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 ITALIA - ITALIA - Immigrati. Per il 62,9% degli italiani non tolgono lavoro agli italiani. Istat
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22 maggio 2013 11:34
 
Il 61,4% dei cittadini italiani si dichiara d'accordo con l'affermazione che "gli immigrati sono necessari per fare il lavoro che gli italiani non vogliono fare". Una quota simile (62,9%) è poco o per niente d'accordo con l'idea che "gli immigrati tolgono lavoro agli italiani". Lo rivela l'Istat nel Rapporto annuale 2013, spiegano che dunque, in generale, l'opinione per cui il lavoro degli immigrati va a sostituire la forza lavoro locale sulle mansioni evitate dagli italiani sembra prevalere sulla percezione di una rivalità tra italiani e immigrati sul mercato del lavoro. La posizione degli italiani verso gli immigrati appare però risentire della crisi. Alcune fasce della popolazione avvertono infatti uno stato di competizione nell'aggiudicarsi risorse scarse, in particolare il posto di lavoro. Anche se l'86,7% degli italiani è d'accordo nel ritenere che ogni persona dovrebbe avere il diritto di vivere in qualsiasi Paese del mondo, superano il 50% coloro che sostengono che, in condizione di scarsità di lavoro, i datori di lavoro dovrebbero dare la precedenza agli italiani rispetto agli immigrati. Oltre al titolo di studio, è la percezione di una condizione personale di maggiore vulnerabilità, o l'esposizione al rischio di perdita dell'occupazione, a far crescere la probabilità che un cittadino si dichiari d'accordo con una maggiore protezione a favore degli italiani, soprattutto laddove i rischi di sostituzione tra manodopera italiana e straniera sono percepiti più alti.
In particolare, è il titolo di studio che, tra le caratteristiche individuali considerate, influenza maggiormente la probabilità di percepire gli immigrati come dei competitors e il conseguente riconoscimento per gli italiani di un diritto di precedenza nell'accesso al mercato del lavoro: i meno istruiti - cioè quanti hanno al più conseguito la licenza media - hanno una probabilità più che doppia di quella dei laureati di essere d'accordo piuttosto che contrari (la stessa probabilità diventa pari a 1,5 per i diplomati). Questo risultato è in linea con le analisi contenuto nel terzo capitolo del Rapporto sul mercato del lavoro, che mostrano come per un lavoratore straniero sia più probabile avere un lavoro poco qualificato nei servizi, mentre per gli italiani questo avviene nell'industria. Infatti è nelle regioni settentrionali e in particolare nel Nord-est che la probabilità di affermare un diritto di precedenza per gli italiani è maggiore rispetto a chi vive nel Centro. La stessa modalità, invece, non risulta significativa nel Mezzogiorno, dove gli stranieri lavorano soprattutto in agricoltura e nei servizi, attività percepite come poco attraenti dagli italiani.
 
 
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