Ai quattro minareti già presenti in Svizzera, se ne dovrebbero aggiungere altri due. Non sono tanti, considerati i 350.000-400.000 musulmani residenti, che costituiscono una delle maggiori comunità religiose del Paese. Ma sono troppi per i promotori della campagna del No. Secondo il presidente del comitato, Walter Wobmann del partito nazionalista di destra, i minareti non sono edifici religiosi, bensì un simbolo del potere politico-religioso dei musulmani fondamentalisti che, se non arginato, avrà conseguenze negative sul sistema giuridico e sociale del Paese. Di qui la raccolta di firme che ha portata a una votazione popolare a breve, accompagnata da una propaganda aggressiva. I manifesti del No sono eloquenti: mostrano una donna con il burqa davanti a minareti simili a missili che forano la bandiera svizzera. Alcune città ne hanno autorizzato l'affissione, numerose altre no considerandoli razzisti e discriminatori. Il Governo, le Chiese e la comunità musulmana sono favorevoli ai minareti, e respingono l'iniziativa perché temono per la libertà religiosa e l'immagine della Svizzera all'estero.