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 MESSICO - MESSICO - Guerra alla droga. 70% armi sequestrate provengono dagli Usa
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7 agosto 2019 13:31
 
Dal 1 dicembre del 2018, data di insediamento del presidente Andres Manuel Lopez Obrador, in Messico sono state sequestrate 1.294 armi da fuoco, 3.353 caricatori, 156.610 cartucce, 41 granate e due lanciagranate. Lo rende noto il ministero della Sicurezza pubblica, presentando il bilancio delle "azioni adottate dal governo per rafforzare i meccanismi di acquisto e porto d'armi da fuoco". La nota, diffusa nel vivo della polemica nata per la sparatorie che hanno causato nel fine settimana la morte di almeno otto messicani negli Usa, segnala che stando ai dati del ministero degli Esteri, oltre il 70 per cento delle armi sequestrate e' di provenienza o fabbricazione statunitense. Il ministero della sicurezza ricorda inoltre che stando alle cifre ufficiali, il 72 per cento delle morti violente registrate nei primi sei messi dell'anno e' stata causata da arma da fuoco.
a nota rivendica "il controllo delle armi" come "uno dei temi prioritari dello stato messicano", sviluppato attraverso il coordinamento delle varie forze di sicurezza, e annunciato la partecipazione "coordinata in operativi" su diversi punti alla frontiera nord del paese: i passaggi tra Tijuana e San Diego, tra Ciudad Juarez ed El Paso, tra Reynosa e Matamoros e Nuovo Laredo. Un piano sul quale Citta' del Messico aveva chiesto a meta' luglio il coinvolgimento delle autorita' Usa. "Abbiamo chiesto di organizzare un operativo perche' passare con armi dagli Stati Uniti al Messico e' illegale", aveva detto il ministro degli Esteri, Marcelo Ebrard, al segretario di Stato Usa, Mike Pompeo.
Ebrard ha detto di aver chiesto "corresponsabilita'" al vicino del nord, chiamato a "intervenire". "Pompeo mi ha manifestato l'interesse a contribuire", ha detto il ministro segnalando che le forze di sicurezza nazionali agiranno soprattutto nei passaggi di frontiera di Tijuana Ciudad Juarez, Nuevo Laredo, Reynosa e Matamoros. Il paese latino, ha segnalato Ebrard, ha registrato negli ultimi tempi un aumento del 122 per cento delle armi d'assalto e del 9 per cento delle armi di piccolo calibro e dei fucili. Il Messico e' da molto tempo impegnato a denunciare il traffico di armi in arrivo dagli Stati Uniti. Una polemica che spesso si accompagna con la denuncia da parte Usa dell'ingresso dal Messico di sostanze stupefacenti ed elementi criminali.
I dati sul traffico di armi assumono particolare rilevanza nei giorni in cui si commemorano le vittime delle due diverse sparatorie negli Usa che nel fine settimana hanno portato alla morte anche di otto cittadini messicani. Un episodio che aveva dato modo al presidente Lopez Obrador di chiedere una riflessione sull'uso "indiscriminato di armi" negli Usa. "Siamo molto rispettosi delle decisioni dei governi, ma crediamo che quanto accaduto degli Stati Uniti debba indurre a una riflessione, a una analisi e a una decisione sul controllo della vendita indiscriminata di armi", ha detto Lopez Obrador parlando nella sua consueta conferenza stampa mattutina.
In settimana il ministro Ebrard ha consegnato al Procuratore generale del paese, Alejandro Gertz Manero, la documentazione sull'episodio, perche' si valutino eventuali "azioni giuridiche da intraprendere". "Tanto il ministro Ebrard quanto il procuratore generale Gertz Manero condividono il fatto che l'attentato di El Paso consta di un atto equiparabile al terrorismo contro cittadini messicani all'estero", si legge in una nota del ministero degli Esteri. L'iniziativa permettera' al Messico di avere accesso alle indagini. Sabato scorso, il 21 enne Patrick Crusius - identificato some "suprematista bianco" -, ha aperto il fuoco in un centro commerciale provocando la morte di 22 persone. Nelle ore successive una sparatoria a Dayton provocava la morte di altre nove persone.
(Nova)
 
 
 
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