L'uso due volte al giorno di estratti di origine vegetale a predominanza di THC è associato all'attenuazione dei sintomi nei pazienti con malattia di Alzheimer (AD), secondo i dati di studi osservazionali pubblicati sulla rivista italiana
La Clinica Terapeutica.
Ricercatori italiani hanno valutato la sicurezza e l'efficacia degli estratti di cannabis contenenti il 22% di THC e lo 0,5% di CBD in 30 pazienti con malattia di Alzheimer da lieve a grave. I partecipanti allo studio hanno somministrato gli estratti due volte al giorno per 12 settimane.
Gli investigatori hanno riportato riduzioni dell'agitazione, dell'apatia, dell'irritabilità, dei disturbi del sonno e dei disturbi alimentari dei pazienti dopo il trattamento con cannabis. Hanno inoltre riconosciuto "livelli inferiori di comportamenti fisicamente e verbalmente aggressivi... in tutti i pazienti". Il 45% dei soggetti ha sperimentato "una significativa diminuzione del deterioramento cognitivo". Nessuno dei pazienti ha lamentato effetti collaterali negativi. Tutti i pazienti hanno mostrato una migliore qualità della vita e una "diminuzione del carico del caregiver e dei costi delle cure mediche e dell'assistenza".
Gli autori hanno concluso: "I risultati della nostra sperimentazione clinica presuppongono l'efficacia e in particolare la sicurezza di una preparazione [naturale] di CBD/THC in due sintomi principali dell'AD, l'agitazione e la perdita di peso".
Precedenti studi hanno dimostrato la capacità sia degli
estratti naturali di cannabis che dei
cannabinoidi sintetici di mitigare vari sintomi dell'Alzheimer. I dati preclinici hanno dimostrato che sia il THC che gli agonisti sintetici del THC possono modulare la neuroinfiammazione e la formazione della placca amiloide nel cervello, che si ritiene svolgano entrambi un ruolo chiave nello sviluppo dell'AD.
lteriori informazioni sui cannabinoidi e sul morbo di Alzheimer sono disponibili nella pubblicazione NORML,
Clinical Applications for Cannabis and Cannabinoids.
(NORML del 16/02/2023)
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