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 FRANCIA - FRANCIA - Ospedale condannato per accanimento terapeutico
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Notizia 
12 novembre 2009 12:28
 
A memoria di medici e giuristi, è un inedito: non era mai capitato che un ospedale venisse condannato per aver salvato una vita umana. Eppure è questa la decisione resa dal tribunale amministrativo di Nimes (Gard) il 2 giugno scorso contro il centro ospedaliero d'Orange (Vaucluse). Una sentenza passata in sordina, ma da studiare con attenzione dal momento che è in corso una perizia per valutare la somma di risarcimento dovuta a Michael e ai suoi genitori.
Il bambino nasce nel dicembre 2002 all'ospedale pubblico d'Orange. Quando la mamma chiede assistenza per partorire, i medici, occupati altrove, tardano ad arrivare. E comunque troppo tardi per rilevare un'anomalia nel ritmo cardiaco fetale. Quando Michael nasce è in stato di "morte apparente". E' senza reazioni, il suo cuore batte molto lentamente e il cervello non riceve sufficiente ossigeno. L'équipe medica fa di tutto per migliorare la situazione, ma invano. Venti minuti dopo il parto il ginecologo avverte i genitori che il bimbo è morto. Nel frattempo i tentativi di rianimarlo continuano, e dopo venti minuti di cure intensive il cuore riparte. Un'ostinazione che causa al bambino di sette anni un handicap fisico e mentale molto pesante. Non camminerà mai e la sua colonna vertebrale è imbrigliata in un guscio. "Rendiamoci conto: il suo cervello è stato privo d'ossigeno per almeno venti minuti", afferma l'avvocato di famiglia. E' proprio questa durata e la doppia affermazione dei medici -l'annuncio della morte e poi della vita- che i giudici hanno sanzionato. "I medici hanno mostrato un'ostinazione irragionevole", rispetto al codice di deontologia sanitaria, "costitutiva d'errore medico". In altre parole: si è trattato d'accanimento terapeutico.
La decisione del tribunale fa discutere, e alcuni temono che faccia giurisprudenza. L'ospedale non ricorrerà in appello. 
 
 
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