L'indagine di Nomisma 2014 sulle famiglie conferma come non ci sia ancora un rientro delle difficolta' contestuali: l'incertezza sulle prospettive occupazionali e reddituali continueranno a gravare sui consumi (a fine 2013 distanti un 8% dal 2007) e sugli investimenti (-26% dai livelli pre-crisi). La classificazione proposta da Nomisma - che incrocia le diverse caratteristiche finanziarie e patrimoniali in termini di capacita' di generare risparmio, di presenza dell'abitazione in proprieta' e di detenzione di strumenti finanziari - restituisce l'immagine di un paese in cui le famiglie risultano sfiancate dalla crisi. In Italia oltre 10 milioni di famiglie - gli illiquidi (non risparmiano, possiedono un'abitazione, non detengono strumenti finanziari) e i resilienti (non risparmiano, possiedono un'abitazione, detengono strumenti finanziari) - non sono ancora considerate in emergenza, ma non riescono piu' ad avere quella capacita' reddituale necessaria a sostenere le spese familiari e un piu' contenuto tenore di vita.
Da sottolineare come ci siano 6,8 milioni - gli equipaggiati (risparmiano, possiedono un'abitazione, detengono strumenti finanziari) e i tradizionalisti (risparmiano, possiedono un'abitazione, non detengono strumenti finanziari)- in grado di esprimere ancora una resistenza attiva grazie a una rinnovata capacita' di produrre flussi di risparmio, seppure inferiori rispetto a quelli del passato, potendo poi contare su uno stock di ricchezza stabile nel tempo. Al contrario 3,1 milioni di famiglie - gli equilibristi (non risparmiano, non possiedono un'abitazione, non detengono strumenti finanziari) - si trovano sul filo del rasoio, sprovvisti di qualsiasi ancora di salvezza se non la stabilita' di un lavoro e la protezione di una rete familiare allargata. Si tratta soprattutto di famiglie di giovani adulti tra i 35 e i 44 anni che anche a causa di uno scarso livello di istruzione riescono a spuntare sul mercato redditi molto bassi fino a 1.200 euro al mese e, in molti casi, risultano anche monocomponenti.
Considerando l'arco temporale di un anno si riscontrano importanti mutamenti relativi alla rappresentazione dei gruppi familiari: ben 2,5 milioni di famiglie non risultano piu' nella categoria dei resilienti. Da un lato la volonta' di ripristinare un risparmio precauzionale, anche solo minimo in rapporto al reddito disponibile, e dall'altro lato la necessita' di far fronte a degli investimenti primari, anche al costo di dover smobilizzare la ricchezza finanziaria accumulata, hanno consentito in un solo anno l'emergere di 1,2 milioni di nuove famiglie equipaggiate o tradizionaliste. Tale comportamento evidenzia una ormai usuale forza reattiva delle famiglie italiane nel far fronte ad imprevisti futuri - non proprio funzionale alla necessita' di un rilancio della domanda interna - controbilanciata, purtroppo, da quella stanchezza di 700 mila nuove famiglie che nel 2014 sprofondano nella categoria degli equilibristi, in uno stato di game-over in cui qualsiasi nuovo imprevisto potrebbe causare rapidamente un dissesto socio-economico.