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 AMERICHE - AMERICHE - America Latina: grande resistenza all'aborto legale
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Notizia 
23 ottobre 2009 11:32
 
Il rifiuto di discutere delle tremende conseguenze per la mancata regolamentazione dell'aborto -un fatto che costituisce un grave problema di sanità pubblica-, è una delle peggiori maledizioni patite dalle donne di pressoché tutta l'America Latina, che è uno dei luoghi più pericolosi al mondo per nascere donna e tra i più ritardatari nel recepire il mutamento culturale riguardo a sessualità e riproduzione. A nulla serve che le statistiche parlino di 4 milioni di aborti clandestini all'anno o di 4.000 morti di donne che potrebbero essere evitate. Impossibile ottenere che i Parlamenti discutano della situazione o che esponenti politici di peso si pronuncino a favore della legalizzazione dell'aborto volontario. Ancora più incredibile il fatto che, in alcuni casi, le leggi approvate negli anni trenta per autorizzare l'aborto terapeutico (in caso di rischio di vita della madre o per stupro) siano state riformate sì, ma per renderle più rigide. E nei pochi Paesi in cui si tenta di avanzare, la reazione è furibonda. Le timide intenzioni di depenalizzazione si scontrano contro la Chiesa cattolica. L'ultimo episodio è di questa settimana, quando a Bogotà ci sono stati incidenti perché gruppi di donne reclamavano l'applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale che obbliga il Governo a informare, attraverso la scuola, dei tre casi in cui l'aborto è stato depenalizzato (stupro, malformazione del feto e rischio per la vita della madre).
 
 
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