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Pannello divisorio
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Lettera 
3 agosto 2020 0:00
 
Il mese scorso ho innalzato un divisorio con pannelli in legno fonoassorbenti, a ridosso dell’esistente in vetro smerigliato e ferro, chiedendo al fabbro di riprodurre gli stessi pannelli esistenti, con lo stesso colore grigio. Il legno è bianco lucido e riflette ottimamente la luce.
Al momento dell’ideazione della parete divisoria ho prontamente chiesto l’autorizzazione all’Amministratrice, la quale mi ha detto che io avrei potuto liberamente realizzare quanto ritenessi utile al mio benessere, a patto che non fosse in muratura. Tornavo ad informare l’Amministratrice dell’elevato costo del manufatto, e nuovamente mi diceva che non ci sarebbero stati problemi. Durante
la messa in opera subivo minacce dal figlio della vicina (un idraulico che non abita con la madre), che mi intimava, offendendomi grossolanamente, di togliere immediatamente il manufatto, altrimenti me lo avrebbe rotto in serata. Ho subito
informato il Comandante della Polizia locale, che era in passato dovuto intervenire per un esposto che avevo fatto alla “signora madre”. Il Comandante mi suggeriva di fare una querela.
Mi è giunta notizia che la vicina, pochi giorni dopo, ha messo in tutte le caselle di posta degli inquilini una lettera indirizzata all’Amministrazione con foto del tubo del gas. La lettera si conclude con “provvederò personalmente ad informare tutti i condomini tramite copia della presente”.
E’ lecito tutto ciò?
Il tubo del gas corre lungo la mia proprietà, ed il fabbro ha posizionale un distanziatore di 10.cm al fine di non toccarlo e lasciarlo in sicurezza. (allego foto)
Nella lettera si parla di non sicurezza in quanto avrei reso inaccessibile il tubo del gas.
Inoltre si dice che non ho mai fatto richiesta di autorizzazione ed ho alterato l’estetica ed il decoro della palazzina.
(Sottolineature e grassetti come da copia).
A seguito di ciò l’Amministratrice, che ritenevo così sicura della realizzazione dell’opera in virtù dell’art. 885 e 873 c.c., nonché della sentenza n. 1096/2018 del Tribunale di Roma, mi ha scritto che “mi sollecita alla rimozione della parete divisoria in quanto, oltre a non essere stata oggetto di autorizzazione da parte dei comproprietari dello stabile poiché modifica il decoro del fabbricato, la stessa ha escluso l’accessibilità alla conduttura condominiale del combustibile da parte di tecnici o incaricati Italgas per qualsiasi problema dovesse insorgere”.
Oltre allo sconcerto per il comportamento inqualificabile dell’Amministratrice, la domanda è: “può un inquilino screditare una persona che ha posto in essere un divisorio a motivo della sua privacy e tranquillità?”
Pensavo di mettere nelle caselle la verità: la foto della facciata rimasta inalterata, e del distanziatore per la sicurezza del tubo del gas. Mi dicono che agirei allo stesso livello degli offensori.
Come fare per informare correttamente le persone che il mio comportamento è stato lineare?
Grazie per l'attenzione e porgo distinti saluti.
Pietro, dalla provincia di EE

Risposta:
la sua opera non è innalzamento del muro comune, ex art. 885 cc, ma una modifica della parete divisoria. Bisogna vedere se tale opera modifica il decoro della facciata e se impedisce l'intervento di tecnici alle tubature del gas. E' una questione di prova e interpretazione. Se lei ha prove a suo favore, Risponda all'amm.re che non c'è danno al decoro del fabbricato e al tubo del gas.
Si faccia valere con una lettera raccomandata A/R o PEC di messa in mora:
http://sosonline.aduc.it/scheda/messa+mora+diffida_8675.php
 
 
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