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 MONDO - MONDO - Legalizzare cocaina. Lo chiede il presidente colombiano all'Assemblea ONU
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23 settembre 2022 17:25
 
 La pluridecennale guerra contro la droga ha fallito e se non si inverte la rotta durerà altri 40 anni. Lo ha detto il presidente della Colombia, Gustavo Petro, nel corso del suo intervento oggi alla 77ma Assemblea generale delle Nazioni Unite.
“Sono aumentati i consumi mortali, dalle droghe leggere si è passati a quelle più pesanti, si è prodotto un genocidio nel mio continente, nel mio Paese, sono state condannate al carcere milioni di persone”, ha detto Petro secondo cui il tutto è stato fatto “per occultare le colpe dell’irrazionalità del potere”. “Cosa è più pericoloso per l’umanità, la cocaina, il carbone o il petrolio?” ha detto Petro secondo cui il “potere” ha deciso che la prima deve essere “perseguitata” nonostante provochi pochissime morti per overdose, ma soprattutto per i prodotti derivati imposti dalla clandestinità.
“Mentre il carbone e il petrolio devono essere protetti, in modo che il loro uso possa estinguere tuta l’umanità”, ha assicurato il presidente parlando dei danni recati all’ambiente dallo sfruttamento intensivo delle risorse. Il presidente ha lanciato un appello “a mettere fine all’irrazionale guerra contro le droghe. Per diminuire il consumo delle droghe non serve la guerra, serve costruire tra tutti una società migliore, più solidale, più affettuosa, in cui l’intensità della vita preservi dalle dipendenze e dalle nuove schiavitù”, ha detto Petro che in apertura di discorso aveva detto di venire da un Paese “dalla bellezza insanguinata” e denunciato l’accanimento sulla coltivazione della coca come fattore di distruzione della selva, “alibi” per non intervenire sule cause del consumo degli stupefacenti.
La foresta amazzonica “emana l’ossigeno planetario e assorbe l’anidride carbonica” grazie alla pianta della cocaina, “una delle più perseguitate della terra”, ha detto Petro insistendo sul paradosso per cui la “selva che si cerca di salvare distruggere è al tempo stesso distrutta”. Distruggere la foresta “è divenuto l’obiettivo perseguito da Stati e negozianti”, ha detto il presidente che ha denunciato l’uso massiccio dei pesticidi, “glisolfato che corre nelle acque e per i campi”.
La foresta amazzonica “è vista come un nemico da sconfiggere. Lo spazio della cocaina e quello dei contadini che la coltivano, visto che non hanno nient’altro da coltivare, è demonizzato”. A voi, ha detto Petro, “il mio paese non interessa se non per rovesciare veleno, arrestare gli uomini ed escludere le loro donne”.
(Nova)
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