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 MONDO - MONDO - I pericoli dell'innalzamento dei mari
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Notizia 
17 agosto 2018 15:06
 
A causa dell’aumento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale, entro il 2100 le inondazioni costiere potrebbero colpire ogni anno fino a 3,65 milioni di persone in Europa, rispetto alle circa 102.000 di oggi. A dirlo sono lo studio “ Climatic and socioeconomic controls of future coastal flood risk in Europe” pubblicato su Nature Climate Change  e l’altra ricerca “ Global probabilistic projections of extreme sea levels show intensification of coastal flood hazard” pubblicata su Nature Communication da due team guidati da Michalis I. Vousdoukas e di cui fanno parte  Lorenzo Mentaschi, Francesco Dottori e Luc Feyen  (Joint European Research Centre – JRC, Commissione europea) Evangelos Voukouvalas  (Engineering Ingegneria Informatica- Roma), Alessandra Bianchi (Arcadia SIT, Vigevano), Martin Verlaan (TU Delft), Svetlana Jevrejeva (National Oceanography Centre UK) e Luke P. Jackson (Nuffield College – Oxford).
Il Jrc ricorda che «Un cittadino comunitario su tre vive entro 50 km dalla costa» e i due studi  illustrano sia come cambieranno i livelli massimi del mare globali nel corso dell’attuale secolo sia come l’aumento dei mari, insieme ai cambiamenti socioeconomici, influenzerà i danni provocati infuturo dalle inondazioni costiere.
Per condurre questi studi, gli scienziati hanno utilizzato il Large scale Integrated Sea-level and Coastal Assessment Tool (LISCoAsT), che fa parte del progetto PESETA, in cooperazione con il dipartimento per l’azione climatica della Commissione europea, e spiegano ancora: «LISCoAsT è uno strumento di valutazione dell’impatto delle inondazioni costiere che considera le dinamiche spaziali e temporali di tutte le principali componenti che contribuiscono alla gravità e all’impatto dell’inondazione. Questo include proiezioni delle dinamiche di esposizione, a griglia e i cambiamenti in tutti i componenti del livello massimo del mare, dal livello del mare, alle maree e alle mareggiate». Utilizzando il LISCoAsT, gli scienziati hanno condotto una valutazione accurata a livello globale su una scala di 100 metri, quanto un campo di calcio.
Entrambi gli studi prendono in considerazione uno scenario nel quale siano stati fatti degli sforzi moderati per mitigare il cambiamento climatico e uno scenario ‘business as usual’ ed è così che gli scienziati hanno riscontrato «Un rischio di inondazioni senza precedenti, a meno che non vengano adottate misure di adattamento tempestive».
Se l’Europa vuole mantenere i danni dovuti alle inondazioni costiere a un livello economicamente e socialmente sostenibile, devono essere costruite e rinforzate infrastrutture difensive in grado di resistere all’aumento dei livelli massimi del mare che andrà da 0,5 a 2,5 metri.
Al Jrc spiegano che «Il cambiamento climatico è il principale motore del previsto aumento dei costi derivanti dalle inondazioni costiere, con l’importanza dell’immigrazione costiera, dell’urbanizzazione e l’aumento dei valori delle attività che con il passare del tempo saranno in rapido declino». Si tratta di un grosso cambiamento rispetto alla situazione globale attuale,  dove il rischio costiero è stato guidato soprattutto dallo sviluppo socioeconomico costiero.
I ricercatori sottolineano che «L’innalzamento dei livelli massimi del mare è dovuto principalmente al crescente volume di acqua negli oceani, come risultato diretto dell’aumento delle temperature, un processo noto come espansione termica. Un altro importante fattore che contribuisce è la “perdita di massa di ghiaccio”: lo scioglimento dei ghiacci e le calotte glaciali in Groenlandia e in Antartide e l’innalzamento del livello del mare».
(Greenreport del 17/08/2018)
 
 
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