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 MESSICO - MESSICO - Guerra alla droga. In Baja California,tra giocattoli alla popolazione e conquiste di potere
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Notizia 
25 dicembre 2020 18:53
 
 Nei social network, alcuni account collegati alle denunce dei cittadini hanno pubblicato immagini e video dei presunti giocattoli distribuiti dai membri del gruppo criminale del cartello di Sinaloa, nel bel mezzo delle feste di fine anno.
Si fa riferimento a fatti avvenuti nel nord del paese in cui, secondo i social network, venivano consegnati giocattoli come bambole, automobili e animali di peluche. I distributori farebbero parte della fazione guidata dai fratelli Arzate García in Baja California, al confine con gli Stati Uniti.
Il nord del Messico è da anni sinonimo di “war on drugs”. I continui scontri di strada tra gruppi criminali hanno creato una gag sui media e sulle autorità.

In generale, si può dire che il cartello di Sinaloa è un gruppo criminale di trafficanti di droga che controllava il passaggio della droga dall'altra parte del confine. I fratelli Arzate sarebbero legati a questo gruppo.
Alfonso Arzate García, "El Aquiles", capo della piazza nella città di Tijuana, Baja California.
René e Alfonso Arzate García, secondo il settimanale Zeta Tijuana, sono stati snobbati da "Mayo" Zambada, dopo aver generato troppi scontri interni tra le diverse fazioni armate del Cartello di Sinaloa.

Gli Arzate fondano il loro potere criminale nello stato di confine della Baja California. Lì, la violenza generata è dovuta al fatto che la cellula dei fratelli è entrata in conflitto con altre della stessa organizzazione di Sinaloa, nel tentativo di conquistare il monopolio della leadership criminale.
Il settimanale Zeta Tijuana avverte che finora gli Arzate García non sono fuori dal cartello, ma non hanno più la piena protezione che avevano un tempo dal cosiddetto “Señor del Sombrero”.

I fratelli avrebbero ricevuto un avvertimento lo scorso marzo, dopo che le autorità su entrambi i lati del confine avevano scoperto un narco-tunnel con ingresso in Baja California e uscita a San Diego, California (Stati Uniti), in cui hanno sequestrato tre tonnellate di marijuana e varie quantità di crystal, fentanil e cocaina. La merce è stata stimata in un valore di oltre 10 milioni di dollari.
Gente del "Mayo" ha incolpato gli Arzates, all’origine di varie operazioni precedenti, tra cui rapimenti e furti nell'ambito della disputa tra i fratelli e il cartello Jalisco Nueva Generación (CJNG) in Baja California.

Dopo gli eventi, Alfonso, alias gli “Aquiles”, e René, il “Ranocchio” Arzate, sono fuggiti a Mazatlán, Sinaloa, per proteggersi dalla caccia nei loro confronti, trascurando i loro ospiti nel basso territorio californiano.

Sette mesi dopo la loro scandalosa partenza, i fratelli fanno di nuovo tremare la Bassa California. Informazioni che giungono dall'interno delle Autorità di Coordinamento, citate da Zeta Tijuana, fanno sapere che gli Arzate sono tornati in zona, precisamente nella città di Tijuana, dove si sono sistemati in alloggi di lusso. Sporadicamente visitano il comune di Ensenada, che considerano il loro territorio "più sicuro".
Il loro primo obiettivo è stato quello di contendere il territorio dello stesso cartello di Sinaloa e recuperare la leadership criminale, basata sul sostegno delle autorità corruttibili e alla ricerca di nuovi partner.

In questa guerra confusa e sanguinosa, il ruolo dei Chapitos - i figli di Joaquín Guzmán Loera, il "Chapo" - e dei suoi uomini è considerato sempre più importante.
Le autorità del Messico e degli Stati Uniti hanno indicato che all'interno del cartello di Sinaloa, gli Arzates avrebbero contattato i Chapitos o i Minores come fornitori e protettori, in particolare Iván Archivaldo Guzmán Salazar, arrestato nel 2005 per riciclaggio di denaro e rilasciato nel 2008; così come i suoi fratelli Jesús Alfredo e Ovidio.
Inoltre, gli Arzate si rivolgono ad una loro vecchia conoscenza, Pablo Edwin Huerta Nuño, alias el "Flaquito", leader del cartello di Arellano Félix, e con il quale hanno già stretto accordi in passato. (da Infobae)
 
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