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 CINA - CINA - Le due facce del turismo in Tibet
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18 dicembre 2007 0:00
 
Nel 2007, i visitatori del Tibet raggiungeranno l'imponente cifra di 4,02 milioni, il 64% in piu' rispetto al 2006, secondo informazioni del Governo locale. L'aumento e' per alcuni una benedizione, per altri motivo d'inquietudine. "E' arrivata l'epoca dorata per il turismo in Tibet", assicura Zhang Qingli, segretario generale del Partito comunista cinese nella regione autonoma, che attribuisce l'incremento all'entrata in funzione, nel luglio 2006, della linea ferroviaria che collega la regione dell'Himalaya alla provincia di Qinghai, e all'apertura del terzo aeroporto. Le entrate dovute al turismo sono salite in un anno del 73,3% a 4.800 milioni di yuan (451 milioni di euro). L'anno scorso il turismo ha coperto il 9,6% del Pil. I tibetani in esilio non condividono l'euforia dei cinesi. Dicono che la nuova ferrovia, che passa in alcuni punti a oltre 5.000 metri di altitudine, e' usata per potenziare l'insediamento dei cinesi -l'etnia maggioritaria nel Paese; per consolidare il potere del Governo centrale; per diluire la cultura locale. Oltre che per estrarre minerali. Gia' a marzo, il Dalai Lama avvertiva che il numero di emigranti dal Tibet e il degrado ambientale sono aumentati da quando esiste il nuovo collegamento ferroviario. Oltre tutto, serve a trasportare truppe cinesi nella capitale Lhasa.
 
 
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