testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - I debiti delle famiglie secondo l'Abi
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
10 novembre 2009 11:48
 
'Le famiglie italiane che hanno contratto un finanziamento rappresentano circa il 26% con un valore medio del debito per famiglia di circa 10 mila euro.
Il livello di indebitamento per i nuclei italiani e' ancora molto basso rispetto a quello degli altri Paesi europei. A fine 2008 i debiti erano di poco inferiori al 60% del reddito disponibile, il grado di indebitamento e' ancora inferiore alla media dell'area dell'euro (93%), e in particolare e' prossimo al 130% in Spagna, superiore al 90% in Germania e attorno all'80% in Francia e in Belgio. I dati sono stati forniti dal direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, nel corso dell'audizione alla Camera dei deputati sul credito al consumo.
Sabatini ha spiegato che 'pure in un periodo di crisi le imprese bancarie hanno continuato a sostenere le famiglie italiane', e negli ultimi 9 anni - ha sottolineato - le consistenze degli impieghi delle famiglie sono cresciute con un trend positivo raggiungendo ad agosto 2009, 382,1 miliardi di euro, solo negli ultimi anni - ha detto - si e' registrato un rallentamento del tasso di crescita soprattutto a causa della recessione economica, ancorche' nell'ultimo anno il trend sia tornato a crescere: 4,7% ad agosto 2009, contro l'1,6% dell'anno precedente e l'1,2% di dicembre 2008.
Sabatini ricorda che il 62,8% dei prestiti e' costituito dai mutui per l'acquisto di abitazioni per un totale di 239,9 miliardi di euro, il 10,3% dai prestiti personali per circa 39,4 miliardi di euro e l'11,2% dal prestito 'finalizzato' stimato in circa 42,7 miliardi di euro. Inoltre, il 2,6% dalla cessione del quinto dello stipendio/pensione, per circa 9,8 miliardi di euro, il 4,6% dalle carte di credito revolving per circa 17,5 miliardi di euro, e l'8,6% da altri prestiti che non sono riconducibili ne' al credito al consumo, ne' ai mutui e assommano a circa 32,7 miliardi di euro.
Tra le cause del basso indebitamento della famiglie italiane l'Abi indica fattori socioculturali, come una percezione negativa del debito, fattori macroeconomici (gli alti tassi di interesse) e fattori istituzionali come per esempio l'assenza di ammortizzatori sociali nel caso di perdita del posto di lavoro. C'e' poi l'alto livello dell'economia sommersa la cui incidenza e' stimata tra il 20% e il 30% del pil.
In Italia la consistenza del credito al consumo erogato sia da banche che da societa' finanziarie (Sgr) sono passate da circa 46 miliardi di euro di fine 2002 a oltre 109 miliardi a giugno 2009 (+137%). A giugno 2009 il credito al consumo rappresentava il 28,6% degli impieghi alle famiglie e il tasso di crescita rispetto all'anno precedente e' stato dell'8,5% pari a 8,6 miliardi di euro da 100,8 a 109,5 miliardi di euro, rispetto al 7,5% dello stesso periodo dell'anno precedente pari a 7 miliardi di euro da 100,8 miliardi di euro a 93,8 miliardi di euro. Fino al 2005 i finanziamenti del credito al consumo sono stati maggiori da parte delle banche rispetto a quelli degli altri intermediari finanziari, dal 2006 si registra una inversione di tendenza: 'Tale situazione - ha detto Sabatini - e' in parte riconducibile alla maggiore crescita registrata dai prodotti di credito finalizzato rispetto alle altre forme tecniche, prodotti che vengono offerti in misura minore dalle banche'.

 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS