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 U.E. - U.E. - Indicatori ambientali Ue 2017: gap nelle performance europee, nonostante i miglioramenti
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2 dicembre 2017 7:46
 
L’ European environment agency (Ea)  ha pubblicato il 30 novembre l’”Environmental indicator report 2017 — In support to the monitoring of the 7th Environment Action Programme”, il suo rapporto annuale sull’ambiente, dal quale emerge che «L’Unione europea (Ue) sta compiendo progressi più consistenti verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e low.carbon rispetto alla protezione della biodiversità, del capitale naturale e della salute delle persone».
L’Environmental indicator report 2017 fornisce una panoramica dei progressi compiuti dall’Ue in 29 obiettivi di politica ambientale che, spiega l’Eea,  «Sono rilevanti per il raggiungimento del 7° Programma di azione ambientale (Eap)  che ha tre obiettivi prioritari chiave: capitale naturale; economia efficiente in termini di risorse e low carbon;  la salute e il benessere delle persone».
Il  rapporto si basa ogni anno sugli stessi 29 indicatori, aggiornati con gli ultimi dati, per fornire una prospettiva sul raggiungimento di ciascuno dei 29 obiettivi entro il 2020.  Secondo il rapporto 2017, «Molti indicatori mostrano trend passati positivi ma raggiungere gli obiettivi pertinenti entro il 2020 rimane un sfida». Il direttore esecutivo dell’Eea, Hans Bruyninckx,  ha sottolineato che «In seguito alla crisi finanziaria del 2008, la minore attività economica nell’Ue ha contribuito a diversi dei trend ambientali positivi mostrati negli indicatori del rapporto. Con il ritorno della crescita economica, è probabile che siano necessari maggiori sforzi per mantenere i progressi. Guardando oltre il 2020, gli Stati membri dell’Ue devono accelerare i progressi nella trasformazione dei sistemi chiave di produzione e consumo, compresi quelli nei settori alimentare, energetico e della mobilità, che hanno i maggiori impatti ambientali e climati».
Rispetto alla valutazione del 2016, il rapporto ambientale 2017 dell’Ue ha cambiato le prospettive per il raggiungimento di due degli obiettivi selezionati e l’Eea evidenzia che «La prospettiva dell’Ue di rispettare entro il 2020 l’impegno di riduzione dell’ammoniaca è stata rivsta da “probabile” a “incerta”. Le emissioni di ammoniaca provengono principalmente dall’agricoltura. Inoltre, la prospettiva per il 2020 di mantenere il tasso medio di consumo di territorio  2000-2020 inferiore a 800 km2  è stato rivisto da “incerto” a “improbabile” da raggiungere».
Sulla base delle tendenze più recenti, il rapporto  sottolinea inoltre che «sono necessari ulteriori sforzi per mantenere l’obiettivo dell’efficienza energetica mentre l’Ue è a rischio crescente di non centrare l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale complessivo del settore della mobilità».
I risultati aggiornati dell’Environmental indicator report 2017 confermano risultati complessivi del frapporto 2016  per i sette obiettivi prioritari dell’Eap:
Proteggere la natura e rafforzare la resilienza ecologica:  il capitale naturale dell’Ue non è ancora stato protetto, mantenuto e potenziato in linea con le ambizioni del settimo Eap. Le prospettive per il 2020 rimangono nel complesso negative per la serie selezionata di obiettivi relativi a questo obiettivo prioritario.
Promuovere la crescita sostenibile, efficiente sotto il profilo delle risorse e low carbon:  l’Ue è ancora sulla buona strada per raggiungere i suoi principali obiettivi climatici ed energetici entro il 2020. Inoltre, l’economia europea sta crescendo più rapidamente del suo utilizzo di materie prime, indicando una migliore efficienza delle risorse. Tuttavia, gli sforzi finora compiuti per ridurre l’impatto ambientale della produzione e del consumo nei settori chiave del cibo, alloggio e mobilità variano considerevolmente nelle percentuali di successo.
Affrontare efficacemente le minacce legate all’ambiente alla salute e al benessere:  negli ultimi decenni si sono registrate sostanziali riduzioni delle emissioni di inquinanti atmosferici e idrici. Tuttavia, persistono preoccupazioni chiave sulla qualità dell’aria e l’inquinamento acustico nelle aree urbane e l’esposizione cronica della popolazione a miscele complesse di prodotti chimici nei prodotti.
(Greenreport del 30/11/2017)
 
 
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