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 ITALIA - ITALIA - Processo Cucchi entra nel vivo
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12 gennaio 2018 7:25
 
Eì entrato nel vivo da subito, ieri, il processo scaturito dall'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano che nell'ottobre 2009 fu arrestato per droga e poi morì in ospedale una settimana dopo quelle manette. Il primo atto dibattimentale - al momento ancora parziale, visto che occorreranno ancora altre udienze - ha visto l'audizione del vicequestore Stefano Signoretti, oggi a capo della Squadra mobile di Venezia ma all'epoca dirigente della prima sezione della Squadra mobile di Roma e firmatario della maxi-informativa sulla vicenda. In Corte d'assise ci sono imputati cinque carabinieri. Si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco, tutti accusati di omicidio preterintenzionale (si tratta dei militari che la procura indica come coloro che arrestarono Cucchi); in più c'è il maresciallo Roberto Mandolini, che risponde dei reati di calunnia e falso, mentre lo stesso Tedesco, insieme con Vincenzo Nicolardi, di calunnia nei confronti di tre agenti della penitenziaria che furono processati per questa vicenda e poi assolti in maniera definitiva. Signoretti oggi ha solo iniziato la sua illustrazione dell' informativa nella quale è compendiata tutta l'attività investigativa. L'iniziale ricostruzione di tutte le fasi della vicenda (dalla fase dell'arresto di Cucchi al peregrinare nelle strutture ospedaliere, e fino al decesso nella struttura protetta dell'Ospedale Pertini) ha portato poi ai primi due 'punti focali': il mancato fotosegnalamento di Cucchi nel momento successivo all'arresto, e molte delle frasi intercettate tra gli odierni imputati e loro colleghi prima e dopo la loro audizione come persone informate dei fatti. "Tutti avevano preoccupazione di quanto era avvenuto al momento del mancato fotosegnalamento in modo ossessivo", ha detto Signoretti, e alcuni degli imputati volevano "concordare una versione dei fatti univoca da fornire all'Autorità giudiziaria". E poi: le dichiarazioni di due detenuti (dissero che "Cucchi sarebbe stato picchiato da due carabinieri in borghese alla presenza di un carabiniere in divisa") e quelle di due carabinieri - raccolte dal legale di parte civile - circa la responsabilità di alcuni rappresentanti dell'Arma. Il prossimo 8 febbraio la prosecuzione dell'esame. "Oggi si comincia a capire perfettamente tutto quello che è successo e la dimensione effettiva di quello che è accaduto realmente - ha commentato l'avvocato Fabio Anselmo, legale storico della famiglia Cucchi - Possiamo dire che questa seconda inchiesta è su un piano completamente diverso e il pm Giovanni Musarò sta dimostrando tutta la sua bravura e quella precisione che avevamo già percepito nella fase delle indagini. Onore al merito anche al vicequestore Signoretti; vorremmo che tutti i poliziotti fossero come lui".(ANSA). 
 
 
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