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 AUSTRALIA - AUSTRALIA - La Qantas invasa dalle gang dello spaccio di droga
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3 agosto 2021 8:28
 
Un colosso dei cieli finito al centro di un’inchiesta giornalistica portata avanti da “Nine” e “60 Minutes”, due testate secondo cui almeno 150 dipendenti Qantas sarebbero coinvolti nel crimine organizzato. L’accusa, che parla di elementi legati a “gang” di bikers coinvolti nel traffico di droga, sarebbe contenuta nel dossier di un’inchiesta dell’intelligence australiana classificata che tentava di risalire alle infiltrazioni della malavita organizzata per favorire e facilitare le attività illegali.
I media riferiscono che fonti ufficiali informate sui risultati dell’indagine non hanno potuto parlare pubblicamente “a causa di requisiti di riservatezza”, ma dal poco che filtra diversi soggetti segnalati alle forze dell’ordine come bikers,  starebbero attualmente lavorando alle operazioni di terra dell’aeroporto di Sydney, quartier generale della Qantas, con il compito di favorire l’importazione di sostanze stupefacenti.

Diversi esponenti politici hanno chiesto una “revisione urgente” della sicurezza negli aeroporti australiani: “La storia non raccontata del Covid-19 è che il crimine organizzato non solo si è adattato alla situazione, ma ha prosperato”.

In una nota ufficiale, la Qantas ha affermato di non essere stata al momento coinvolta e tantomeno informata dei fatti, giudicando i risultati dell’inchiesta giornalistica “inquietanti”.

“Nessuno finora ci ha avvisati dell’esistenza di un rapporto secondo cui 150 impiegati della Qantas avrebbero forti collegamenti con il crimine organizzato. E nessuno ha sollevato preoccupazioni circa i nostri processi di controllo - ha commentato Luke Bramah, Chief Security Officer del gruppo Qantas - se le preoccupazioni fossero confermate, sarà nostro impegno sostenere attivamente le indagini e assumere le misure più appropriate”.
La Qantas ricorda anche di essere l’unica compagnia aerea commerciale ad avere l’accreditamento “Trusted Trader” con l’Australian Border Force: significa che tutti i dipendenti coinvolti nel trasporto aereo internazionale devono superare un test di idoneità che include un controllo del loro passato. “Non abbiamo mai ricevuto dalla Border Force notizia che qualcuno dei nostri dipendenti non abbia risposto ai requisiti richiesti”.

Eppure, secondo i media australiani, diverse fonti ufficiali giudicate attendibili e informate dei fatti, insistono sulle indagini dell’intelligence australiana, che avrebbe trovato “un elevato grado di vulnerabilità nella sicurezza delle catene di approvvigionamento e delle infrastrutture critiche”.

Le accuse arrivano in un periodo difficile per il vettore nazionale australiano, colpito duramente dalla pandemia e costretto a tagliare migliaia di posti di lavoro nel tentativo di superare la crisi.
(Starmagazine)
 
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