Il coronavirus è una crisi di salute pubblica per tutta la società, ma negli ultimi dieci anni le persone che fanno uso di droghe, in particolare quelle dipendenti dagli oppioidi, hanno dovuto affrontare lo stesso tipo di epidemia. Nel suo rapporto annuale sulla dipendenza da droghe in Inghilterra e Galles, l'Office for National Statistics (ONS) rivela che 4.393 sono morti nel 2019, un altro aumento rispetto al 2018.
Questo è il numero più alto di decessi correlati alla droga dall'inizio della raccolta di dati e il nord-est dell'Inghilterra ha un tasso significativamente più alto rispetto ad altre regioni inglesi - un'altra tendenza che è continuata. Le comunità più indigenti hanno tassi di morte che sono cinque volte e mezzo superiori a quelle dei meno indigenti.
Sebbene droghe come l'eroina sono la causa per la maggior parte di questi decessi, quest'anno si registra un aumento significativo dei decessi dovuti al consumo di cocaina. Le morti maschili attribuite alla cocaina sono aumentate del 7,7% mentre le morti femminili sono aumentate del 26,5%. È noto che gli uomini corrono rischi maggiori con le droghe rispetto alle donne, quindi è difficile capire perché ci sia una differenza così marcata tra i sessi.
Come con il COVID, contare queste morti è tutt'altro che preciso e perfetto. Individuare la causa esatta della morte e quindi garantire che sia registrata e segnalata in modo tempestivo può essere difficile.
Decennio di austerità
C'è un notevole lasso di tempo tra il verificarsi di una morte e la sua comparsa nei dati ufficiali. Quello che possiamo dire con certezza è che queste morti tragiche ed evitabili, come quelle derivanti dal coronavirus, hanno maggiori probabilità di verificarsi nelle comunità che vivono in condizioni di povertà. Ciò che queste doppie crisi di salute pubblica hanno dimostrato è che le disuguaglianze strutturali stanno alimentando la morte. Lasciando queste comunità a pagare per politiche governative fallite e gravi disinvestimenti nei servizi pubblici causati da un decennio di austerità.
Poiché la pandemia COVID si è evoluta, il governo non mostra sconcerto nell’ignorare il proprio parere di esperti e bloccare le voci critiche sulla politica in materia di droga. Il Consiglio consultivo sull'abuso di droghe (i consulenti esperti in materia di droga del governo britannico) ha raccomandato di proteggere e aumentare gli investimenti nel trattamento delle droghe e di prendere in considerazione la creazione di locali specifici per il consumo di droga. Dame Carol Black, che è stata incaricata dal governo per riesaminare i danni causati dalle droghe, ha scoperto che dal 2014-15 i budget per le cure erano stati ridotti del 17%.
Kit Malthouse, ministro della droga del Regno Unito, ha definito, al vertice sulla droga tenutosi a Glasgow nel febbraio 2020, le stanze per il consumo di droga (ndr narcosalas) una "distrazione", ignorando ancora una volta il consiglio degli esperti del governo. Ciò ha consentito che un membro del servizio sanitario pubblico a Glasgow allestisse un furgone per il consumo di droga in città, nonostante il rischio di essere perseguito.
Al di là delle tragiche morti riportate oggi, Dame Carol Black ha scoperto che mentre 2.889 persone in contatto con centri specializzati per il trattamento della droga sono morte nel 2018-19, questo numero è salito a quasi 5.000 quando sono stati inclusi altri fattori. La cifra più bassa si riferisce a coloro che sono morti per overdose fatale, ad esempio, ma le persone che fanno uso di droghe sono maggiormente a rischio di malattie del fegato o problemi respiratori a causa del loro stile di vita, che può anche essere fatale. Ancora una volta, le disuguaglianze strutturali, la mancanza di investimenti nel trattamento e la politicizzazione degli interventi basati sull'evidenza hanno contribuito a questa crisi di salute pubblica.
C'è qualche speranza col COVID, per necessità, visto che ha suggerito una migliore offerta di trattamenti digitali. Questo significa: dalle videoconferenze e dai gruppi terapeutici virtuali alle telefonate individuali dei terapisti. Sfortunatamente, alcuni pazienti non hanno accesso a questa tecnologia, ma la stessa potrebbe comunque contribuire in qualche modo a migliorare il coinvolgimento e la ritenzione nel trattamento per alcuni. Oltre al fatto di essere in trattamento, il tosicodipendente ha un ridotto rischio di overdose fatale.
Lo svantaggio è che i servizi basati sul digitale sono disponibili solo per coloro che hanno la capacità di accedervi e comprenderli. Allo stesso modo, alcuni potrebbero perdere il contatto umano fornito dai terapisti e dai gruppi terapeutici. Una combinazione di digitale e “faccia a faccia” fornirebbe un'offerta ottimale.
Anche le pratiche di prescrizione meno restrittive, che hanno visto persone che dal consumo quotidiano controllato delle loro dosi sono arrivate a prescrizioni di sette o 14 giorni, hanno prodotto risultati positivi. Questo è importante, poiché i farmaci sostitutivi degli oppiacei hanno dimostrato di essere gli unici interventi di trattamento che possono prevenire overdose fatali.
Dalla negazione all'accettazione
C'è molto che possiamo imparare dalla crisi del COVID-19 sulla riduzione dei danni causati dalla droga, non ultimo il fatto che la politica deve essere tempestiva e non ostacolata da dogmatismi. Il tempo per parlare di riforma della politica sulle droghe è passato, un numero crescente di persone sta morendo a causa di questa paralisi politica.
L'urgenza e gli investimenti volti a ridurre la mortalità dovuta a COVID devono essere applicati ai decessi correlati alla droga. Il cambiamento è possibile, ma come può dimostrare chiunque si sia ripreso dalla dipendenza, il primo passo è passare dalla negazione all'accettazione del problema. Questo governo può cambiare e agire sulla base della consulenza scientifica di esperti per fermare il numero crescente di decessi correlati alla droga. Qualsiasi imbarazzo politico associato a un'inversione di tendenza politica sembra banale se confrontato con la sofferenza di cui è responsabile l'attuale politica.
(articolo di Ian Hamilton - Associate Professor of Addiction., University of York-e Niamh Eastwood - Associate Member of the Drug and Alcohol Research Centre, Middlesex University, Middlesex University, pubblicato si The Conversation del 14/10/2020)
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