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 ITALIA - ITALIA - Arera. Relazione annuale 2022
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15 luglio 2022 19:12
 
Il 2021 ha visto un’importante ripresa dei consumi di gas a livello globale (+4,5%), con livelli superiori a quelli pre-Covid e giunti oltre la soglia dei 4.000 miliardi di m3. L’aumento della domanda è conseguenza, soprattutto nel primo semestre, della ripresa dei consumi dell'industria e della produzione elettrica, nonché delle condizioni metereologiche che hanno determinato un maggior fabbisogno per riscaldamento. E' quanto emerge dalla relazione annuale 2022 di Arera.

"Nel 2021 produzione italiana al minimo storico con 3,3 mld m3 (-16,7%)"
Nel 2021 minimo storico per la produzione nazionale di gas crollata del -16,7% rispetto al 2020, che già aveva subito una pari riduzione. Sono stati complessivamente estratti 3,3 miliardi di metri cubi di gas naturale: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi situati in terraferma. Dalla relazione si evince che il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020).
Eni controlla meno del 70% della produzione, dal 71,6% dell’anno precedente, a distanza il gruppo Royal Dutch Shell al 16%. Nel 2021 l’Italia ha importato 6,6 miliardi di metri cubi di gas naturale in più rispetto al 2020: le importazioni lorde sono infatti salite a 73 miliardi di metri cubi, evidenziando un incremento del 9,9%rispetto al 2020. Si è fatto un maggiore ricorso agli stoccaggi e a fine anno i prelievi sono risultati di 1.591 milioni di metri cubi superiori alle immissioni (erano 1.076 milioni di metri cubi nel 2020). Il gasdotto TAP, entrato a regime nel suo primo anno di funzionamento ha condotto in Italia 7,2 miliardi di metri cubi, portando l’Azerbaigian al terzo posto nella classifica dei paesi da cui importiamo gas dopo Russia e Algeria.
Nel 2021, quindi, il peso della Russia tra i paesi che esportano in Italia è diminuito al 40% (era al 42,9% nel 2020), mentre la quota dell’Algeria è risalita dal 22,8% al 30,8%. Al terzo posto per importanza, come detto, si è posizionato l’Azerbaigian con una quota del 9,9%. Nella classifica vi sono poi: il Qatar, da cui arriva il 9,4% del gas complessivamente importato in Italia (10,5% nel 2020), seguito dalla Libia, al 4,4% e dalla Norvegia al 2,7% (era al 10,4% nel 2020). L’incidenza delle importazioni dal Nord Europa (cioè da Norvegia e Olanda insieme) si è quindi fortemente ridotta dall’11,8% al 3,1% nel 2021. Dei 73 miliardi di m3 di gas importato in Italia, 9,9 miliardi di m3 sono giunti via nave. Accanto alle tradizionali – e maggioritarie – provenienze dal Qatar e dall’Algeria che insieme incidono per l’82% di tutto il Gnl importato, nell’importazione via nave degli ultimi anni stanno assumendo importanza altri paesi: in primis dagli Stati Uniti, divenuti molto significativi dal 2019, e dalla Nigeria, i cui quantitativi stanno aumentando da tre anni.
Eni rimane al primo posto delle imprese importatrici, con una quota di mercato del 48,4% (47,3% nel 2020). L’aumento delle importazioni di Eni (+15,8%) è di poco superiore a quella evidenziata dal totale delle importazioni nazionali. Insieme i primi tre importatori hanno approvvigionato il 72,4% del gas entrato nel mercato italiano (era 76,1% nel 2020). I volumi di gas esportato sono quintuplicati rispetto al 2020, salendo da 316 milioni di m3 a 1,5 miliardi di m3. L’incremento delle esportazioni, che si è manifestato specialmente nell’ultimo trimestre dell’anno, è stato favorito da una situazione che allora vedeva un’abbondanza di gas e ha reso il gas italiano più conveniente rispetto a quello acquistabile al Ttf.
Nel 2021 il consumo netto di gas naturale in Italia è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1% rispetto al calo record del 2020). I consumi del settore industriale sono cresciuti del 9,7% e quelli della generazione termoelettrica del 5,8%. ‘Commercio e servizi’, il settore che più aveva sofferto per le restrizioni effettuate durante la pandemia, è tornato ai livelli del 2019, segnando un +6,3%. Altrettanto è accaduto per i consumi di gas legati ai trasporti, che sono tornati sui livelli pre-Covid, anche nel settore domestico i consumi aumentano del 10,9%.

"Nel 2021 prezzi spot all'ingrosso agli hub più che triplicati"
Il 2021 ha conosciuto uno straordinario rialzo dei prezzi europei e asiatici. In Europa, i record storici delle quotazioni spot e a breve termine sono stati ripetutamente infranti negli ultimi mesi del 2021. In seguito, verranno ulteriormente superati, dopo il 24 febbraio 2022, dopo l’invasione russa dell’Ucraina. In particolare, nel 2021, in Europa i prezzi spot all’ingrosso agli hub del gas sono in media annua più che quadruplicati rispetto al 2020.
All’hub italiano Psv le quotazioni sono passate dai 19,8 euro/MWh di gennaio ai 109,5 di dicembre (44,6 euro/MWh in media annua). Andamento analogo si riscontra negli altri principali punti di scambio europei. Il Ttf, primo hub europeo per dimensione degli scambi, liquidità e significatività dei valori, è salito da 19,3 euro/MWh a inizio anno a 106,1 euro/MWh a fine 2021 (in media annua 44 euro/MWh). Le cause sono da attribuire a una combinazione di fattori: ripresa rapida dopo la pandemia; interrelazione tra mercati asiatici ed europei, in concorrenza per assicurarsi i volumi di Gnl non legati a contratti a lungo termine; forte crescita della domanda asiatica trainata dalla Cina; volumi di Gnl disponibili sul mercato globale minori di quelli attesi (per minore capacità di liquefazione e colli di bottiglia sulle rotte di trasporto); mancato riempimento degli stoccaggi europei; volumi delle esportazioni russe sui minimi contrattuali degli accordi di lungo termine e quasi cessata immissione da parte di Gazprom di volumi spot sul mercato europeo; effetti di una riduzione progressiva degli investimenti globali nell’upstream.
Dopo il modesto aumento del 2020 (+0,4% vs. il 2019), nel 2021 il commercio internazionale di Gnl ha registrato una crescita del 4,5%, per un volume di 372,3 miliardi di m3. Lato domanda, a livello regionale, la ripresa è stata disomogenea e ha interessato maggiormente l’Asia, che ha registrato un +7%, assorbendo una quota del 73,2% (+2 punti percentuali rispetto al 2020) del commercio internazionale. A trainare l’aumento è stata soprattutto la Cina che con quasi 80 miliardi di m3 (+15% sul 2020) ha superato come primo importatore mondiale il Giappone, che invece ha fatto rilevare volumi stabili rispetto all’anno precedente.

Gas, Besseghini: "Elaborare da subito piani dettagliati per eventuali situazioni crisi"
"L’Autorità ritiene importante che da subito ci si dedichi alla elaborazione di piani dettagliati con cui affrontare eventuali situazioni di crisi nella fornitura di gas affinché anche la gestione della emergenza veda chiari ruoli, tempi e metodi". Ad affermarlo è Stefano Besseghini, il presidente dell'Autorità.
"Crediamo - sottolinea - sia il momento di promuovere con decisione da parte del Governo, di Enea, del Gse degli stessi operatori, campagne informative, vademecum e soluzioni che contribuiscano a risparmiare energia in tutte le sue forme. Tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane".

Energia, Besseghini: "Fase delicata, quadro politico stabile aiuterebbe"
’“Certamente è una fase delicata perché per il prossimo autunno dobbiamo cominciare a lavorarci adesso. I prezzi saranno significativamente alti e quindi riuscire a definire con un interlocutore stabile le politiche prossime è assolutamente importante”. Lo ha detto il presidente di Arera Stefano Besseghin. “È certamente una priorità di cui, anche in questa evoluzione politica, bisogna tenere conto”, ha aggiunto Besseghini. “D’altra parte l’energia è ben presente a livello di governo. Le fasi di instabilità naturalmente rimangono complicate. Prima delle elezioni si possono cominciare almeno alcuni interventi che diano qualche certezza. Non dimentichiamo che molto è stato fatto anche in questa fase per mettere in sicurezza l’energia, e gli stoccaggi migliorando e consolidandosi. L’Autorità ha fatto diversi interventi per abbattere i costi per gli operatori, per stabilizzare i rischi. Naturalmente un quadro stabile, come ho detto, aiuterebbe molto gli interventi”.

Besseghini: "A fine 2021 poco più del 60% dei domestici elettrici sul mercato libero"
"Nel 2021, come negli anni precedenti, si conferma un progressivo e costante accesso dei clienti finali al mercato libero, tanto che alla fine dell’anno poco più del 60% dei domestici elettrici e il 71% degli altri clienti connessi in bassa tensione hanno scelto di essere serviti da un fornitore nel mercato libero. Questi dati trovano coerenza anche per il settore del gas naturale, dove a fine anno più del 60% dei domestici risulta servita nel mercato libero". Ad affermarlo è Stefano Besseghini, il presidente dell'Autorità.
"E’ naturalmente difficile trarre conclusioni sulle ragioni, ad esempio, dell’aumento del tasso di uscita dalla maggior tutela. Almeno in una prima fase può aver giocato un ruolo la promozione del principale servizio acquisito nel passaggio al libero, il servizio a prezzo fisso, ritenuto preferibile se non più conveniente rispetto alle dinamiche di un prezzo di tutela evidentemente influenzato dalle forti turbolenze del mercato all’ingrosso sui cui ci siamo già a lungo soffermati", sottolinea Besseghini.
La consueta analisi dei costi dell’energia, rileva il presidente di Arera, "risente naturalmente della particolare situazione del 2021. Il repentino aumento dei prezzi all’ingrosso ha comportato un significativo aumento dei costi dell’energia per il mercato tutelato, soprattutto nel secondo semestre dell’anno. Costi che hanno raggiunto e superato molte delle offerte del mercato libero a prezzo fisso già sottoscritte. Naturalmente sarà rilevante l’evoluzione delle offerte in questa fase, con un mercato che già oggi sconta una significativa riduzione delle offerte a prezzo fisso e, a volte, rescissioni anticipate dei contratti".
Anche nel 2021, come nel periodo precedente, sottolinea il presidente di Arera, "la maggior parte dei clienti domestici che sono passati al mercato libero ha sottoscritto contratti a prezzo fisso (più del 90%). Dalle analisi più recenti emerge che l’80% delle offerte fisse è risultato meno conveniente della maggior tutela. Per i pochi clienti domestici che, invece, hanno sottoscritto offerte a prezzo variabile, nel 67% dei casi si è osservato un maggior costo rispetto al servizio di tutela. Questi dati testimoniano che il passaggio dai servizi di tutela al libero mercato, spesso non si traduce in un vantaggio economico per il cliente finale".
La causa di queste scelte, sottolinea Besseghini, "è da ricercare, probabilmente, nella pressione di un marketing aggressivo, che spesso fa leva su informazioni non corrette, e in un ruolo ancora prevalente dei principali operatori storici".

Energia, Besseghini: "3 mln famiglie beneficiarie bonus elettrico, oltre 2 mln per quello gas"
"Ad oggi per 2,5 milioni di nuclei familiari aventi diritto, in base all’ISEE, ai bonus sociali per l’elettricità e per 1,4 milioni che fruiscono del bonus gas, gli incrementi tariffari sono stati sostanzialmente compensati a partire dall’ultimo trimestre 2021; in altre parole queste famiglie pagano bollette non dissimili da quelle di giugno 2021". Ad affermarlo è Stefano Besseghini, il presidente dell'Autorità.
Nel corso del 2022, sottolinea Besseghini, "il Governo ha stanziato le risorse che hanno permesso all’Autorità di confermare il potenziamento dell’ammontare del beneficio economico e di estenderlo a un numero maggiore di famiglie in difficoltà, grazie all’innalzamento del livello limite Isee per l’accesso, passato da 8.265 a 12.000 euro, 20.000 euro se famiglie con più di 3 figli". Le famiglie beneficiarie, informate e sollecitate anche con una comunicazione mirata da parte dell’Autorità attraverso i social network e la stampa, sottolinea il presidente di Arera, "sono così diventate oltre 3 milioni per il bonus elettrico e oltre 2 milioni per il bonus gas".

Energia: "Con automatismi in bolletta oltre 4 mln bonus riconosciuti per 696,8 mln"
Oltre 4 milioni i bonus riconosciuti nel 2021 per un valore complessivo di 696,8 milioni di euro. Il 2021, infatti, è stato il primo anno di attuazione del nuovo regime di riconoscimento automatico dei bonus sociali elettrico, gas e idrico per disagio economico (Introdotto con il Decreto fiscale 2020). L’automatismo è diventato operativo dal 1° luglio per le forniture di luce e gas (anche per i clienti serviti da forniture condominiali) mentre il bonus sociale idrico automatico verrà riconosciuto agli aventi diritto nel corso dell’anno 2022.
L’introduzione dell’automatismo ha portato a triplicare il numero delle famiglie a cui viene riconosciuto lo sconto direttamente nelle bollette della luce e del gas. Il nuovo sistema, si legge, "ha visto riconoscere 4.025.483 bonus per disagio economico: 2.487.599 per le forniture elettriche e 1.537.884 per quelle del gas, per un valore complessivo di 696,8 milioni di euro (488,1 milioni di euro per i bonus elettrici e a circa 208,7 milioni di euro per i bonus gas diretti)".
In attuazione dei provvedimenti del Governo per contenere gli effetti dell’aumento delle bollette energetiche, a partire dal IV trimestre del 2021 sono state introdotte delle compensazioni integrative dei bonus sociali elettrico e gas aggiuntive rispetto agli importi previsti dai bonus “ordinari”. Lo stanziamento complessivo, a valere sul bilancio dello Stato, è stato di 450 milioni di euro per il solo periodo 1° ottobre - 31 dicembre 2021.

Energia: "Allineare fine tutela per domestici elettrico e gas"
"In questo contesto di emergenza prosegue con attenzione il percorso verso il superamento delle tutele di prezzo per le famiglie. Traguardato il termine del regime di maggior tutela elettrico per le piccole imprese nel giugno 2021 (accompagnate verso il mercato libero con il servizio a tutele graduali di cui torneremo a parlare più avanti) le prossime tappe riguarderanno, sempre per la fine tutela nell’elettrico: a gennaio 2023 le microimprese e artigiani e a gennaio 2024 i domestici". Ad affermarlo è Stefano Besseghini, il presidente dell'Autorità.
"Un calendario (che per l’elettrico coinvolge circa 11,2 milioni di consumatori domestici e circa 1,7 milioni non domestici e per il gas circa 7 milioni di domestici) fissato dalle norme vigenti, ma che è divenuto anche un rinnovato impegno per il Paese, con il suo inserimento negli obiettivi del Pnrr", rileva il presidente di Arera.
A gennaio 2023, aggiunge, "è prevista anche la fine della tutela per i domestici gas. Un passaggio meno complesso, stante l’assetto del servizio di tutela in questo settore, ma rispetto al quale Arera ha già più volte segnalato l’opportunità di un rinvio della data, al fine di rendere contestuale la fine dei servizi nei due settori. È probabile, infatti, che possa ingenerarsi confusione tra le diverse scadenze, creando spazi per una eccessiva pressione commerciale verso i consumatori". Per il presidente di Arera "per il buon esito del processo di liberalizzazione, saranno essenziali le campagne di comunicazione con la partecipazione di tutte le istituzioni coinvolte e con una selezione accurata dei destinatari e dei messaggi".

Rifiuti: "Il metodo tariffario copre circa 50 mln abitanti"
Arera ha ricevuto circa 5.700 predisposizioni, che rappresentano una popolazione complessiva di circa 49,2 milioni di abitanti (circa l’83% della popolazione nazionale). Con riferimento al 2020, le predisposizioni approvate dall’Autorità riguardano circa 180 ambiti tariffari, interessando 8,7 milioni di abitanti (residenti in 270 Comuni), per le quali è stato approvato un incremento medio delle entrate tariffarie, rispetto al 2019, molto contenuto e pari allo 0,43%.
Per quanto concerne il 2021, anno in cui l’attività di approvazione ha seguito nella tempistica le proroghe dei termini per l’approvazione delle tariffe determinate dal protrarsi dell’emergenza sanitaria, le predisposizioni approvate hanno interessato 33 ambiti tariffari e una popolazione di poco più di 4,3 milioni di abitanti (distribuita in 124 Comuni); l’incremento medio annuo delle tariffe, con riferimento alle predisposizioni 2021 finora approvate dall’Autorità, è stato pari all’1,3%.
Risultano iscritti all’Anagrafica Operatori dell’Autorità 7.843 soggetti (erano 7.470 nel 2020), con un incremento di circa il 370 unità rispetto all’anno precedente, di cui 7.608 iscritti come gestori, nell’86,5% dei casi Enti Pubblici e nel 13,5% gestori con diversa natura giuridica. Lieve incremento del 7% dei soggetti iscritti come Enti territorialmente competenti (Etc). A conferma della complessità e della frammentarietà della governance di settore, si rileva, inoltre, un numero ridotto di Enti di governo dell’ambito (poco meno di 60), a fronte di un numero molto elevato di Enti territorialmente competenti (3.762, rispetto ai 3.523 del 2020), coincidenti nel 98% dei casi con i Comuni.
Sul trattamento dei rifiuti in discarica e sull'incenerimento prezzi e attività sono fortemente disomogenei sul territorio nazionale. In particolare, su un panel di 29 impianti di incenerimento (su 37 censiti dall’Ispra, nel 2019 anno di riferimento) sono stati inceneriti 4,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 13% di rifiuti speciali e l’87% di rifiuti urbani. Solo 5 impianti hanno ricevuto unicamente rifiuti di origine urbana; per la maggior parte degli impianti la quota di rifiuti speciali risulta residuale rispetto a quella dei rifiuti urbani; mediamente negli impianti di taglia maggiore la quota di rifiuti speciali conferiti risulta più significativa.
I primi 5 impianti del panel hanno trattato il 49% del totale dei rifiuti inceneriti. Il prezzo di conferimento dichiarato dai gestori del panel è estremamente variabile da impianto a impianto e viene indicato da un minimo di 84 €/tonnellata a un massimo di 191 euro/tonnellata; a livello di macroarea si registra invece un prezzo medio di conferimento di 105 euro/tonnellata al Nord, e 113 euro/tonnellata al Centro e al Sud (prezzo medio 106 euro/tonnellata). Gli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) (raccolti dati relativi a 68 impianti su 130 censiti dall’ISPRA) ricevono 4,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 98% di rifiuti di origine urbana e solo il 2% di rifiuti speciali.
Il maggiore apporto di rifiuti è dato dai rifiuti indifferenziati (79%). Il prezzo di conferimento varia da un valore minimo di 15 euro/tonnellata a un valore massimo di 189 €/tonnellata (prezzo medio 108 euro/tonnellata). Infine, analizzando i dati di 55 discariche su 131 (Ispra) queste hanno gestito complessivamente, nel 2019, 3,6 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti di origine urbana da valore minimo di conferimento di 12 euro/tonnellata fino a un valore massimo di 190 €/tonnellata (prezzo medio 84 euro/tonnellata).

Acqua: "Nel 2021 perdite idriche al 40,7%"
Dalla ricognizione dello stato delle infrastrutture sulla base degli ultimi dati tecnici disponibili (riferiti al 2021), è emerso, a livello nazionale: un valore delle perdite idriche lineari mediamente pari a 17,2 mc/km/gg, nonché un valore medio delle perdite idriche percentuali pari al 40,7% (era il 41,2% nel 2019). Si rilevano valori di perdite più contenuti al Nord e valori medi più elevati al Centro e nel Sud e Isole, dove poco meno della metà della risorsa idrica immessa nei sistemi di acquedotto viene dispersa.
Per quanto riguarda le Interruzioni del servizio (la cui attivazione ai fini dell'applicazione del meccanismo di incentivazione è prevista a partire dall'anno 2020), il valore è fortemente condizionato da situazioni critiche a livello territoriale (specie nel Sud e Isole). In particolare, si osservano numeri bassi nel Nord Ovest (0,71 ore/anno) e nel Nord Est (0,64 ore/anno), superiori nel Centro (6,92 ore/anno) e più elevati nel Sud e Isole13 (171,41 ore/anno); i dati più critici sono riferibili a gestioni collocate nelle regioni Abruzzo e Sicilia. Rispetto ai dati precedenti, è stata comunque registrata una riduzione media delle interruzioni pari al 31%.
L’analisi del fabbisogno di investimenti (al lordo dei contributi) per il periodo 2020-2023 a livello nazionale conferma la concentrazione degli sforzi dei gestori al contenimento del livello di perdite idriche, che pertanto risulta obiettivo prioritario nelle scelte di pianificazione degli Enti di governo dell’ambito. Complessivamente le risorse destinate agli interventi per il miglioramento delle perdite costituiscono circa il 22% del fabbisogno totale del campione per il quadriennio 2020-2023, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel biennio 2018-2019. Seguono gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e per l’adeguamento del sistema fognario, (in particolare nell’ottica di minimizzare gli allagamenti e sversamenti da fognatura), che si attestano rispettivamente al 18,1% ed al 13,9%, mentre diminuisce lievemente l’incidenza del peso degli interventi per ridurre le interruzioni idriche, che arriva al 13,5% del fabbisogno totale.
Analizzando la distribuzione degli investimenti per area geografica, emerge l’impatto nelle aree del Sud e delle Isole degli interventi finalizzati al superamento delle infrazioni comunitarie nei servizi di fognatura e depurazione.
In termini generali di servizio, nel Nord-Ovest e nel Sud e Isole è stato espresso un maggiore fabbisogno nelle attività di fognatura e depurazione, mentre nel Nord-Est e nel Centro vi è una netta prevalenza di investimenti nell’attività di acquedotto. L’area nella quale si concentra la quota maggiore di investimenti per la riduzione delle perdite è quella del Sud e Isole (circa un quarto del fabbisogno totale), seguita dal Centro, mentre nel Nord-Ovest il fabbisogno di investimenti destinato all’adeguatezza del sistema fognario si colloca abbondantemente sopra la media, e, insieme al miglioramento della qualità dell’acqua depurata supera le risorse allocate al macro indicatore M1 (alla riduzione delle perdite).

Acqua: "E' di 322 euro la spesa media per famiglia nel 2021"
Con riferimento ad un campione di 93 gestioni (che erogano il servizio a circa 39 milioni di abitanti), si rileva che, per l’annualità 2021, la spesa media annua sostenuta da un’utenza domestica residente tipo (famiglia di 3 persone, con consumo annuo pari a 150 m3), ammonta a 322 euro/anno a livello nazionale, con un valore più contenuto nel Nord-Ovest (239 euro/anno) e più elevato nel Centro (397 euro/anno), area quest’ultima in cui i soggetti competenti hanno programmato, per il periodo 2020-2023, una maggiore spesa pro capite per investimenti da finanziare attraverso tariffa. E' quanto emerge dalla relazione annuale 2022 di Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente.
Considerando le diverse voci che compongono la bolletta degli utenti domestici, per consumi annui di 150 mc, il 39,5% circa della spesa è imputabile al servizio di acquedotto, per il quale si spendono a livello nazionale 127,3 euro/anno. La spesa media nazionale per i servizi di fognatura e depurazione ammonta, rispettivamente, a 41,7 euro/anno (12,9% del totale) e a 95 euro/anno (29,5%). Inoltre la quota fissa pesa il 9% e altrettanto pesano le imposte (9%).
In linea generale, dall’analisi dei dati emerge un avanzamento nel processo di miglioramento complessivo per gli indicatori di qualità tecnica individuati dall’Autorità e una lieve ma stabile crescita del numero di gestori per i quali viene svolta periodicamente dagli Enti di governo dell’ambito la ricognizione dei dati infrastrutturali e di qualità, anche con riferimento alle gestioni localizzate nell’area geografica del Sud e delle Isole.

Energia, Besseghini: “Interventi in Parlamento per frenare corsa rincaro prezzi”
“Chiediamo un intervento in Commissione per frenare la corsa dei prezzi legandola ai prezzi della materia prima sarebbe un aiuto notevole. Il servizio per la tutela del gas scade a gennaio 2023 quello elettrico a gennaio 2024. Per la platea dei consumatori anche uno spostamento del servizio gas sarebbe un modo per rendere una tutela maggiore”.

Energia, Poletti: “Crisi deriva da mercati gas, ora riflessione a livello europeo”
“La crisi che deriva dai mercati del gas, c’è bisogno di una riflessione sul prezzo del gas e su come diversificare le rotte in maniera coordinata a livello europeo. L’Italia è al 90% del riempimento, questa è la prova che non esiste una soluzione nazionale ma a livello europeo”.

Energia, Saglia: “Più di 4 milioni di famiglie beneficiano di bonus elettrico e gas”
“Più di 4 milioni di famiglie beneficiano dei due bonus: 2 milioni per quello elettrico e 1 milione e mezzo per il gas, i benefici sono del 30% irrobustiti con le decisioni del Governo ma le famiglie presentino idee per accedere al diritto al bonus”.

(AdnKronos)



 
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