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 ITALIA - ITALIA - Fecondazione assistita. Oltre 4 anni per accedervi
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11 giugno 2019 15:42
 
  In Italia le coppie accedono ai servizi di Procreazione medicalmente assistita (PMA) in media 4,2 anni dopo aver iniziato a cercare aiuto. Il ritardo è molto spesso legato alla mancanza di un chiaro e omogeneo percorso diagnostico e terapeutico. Se ne è parlato nel corso del Congresso laziale della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) conclusosi da poco a Roma. "Una grave lacuna - sostiene Maria Giuseppina Picconeri, ginecologa e coordinatore SIRU Lazio - che, da un lato può compromettere l'esito dei trattamenti, considerando che le donne accedono alla PMA in media a 36,7 anni d'età, quando cioè hanno solo 1 possibilità su 5 di successo; dall'altro causa un ingente spreco di risorse economiche per il Servizio sanitario nazionale, legate a una cattiva gestione delle coppie con problemi di infertilità". La carenza di Linee guide nel settore della infertilità è strettamente collegata ai percorsi necessari per ottenere una diagnosi effettiva. "In Italia non abbiamo mai avuto Linee guida cliniche (vi sono solo Linee guida Ministeriali quale articolazione della Legge 40/2004) - spiega Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della SIRU - e ciò ha influito sulla individuazione delle buone pratiche legate alle evidenze scientifiche. Da oggi inizia il cammino per la redazione delle prime Linee Guida per la PMA italiane e su questa base scientifica e rigorosa, sarà possibile definire dei percorsi diagnostici e terapeutici, validi per tutto il territorio nazionale. - Le linee guida, infatti verranno redatte dalla Società italiana riproduzione umana (SIRU) su mandato ufficiale del ministero della Salute e indicheranno anche i passaggi necessari per ottenere una buona diagnosi e cura. "Le linee guida - spiega ancora Guglielmino, - ci consentiranno di offrire ai pazienti trattamenti omogenei su tutto il territorio nazionale. Ad esempio, una donna con difficoltà ad ovulare riceverà la stessa terapia sia se in cura a Bolzano che a Pantelleria, cosa che oggi è tutt'altro che scontata", sottolinea Guglielmino. "Allo stesso tempo - aggiunge Maria Paola Costantini, avvocato e coordinatore dell'Osservatorio Giuridico SIRU - le linee guida consentiranno di garantire sicurezza e appropriatezza, parametri necessari per le eventuali controversie in materia e finalmente i giudici avranno riferimenti. La proposta si colloca all'interno del solco tracciato dalla legge 8 marzo 2017, n. 24, conosciuta come Legge Gelli, che predispone che il medico possa essere condannato solo se non ottempera alle linee guida, ovviamente in relazione al caso concreto", conclude la Costantini.
Per garantire la piena indipendenza degli esperti chiamati a redigere questo prezioso documento è stato previsto un Fondo etico nazionale linee guida (FENLG). "Il nostro obiettivo è quello di chiedere il sostegno e il contributo di tutti gli attori - dai medici ai pazienti, fino agli enti e ai singoli centri per la PMA - in modo da garantire una medicina indipendente, autonoma e priva di condizionamenti diretti e indiretti", sottolinea Guglielmino. Entro la fine dell'anno la SIRU conta di presentare le sue proposte al ministero della Salute, a cui spetterà poi il compito di verificarle e validarle. Dal 7 al 9 novembre, in occasione del Congresso nazionale della SIRU che si terrà a Milano, gli esperti faranno il punto.
 
 
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