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 MONDO - MONDO - HIV. Lo stato dell'arte
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6 dicembre 2017 11:19
 
Sono stati 3451 i nuovi casi di HIV diagnosticati in Italia nel 2016, in diminuzione rispetto al 2012, quando erano stati 4140. Il dato più interessante riguarda però l'età media della diagnosi, 37,5 anni, che si sposta in avanti rispetto al passato. Questa tendenza si associa a un altro dato: il 23% delle diagnosi di AIDS è avvenuto a meno di tre mesi dalla scoperta dell'infezione, una percentuale che in Europa sale al 68%. Le persone convivono dunque per molto tempo con l'HIV senza esserne consapevoli, spesso perché non percepiscono il rischio delle loro abitudini. [La Stampa; Fabio Di Todaro] 

La resistenza ai farmaci per l'HIV è in aumento nei Paesi a basso e medio reddito, dove ha superato il 10% delle persone con HIV che iniziano o riprendono terapie antiretrovirali di prima linea. A mostrarlo è una meta-analisi, pubblicata su The Lancet Infectious Diseases, condotta su 358 campioni di dati riguardanti oltre 56 mila adulti con HIV che vivono in 63 Paesi a basso e medio reddito. Gli autori si sono concentrati sulla resistenza agli inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTI), che vengono raccomandati in combinazione con quelli nucleosidici nelle terapie di prima linea. Ebbene, l'aumento maggiore della resistenza agli NNRTI c'è stato nell'Africa orientale, dove tra il 2001 e il 2016 è cresciuta del 29% all'anno. La crescita annuale è stata del 23% nell'Africa meridionale e dell'11% in Asia. Lo studio suggerisce un altro dato importante: le persone con virus resistenti agli NNRTI nel 10%-30% dei casi sono già stati esposte alle terapie antiretrovirali, interrotte spesso a causa delle difficoltà nel raggiungere i centri di cura o alla scarsa disponibilità dei farmaci. [Univerity College London News; Chris Lane] 

Undetectable = Untransmissable, U = U. È questo lo slogan al centro della campagna di lotta all'HIV nel 2017. Il fatto che le persone con HIV, ma con una carica virale non rilevabile, non possano trasmettere il virus  è ormai accettato nella comunità dei sieropositivi e dei malati di AIDS, grazie all'accumularsi di prove scientifiche sempre più convincenti. Ma per rendere questo messaggio chiaro a tutti, in particolare ai familiari e agli amici delle persone con HIV, è stato necessario più tempo e il sostegno delle maggiori organizzazioni di sanità pubblica nel mondo. Di fondamentale importanza l'endorsement dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, arrivata due mesi fa. [The Lancet HIV; Editorial]

(da Scienza in Rete)
 
 
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