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 MESSICO - MESSICO - Guerra alla droga. Nuovo presidente Lopez Obrador apre a dibattito depenalizzazione droghe
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19 luglio 2018 10:14
 
Il vincitore delle elezioni presidenziali messicane, Andres Manuel Lopez Obrador, ha dato "via libera" alla discussione sulla depenalizzazione delle droghe come mezzo per far uscire il paese dalla criminalita' e dalla violenza. Lo ha ribadito Olga Sanchez Cordero, il magistrato cui il prossimo presidente ha assegnato il ruolo di futuro ministro dell'Interno. Sanchez Cordero aveva piu' volte nei giorni scorsi parlato della sua idea di ribaltare l'approccio alla politica repressiva. Incontrandolo per discutere del futuro del ministero, ha detto il magistrato, Lopez Obrador "sapeva perfettamente delle mie conferenze e articoli sulla stampa per la depenalizzazione delle droghe, e mi ha detto testualmente: 'carta bianca, tutto cio' che possa servire a pacificare questo paese, Apriamo il dibattito". L'apertura alla depenalizzazione delle droghe rappresenta un altro segnale della volonta' di rottura portata avanti dal prossimo capo dello stato. La sua elezione rappresenta di fatto una svolta storica per il paese nordamericano.
Per la prima volta da oltre 70 anni, il presidente non esce dalle fila del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) - la formazione che ha quasi sempre espresso l'inquilino de "los Pinos" - o dal Partito di azione nazionale (Pan), la forza che negli ultimi due decenni aveva garantito la prima alternanza al potere. La vittoria arriva alla guida della coalizione "Insieme faremo la storia", schieramento costruito attorno al "suo" Movimento di rigenerazione nazionale (Morena), con l'apporto del Partito del lavoro (Pt) e di Incontro sociale. "Amlo" ha quindi ottenuto l'atteso ribaltamento totale della scena politica, desiderato con forza da una gran parte dell'elettorato, temuto da altri per le promesse di intervenire, da sinistra, sulle riforme economiche liberali del governo uscente. "Col nuovo progetto di nazione cercheremo di creare una autentica democrazia, non vogliamo una dittatura aperta ne' nascosta. I cambi saranno profondi, ma saranno fatti nel rispetto dell'ordine legale stabilito. Ci sara' liberta' di impresa, di espressione, di associazione e di credo, si garantiranno tutte le liberta' individuali e sociali cosi' come i diritti cittadini e politici consacrati nella nostra costituzione", ha detto nel primo discorso rivolto ai messicani.
Molte le anticipazioni sulla sua futura azione di governo emerse nelle prime settimane dopo il voto. Su tutte la presentazione di un Piano di austerita' per la Repubblica, un documento in 50 punti con cui tagliera' spese e sprechi e introdurra' norme pensate per incidere sull'etica dell'amministrazione pubblica. Il pacchetto prevede, tra le altre cose che dal 1 dicembre, quando prendera' possesso dell'incarico, "Amlo" guadagnera' 108 mila pesos al mese, l'equivalente dei poco piu' di 5.700 dollari statunitensi. Si tratta di un taglio del 40 per cento dei 270 mila pesos attualmente percepiti da Enrique Pena Nieto, il capo dello stato uscente. Al quale dovrebbe essere negata anche la pensione che per tradizione viene data a tutti gli ex presidenti. Il nuovo stipendio presidenziale diventa anche punto di riferimento degli stipendi dell'intera amministrazione pubblica: il virtuale presidente ha infatti in cantiere una riforma costituzionale secondo cui nessun dipendente potra' guadagnare piu' di lui.
Sulla stessa linea la promessa di abolire la previsione di privilegi legali e fori privilegiati per i processi nei confronti di personale pubblico. In pratica, con la riforma dell'articolo 108 della Carta, si rendera' processabile anche il presidente in carica per reati di violazione alle liberta' elettorali e per corruzione. Verra' rivista anche la legge in modo da sfilare dalla possibilita' di scarcerazione dietro cauzione, una serie di reati considerati piu' corposi: la corruzione, i brogli elettorali in qualsiasi loro forma e il furto di carburanti, autentica piaga per la politica energetica ed economica messicana. Debellare questa attivita' criminale significa per "Amlo" accompagnare il processo di rilancio della produzione nazionale di benzine, per arrivare entro i prossimi tre anni a ridurre la dipendenza dall'estero e abbassare il prezzo dell'energia.
Nessuno potra' viaggiare all'estero se non previa autorizzazione preventiva, e un controllo stretto delle spese. Nessuno potra' usare aerei ne' elicotteri del governo, flotta che verra' messa in vendita appena possibile. Gli autisti saranno concessi solo a ministri e viceministri e il personale di fiducia dei responsabili governativi dovra' essere tagliato del 70 per cento. Quelli che si salvano dovranno lavorare dal lunedi' al sabato, con un solo giorno di ferie e per non meno di otto ore al giorno. Ai funzionari pubblici non sara' permesso di ricevere regali per un valore superiore ai cinquemila pesos (circa 260 dollari), anche se - fanno notare i media - gia' esiste una legge che impedisce ai dipendenti pubblici di ricevere regali di alcun tipo. La scure si abbatte sui funzionari dei ministeri delle Finanze, delle Comunicazioni e dell'Energia, che non potranno piu' partecipare a iniziative ludiche, di viaggio, sportive organizzate da possibili esecutori di appalti, imprenditori o fornitori. Tagliate anche tutte le forme di previdenza esclusiva per i dipendenti pubblici e le assunzioni di parenti dei funzionari.
I dipendenti non potranno piu' intitolarsi trust sotto qualsiasi forma e scompariranno le voci di spesa per l'abbigliamento del capo dello stato, dei suoi collaboratori, parenti e amici. Chi lavorera' per l'amministrazione pubblica dovra' inoltre fare particolare attenzione alle utenze dal momento che saranno evitate spese non necessarie per acqua, elettricita', telefonia fissa e mobile. Gli alti funzionari con un guadagno che supera il milione di pesos all'anno vedranno ridotto della meta' il loro stipendio. Basta consulenze esterne E bando totale all'alcool: anche se la legge gia' dispone il divieto, nessun funzionario potra' presentarsi al lavoro in stato di ebrezza o assumere bevande alcoliche negli uffici pubblici. Nessun funzionario pubblico potra' ordinare chiusure di strade, essere a qualsiasi titolo esentato dal rispettare le regole di base della circolazione. E nessuna voce in capitolo viene messa per ammodernare uffici pubblici con mobili di lusso o lavori di ristrutturazione di interni. Il piano di risparmi prevede anche un accurato lavoro di eliminazione degli uffici doppioni - ci sara' un unico ufficio stampa per tutti i ministeri -, la riduzione al minimo del personale tecnico e il divieto di ricorrere a consulenze esterne. A meta' tra risparmio e sicurezza, il prossimo presidente cambia inoltre le mansioni del servizio di intelligence: basta spionaggio e intercettazioni telefoniche contro la privacy, ma solo operazioni di prevenzione e contrasto alla delinquenza.
Tutti i contratti e le transazioni che effettuera' il governo messicano nei prossimi sei anni saranno controllati da "cittadini" e dall'ufficio della trasparenza delle Nazioni Unite. E negli appalti internazionali si dara' la preferenza alle imprese di paesi i cui governi puniscono in modo consistente mazzette e corruzione. Il documento si chiude con l'impegno di rivedere "i contratti attuali con imprese nazionali o straniere che siano stato concessi mediante traffico di influenze o corruzione". Un punto quest'ultimo che rimanda alla piu' volte annunciata volonta' di rivedere gli oltre 100 accordi stretti da Citta' del Messico con imprenditori privati nel settore degli idrocarburi, frutto della riforma energetica che nel 2013 ha scongelato il monopolio della Pemex durato decenni.
Il piano e' parte dei primi dodici provvedimenti con cui Lopez Obrador intende imprimere una svolta al paese. Il pacchetto di riforme, che e' stato presentato ai deputati e senatori del "suo" Movimento di rigenerazione nazionale", verra' gestito da una squadra di ministri e depositato gia' a settembre al parlamento. Il virtuale presidente procedera' dunque a creare un ministero per la Sicurezza pubblica con competenze scorporate da quelle attualmente in mano al ministero dell'Interno. Lo Stato maggiore presidenziale, il corpo speciale sin qui preposto alla sicurezza del capo dello stato, verra' depotenziato e il suo personale passato alla dipendenza del ministero della Difesa. Nei piani del futuro presidente c'e' anche quello di rivedere il decreto per la privatizzazione dell'acqua, dando vita a una riforma che coinvolga il ministero dell'Ambiente. Verra' messa sotto esame anche la riforma educativa e inserito nell'articolo tre della costituzione il principio dell'istruzione pubblica e gratuita a tutti i livelli scolastici.
Lo scrutinio del 93,56 per cento delle schede ha consegnato al leader del Movimento di rigenerazione nazionale (Morena) il 52,96 per cento delle preferenze, l'equivalente di 24.127.451 voti. Al secondo posto si conferma il candidato conservatore Ricardo Anaya, con il 22,4 per cento dei voti, seguito dall'ex ministro delle Finanze Jose' Antonio Meade, con il 16,0 per cento. Chiude il primo candidato indipendente nella storia delle presidenziali messicane, Heliodoro Rodriguez detto "El Bronco", con il 5,13 per cento dei consensi. La proclamazione ufficiale del voto si avra' una volta scrutinate tutte le schede di una elezione particolarmente complessa: alle urne si sono decise le sorti anche del parlamento nazionale, dei governatori dei 32 stati e di numerosissimi enti locali. L'affluenza alle urne e' stata del 63,44 per cento degli aventi diritto, 45 milioni e 557 mila cittadini.
Il presidente messicano sara' inoltre il primo in 24 anni a poter contare sulla maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Secondo i dati forniti dall'Istituto nazionale elettorale (Ine) sulla base dello scrutinio del 92 per cento delle schede, il Morena e' diventato la prima forza in entrambi i rami del parlamento. Al Senato ha ottenuto il 37,5 per cento della preferenze e il 37,24 per cento alla Camera. Numeri cui si aggiunge il circa 6 per cento di consensi ottenuto dal Partito del lavoro, una delle due formazioni della coalizione vincente "Insieme faremo la storia" ad entrare in Parlamento. Nella camera alta, su 128 membri, ben 70 saranno rappresentanti della coalizione. Il secondo gruppo piu' corposo, con 38 senatori, sara' quello della coalizione "Frente por Mexico", costruita attorno al conservatore Partito di azione nazionale (Pan) di Ricardo Anaya. Il Pri, per decenni padrone assoluto della scena politica messicana, portera' in aula solo 20 senatori.
Alla Camera dei deputati, Lopez Obrador potra' contare su un totale di 303 eletti, maggioranza assoluta in un'aula da 500 seggi. "Por Mexico al frente" sara' rappresentato da 140 deputati, mentre il Pri e i suoi alleati si fermano a quota 63. L'appoggio totale del parlamento al presidente e' stato un elemento fisso della politica messicana fino a quando, verso la fine degli anni '90, il paese non ha gettato le basi per l'alternanza tra il Pri e il Pan. La maggioranza ottenuta alle elezioni del 1 luglio amplifica le possibilita' di manovra per "Amlo", presentatosi agli elettori forte di un'agenda di rottura con il recente passato, sia dal punto di vista politico sia da quello economico. Il vincitore delle elezioni assumera' ufficialmente l'incarico il 1 dicembre.
(agenzia stampa Nova)
 
 
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