testata ADUC
 PERÙ - PERÙ - Narcotraffico 50 arresti al confine con la Colombia
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
17 luglio 2018 15:37
 
 Il Peru' ha arrestato piu' di 50 persone lunedi' come parte di un'operazione contro il traffico di droga nella provincia amazzonica di Putamayo, al confine con la Colombia. Lo riferiscono oggi fonti di polizia citate dalla stampa locale. La zona e' conosciuta perche' qui si sopetta siano rifugiati diversi dissidenti dell'ex guerriglia delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie colombiane, e gli arresti riguardano in particolare persone di origine colombiana. "Oltre 50 persone sono state arrestate, la maggior parte colombiani che erano coinvolti nel traffico di droga illegale", ha detto il presidente peruviano Martin Vizcarra da Putamayo in un commento trasmesso dai media locali. In seguito all'operazione, conosciuta come "Armageddon", il governo peruviano lo stato di emergenza per la provincia di Putumayo, decisione, valida per i prossimi 60 giorni e presa per "garantire la tranquillita', l'ordine pubblico e il normale sviluppo delle attivita' della popolazione".
Durante questi due mesi di stato di emergenza, riferisce il quotidiano "El Comercio", il personale della Polizia e delle Forze armate manterranno il controllo interno della zona di frontiera. Al tempo stesso, vengono sospesi i diritti costituzionali relativi alla liberta' e alla sicurezza, l'inviolabilita' del domicilio, la liberta' di riunione e di transito nella provincia. I motivi ufficiali della decisione non sono stati resi noti, ma fonti militari hanno detto alla testata che la misura risponde alla necessita' "di escludere la presenza di gruppi dissidenti delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc)" nella zona, cosi' come l'attivita' di altri gruppi criminali dediti al traffico di stupefacenti. La provincia di Putumayo e' divide l'intero confine settentrionale con la Colombia.
Il tema della dissidenza delle Farc e' particolarmente caldo nella regione. Secondo un articolo pubblicato dalla rivista colombiana "Semana", gli ex guerriglieri starebbero cercando di ricostituire la banda armata. "Nel cuore della selva del Guaviare", provincia meridionale del paese, "si sta cucinando un piano per ricostruire le Farc", scrive il settimanale. Gener Garcia Molina, conosciuto col nomignolo di "John 40", Miguel Botache, "Gentil Duarte", ed Edgar Salgado, alias "Rodrigo Cadete", sarebbero al lavoro gia' da tre anni e mezzo raccogliendo fondi e battendo la provincia per reclutare nuova manovalanza. L'organizzazione avrebbe anche messo in agenda una data per la ricostituzione ufficiale del movimento. Secondo il comandante generale delle Forze armate colombiane, Alberto Jose' Mejia, al momento non esiste un piano per ricostituire le Farc nella loro versione originale di lotta politica, ma c'e' piuttosto il disegno di organizzarsi attorno al crimine e al traffico di stupefacenti.
I guerriglieri delle Farc che non hanno accettato di consegnare le armi in cambio di garanzie giuridiche e la possibilita' di partecipare alla vita politica e civile del paese, sarebbero almeno 1400 secondo le stime ufficiali, ma circa 4000 secondo alcune agenzie di intelligence internazionali. Il progetto attuale, scrive la testata, e' pero' quello di riunione almeno 8000 combattenti entro la fine del 2019. Il solo "Gentil Duarte", tra i primi a non siglare le intese di pace, disporrebbe di circa 250 uomini. Ma secondo l'indagine giornalistica solo 11 dei 29 gruppi di dissidenti avrebbe manifestato l'intenzione di ricostruire la banda. Per un'operazione di questo genere, segnala inoltre il reportage, servono abbondanti risorse che "John 40" potrebbe recuperare grazie a un incremento nella produzione e vendita della cocaina.
Tra i possibili interessati al progetto ci sarebbe anche Walter patricio Arizala Vernanza, conosciuto come "El Guacho", leader del fronte "Oliver Sinisterra", cui appartengono circa 50 elementi. A lui si devono alcune delle azioni criminali piu' clamorose degli ultimi tempi. Tra queste sequestro e la successiva uccisione di tre dipendenti della testata ecuadoriana "El Comercio", evento che ha fortemente condizionato l'agenda politica e strategica del paese andino. Oltre ad aver causato le dimissioni dei ministri dell'Interno e della Difesa, l'azione terroristica ha inoltre spinto il presidente Moreno a prendere una decisione dal forte valore simbolico e strategico: il 18 aprile Quito decideva infatti di non ospitare piu' i colloqui per un negoziato di pace tra il governo colombiano e l'Esercito di liberazione nazionale (Eln). Un gesto che traduceva la volonta' del suo governo di rompere con i gruppi armati che operano alla frontiera dei due paesi.
In un rapporto diffuso a meta' marzo dalla Fondazione Idee per la pace (Fip), si rivela che i dissidenti sono organizzati in 18 fronti sparsi sul territorio colombiano e alla frontiera con il Venezuela. I dati della Fip rivelano un fenomeno in preoccupante ascesa: nei primi tre mesi dell'anno i dissidenti avrebbero commesso 46 azioni violente, 38 in piu' di quelle compiute nello stesso periodo del 2017. Secondo Sergio Guarin, uno dei responsabili della Fondazione, i gradi intermedi della dissidenza hanno un grande ascendente sui "soldati semplici" delle Farc che non hanno consegnato le armi. Si tratta proprio di quei nomi gia' di seconda fila che non hanno preso parte alle trattative con Bogota' e che ora emergono in tutto il loro peso "rivoluzionario".
Il 24 novembre del 2016 il governo colombiano del presidente Juan Manuel Santos e l'ex guerriglia delle Farc firmavano l'accordo che metteva fine a una guerra interna durata oltre 50 anni. Avviati ufficialmente nel settembre del 2012, i negoziati hanno in primo luogo portato al disarmo dei ribelli e reso possibile la partecipazione dell'organizzazione alla vita politica del paese. Consegnate le armi a una missione delle Nazioni Unite, gli ex guerriglieri si sono radunati in campi di raccolta allestiti dal governo per ricevere una prima assistenza e poter essere identificati prima di abbandonare definitivamente la selva - per decenni loro teatro d'azione - e rientrare nella vita civile. Grazie agli accordi, l'ex guerriglia ha potuto organizzarsi in un partito politico che avra' la sua rappresentazione al parlamento colombiano. Alla fine di agosto si e' infatti celebrato il congresso fondativo del partito "Fuerza Alternativa Revolucionaria del Comun" (Forza alternativa rivoluzionaria del comune), sigla che conserva intatto l'acronimo Farc.
Il trattato di pace garantisce alla nuova formazione politica la possibilita' di presentare le sue liste alle elezioni e, per le prossime due legislature, di avere comunque assicurati cinque seggi alla Camera e cinque al Senato. L'attuale trattato di pace sostituisce quello bocciato dall'elettorato colombiano in un plebiscito convocato all'inizio di ottobre del 2016. I "no" ottennero poco piu' del 50 per cento dei voti e il testo fu sottoposto a una revisione che tenesse in conto le obiezioni dei contrari all'accordo, un fronte in cui tuttora spicca il nome dell'ex presidente Alvaro Uribe Velez. Prima di rituffarsi nelle trattative, nel dicembre del 2016, Santos veniva insignito del premio Nobel per la pace, riconoscimento agli sforzi comunque intrapresi per tentare una svolta storica nel paese. Il testo frutto della nuova mediazione non fu sottoposto a plebiscito, spiegava il governo, per evitare che una spaccatura nel paese potesse produrre danni maggiori dei benefici legati alla fine del conflitto.
 Il testo veniva quindi definitivamente ratificato il 29 e 30 novembre, da Senato e Camera. Di ispirazione marxista, le Farc sono state a lungo la principale organizzazione ribelle della Colombia. Le azioni terroristiche portate avanti nei decenni si sono spesso intrecciate con le azioni delle potenti reti del narcotraffico che imperversano nel paese. La sigla e' stata nella lista delle organizzazioni terroristiche straniere del Dipartimento di Stato Usa e in quella dell'Unione europea fino a settembre del 2016. Dal 2011 il gruppo e' guidato da Rodrigo Londono Echeverri, conosciuto con il nomignolo di "Timochenko". Questi e' anche il massimo dirigente delle nuove "Farc". 
(agenzia stampa Nova)
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS