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 ITALIA - ITALIA - La cannabis cura il cancro e altre malattie? Campagna contro fakenews
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Notizia 
20 settembre 2019 16:16
 
www.dottoremaeveroche.it, il sito ‘anti fake news’ della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) è stato aggiornato con una nuova scheda:La cannabis cura il cancro?”.
di Roberta Villa
Da dove nasce questa idea sulla cannabis?
L’uso terapeutico della cannabis è molto antico: si ritiene fosse una delle erbe fondamentali della medicina cinese tradizionale ed è già citata in epoca romana nella “Storia naturale” di Plinio il Vecchio. Secondo alcuni studiosi era già nota nell’Egitto dei faraoni. Certamente fu prescritta per secoli, con le più svariate indicazioni, in India e dai rinomati medici islamici medioevali.
Alcune sostanze contenute in questa pianta, infatti, chiamate cannabinoidi, sono molto simili a molecole prodotte dal cervello (endocannabinoidi), e possono quindi agire sulle stesse cellule nervose bersaglio dei mediatori naturali, soprattutto a livello della corteccia cerebrale.
Nella cannabis se ne contano un centinaio, ma le più importanti, contenute soprattutto nella resina e nelle infiorescenze femminili, appartengono a due famiglie, quella del tetraidrocannabinolo, in sigla THC, e quella del cannabidiolo, in sigla CBD, sempre presenti in compagnia di altre sostanze quali terpeni e flavonoidi.
Il THC è il principale responsabile della nota azione psicotropa ed euforizzante della cannabis, così come dell’aumento di appetito e del disorientamento, mentre il cannabidiolo, che limita in qualche modo gli effetti indesiderati del THC, ha tutt’al più un’azione rilassante. Al contrario del THC, quindi, non è considerato una sostanza stupefacente dal punto di vista legale e può essere liberamente messo in vendita.
La concentrazione assoluta di THC e CBD, e la loro reciproca proporzione, molto variabile da specie a specie di cannabis, e anche all’interno della stessa specie, incide molto sugli effetti finali della sua assunzione. Per esempio, rispetto a Cannabis sativa, le cui fibre erano usate da secoli in Occidente per la produzione di carta, cordami e teli resistenti, Cannabis indica, anche detta “canapa indiana”, è molto più ricca di THC. Questa varietà venne introdotta e usata dai medici nel corso dell’Ottocento in Europa e negli Stati Uniti, dove nel 1850 entrò anche nella farmacopea ufficiale come analgesico e anticonvulsivante.
 
 
 
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