Se nel 2019, prima della pandemia, a mettere come priorità la provenienza dei prodotti alimentari, e quindi dell'ortofrutta, era il 26% dei consumatori interpellati; un anno dopo, post lockdown,
la percentuale è salita al 49%. I dati, presentati da Ersilia Di Tullio di Nomisma durante un convegno di qualche settimana fa, mettono in luce quanto i timori sulla pandemia stiano influenzando anche le decisioni all'atto dell'acquisto. e chi commercia ortofrutta deve tenerne conto.
"Pure il tema dei prodotti sostenibili ha assunto maggiore importanza - ha detto Di Tullio - passando dal 22% al 42% delle preferenze. I prodotti che esprimono elementi salutistici sono preferiti oggi dal 38% dei consumatori, contro il 15% pre Covid".
Un altro aspetto da sottolineare, che troppo spesso gli stessi operatori ignorano o non sanno come 'spendersi', è quello della diminuzione dell'uso di fertilizzanti e agrofarmaci di sintesi. Nel decennio 2008 - 2010, l'uso di fungicidi è passato da 5,8 a 3,5 kg/ha di superficie trattabile, segnando un calo del 40%. Altrettanto vistosa la diminuzione dell'uso di insetticidi (-38%) e di erbicidi (-19%). Anche l'uso dei fertilizzanti è diminuito parecchio, circa il 17% (dati Istat elaborati da Nomisma).
Infine, il packaging: la tendenza è quella di non averne troppo (overpackaging) o, perlomeno, che sia riciclabile/compostabile.
(da FreshPlaza.it)
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