La Commissione, il Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo - nonché alcune forze politiche in Italia - hanno definito “storico” l'accordo sulla direttiva per un salario minimo adeguato raggiunto ieri mattina poco prima dell'alba. "Un grande passo per la costruzione dell'Europa sociale". Solo che la direttiva non introduce alcun obbligo per gli stati membri di avere una legge sul salario minimo. Semmai incoraggia la contrattazione collettiva per fissare il salario minimo. “Non imporremo un salario minimo all'Italia”, ha detto il commissario agli Affari sociali, Nicolas Schmit: "Sono fiducioso che i partner sociali italiani arriveranno a un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, in particolare per i lavoratori non molto protetti, ed eventualmente giungere alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre un sistema di salario minimo”. La direttiva ruota attorno a tre elementi: un quadro per la definizione e l'aggiornamento delle retribuzioni minime obbligatorie; la promozione e la facilitazione della contrattazione collettiva sui salari; e il miglioramento del monitoraggio e dell'applicazione della protezione del salario minimo. Inoltre, la direttiva chiede agli stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all'80 per cento di definire un piano d'azione per promuoverla.

(Europa Ore 7)

 
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