tramite telefonata mail ed sms il consuntivo per versare un acconto tra il 19 e il 20 novembre e mai nessun documento è pervenuto. Ho lasciato passare due settimane e poi ho risollecitato, l’amministratore ha finalmente inviato le spese e ho subito provveduto a fare un bonifico di 1000 euro e a comunicarlo sia a lei che all’avvocato è dicendo che al più presto avrei fatto un altro bonifico, ho successivamente contattato un altro avvocato per fare un piano di rientro e tramite lui sono venuta a conoscenza del fatto che il decreto ingiuntivo nei primi giorni di dicembre era già stato depositato e l’appartamento è stato ipotecato nonostante l’avvocato avesse detto al mio compagno che mi dava due mesi per venderlo. L’avvocato che mi ha fatto fare lo sfratto è sparito, e adesso io mi trovo con le spese lievitate di oltre duemila euro e un’ipoteca sull’immobile. Inoltre questa situazione mi sta causando dei gravi problemi di saluti legati alla malattia autoimmune che peggiora con lo stress e sta danneggiando il mio lavoro in quanto ho un’attività indipendente. Potete aiutarmi a capire cosa posso fare?
Daniela, dalla provincia di AT

Risposta:
lei ha ereditato tacitamente l'eredità dal momento che ha dato inizio alla procedura di sfratto. Il decreto ingiuntivo è già operativo ed esecutivo con ipoteca sulla casa; per togliere l'ipoteca deve proporre un piano di rientro della somma complessiva decretata oltre le spese; dopo l'eventuale concessione, non deve saltare alcuna rata per non perdere la rateizzazione; a ns. parere non c'è altro da fare.
 
 
 
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