Certo, la Francia butta ancora troppi pesticidi nell'ambiente; ne risentono soprattutto le falde freatiche, tanto che Bruxelles l'ha condannata a 28 milioni di euro d'ammenda per aver superato i limiti in nove zone della Bretagna. Tuttavia, bisogna riconoscere che gli agricoltori ne fanno un minor uso rispetto a dieci o venti anni fa. Tra il 1999 e il 2006 le vendite di prodotti fitosanitari sono scese del 13%, a fronte di una crescita delle produzioni. Come si spiega? Con vari fattori. Si parte dai regolamenti piu' severi, per cui non si possono piu' spandere i pesticidi dove e quando si vuole, ma si devono rispettare periodi e quantita' stabilite, e tener conto del criterio "chi inquina paga". Poi c'e' la mentalita' che cambia: tra il 1950 e il 2000 le dosi medie sono calate da 1,3 kg a ettaro a meno di 150 grammi perche' ora si puo' calibrare meglio l'uso, persino attraverso foto satellitari che mostrano i bisogni reali delle piante. Anche il clima gioca un suo ruolo: con la siccita' i batteri si sviluppano meno che se c'e' umidita'. Infine, l'innovazione consente di utilizzare prodotti meno tossici.