E' accusato di aver volontariamente praticato l'eutanasia su sette pazienti in fin di vita. Il processo contro
Nicolas Bonnemaison, 53 anni, che rilancia in Francia il dibattito sul fine vita, si è aperto ieri mattina a Pau (sud-ovest). Il medico del pronto soccorso avrebbe avvelenato cinque donne e due uomini "particolarmente vulnerabili", che erano ricoverati all'ospedale di Bayonne e deceduti, poco tempo dopo la loro ammissione, tra il marzo del 2010 e il luglio del 2011. La vicenda è emersa il 10 agosto 2011. A denunciare le pratiche del medico sono state alcune infermiere dell'ospedale. Bonnemaison avrebbe utilizzato potenti sedativi per abbreviare l'agonia dei suoi pazienti. Il medico ora rischia l'ergastolo. "Ho fatto il possibile" per aiutare i miei pazienti, ha detto Bonnemaison in apertura del processo. "Essere trattato come un criminale, un assassino, è molto duro per mia moglie, i miei figli e quanti mi hanno sostenuto". Le famiglie delle vittime non hanno sporto denuncia contro di lui. Solo una si è costituita parte civile. Nel frattempo è stato radiato dall'ordine dei medici. Una decisione che lui contesta e che giudica troppo "pesante". A febbraio un gruppo di 250 medici ha inviato una lettera al presidente Francois Hollande, che ha promesso la revisione dell'attuale legge Leonetti sul fine vita, perché il loro collega non venga sanzionato. In Francia l'eutanasia non è autorizzata. Ma secondo l'Istituto nazionale di studi demografici 3.000 eutanasie vi sono praticate ogni anno. Il processo si chiuderà il 27 giugno.