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 USA - USA - Google, Hillary Clinton alla Cina: basta censure su Internet. La reazione: accuse senza fondamento
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22 gennaio 2010 9:39
 
  Internet rappresenta la nuova frontiera della liberta' di espressione e della democrazia. E i casi di censura o di cyberattacchi, come e' successo in Cina contro Google, sono inaccettabili.
Con un lungo intervento al Newseum di Washington - il museo dedicato alla liberta' di stampa - il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha oggi inserito la liberta' totale su internet tra le sue priorita' in politica estera.
La frontiera del primo emendamento della Costituzione Usa, quello che offre a tutti la garanzia della liberta' di espressione, dalla carta stampata e la tv passa quindi alla rete, dove in questi ultimi mesi sono stati registrati 'aumenti delle minacce al flusso libero di informazioni'.
Nel suo appello alla trasparenza e la liberta' per il web, la Clinton ha chiesto alle autorita' cinesi di avviare una inchiesta, 'minuziosa' e 'trasparente' sui recenti casi di pirateria osservati nel paese, in particolare contro il colosso del web Google, che ha minacciato di andarsene anche a causa della censura.
La Clinton ha citato oltre alla Cina, ance la Tunisia e l'Uzbekistan tra i paesi che hanno recentemente inasprito la censura su internet. Il segretario di Stato ha avuto parole dure inoltre contro l'Arabia Saudita (dove un blogger e' stato incarcerato per avere scritto sul cristianesimo), l'Egitto (con l'arresto di 30 blogger), il Vietnam (dove non si puo' piu' accedere ai social network). Nel mirino degli Usa c'e' anche l'Iran, dove il governo ha tentato ripetutamente di ostacolare l'opposizione politica censurando i messaggini del servizio Twitter di micro-blogging.
La Clinton non ha risparmiato neppure le aziende americane, chiedendo loro di rifiutare la censura su internet, criticando di fatto l'atteggiamento che Google ha tenuto in Cina prima di subire un recente attacco informatico, censurando i risultati delle ricerche sul suo motore di ricerca.
'Spero che il rifiuto di appoggiare la censura politica -ha detto l'ex first lady - diventera' una caratteristica delle imprese americane nel settore delle tecnologie. Vorrei che diventasse una sorta di marchio nazionale'.
Sull'inchiesta che la Cina dovrebbe a suo avviso svolgere, la Clinton ha detto che 'ci aspettiamo dalle autorita' cinesi che organizzino una inchiesta minuziosa sulle intrusioni informatiche', aggiungendo che 'vogliamo che questa inchiesta e i suoi risultati siano trasparenti'.
Il 12 gennaio, Google aveva minacciato di ritirarsi dalla Cina dopo avere scoperto di essere stata vittima di un attacco informatico proveniente dal paese stesso. L'attacco aveva nel mirino anche una serie di militanti cinesi per i diritti umani.
Dopo avere denunciato l'attacco, Google sostiene che i risultati delle ricerche sul suo motore di ricerca non vengono piu' filtrati.
Gli Usa vogliono comunque mantenere la leadership in questa nuova battaglia per la liberta' di espressione, senza la quale non ci puo' essere democrazia. Dopo avere ricordato che il 30% della popolazione mondiale vive sotto la censura del web, 'una situazione inaccettabile di digital divide (il divario tra chi puo' accedere a internet e chi no, ndr)', la Clinton ha citato una serie di nuova iniziative.
Tra queste, una delle piu' interessanti e' senza dubbio quella destinata ad accrescere la trasparenza dei governi.
L'idea e' di finanziare un sito web sul quale tutti i cittadini potranno dare i voti al proprio governo, sul modello di una popolare guida americani di ristoranti, la Zagat, basata esclusivamente sui pareri dei clienti.
La reazione cinese, dura. Forte irritazione della Cina per le parole della Clinton: "Invitiamo gli Stati Uniti a rispettare i fatti e a smettere di usare il cosiddetto problema della liberta' in Internet per fare accuse senza fondamento contro la Cina" ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu, secondo cui le parole del segretario di Stato "hanno danneggiato le relazioni Usa-Cina".
 
 
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