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 ITALIA - ITALIA - Reddito di cittadinanza e navigator. Situazione e prospettive
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Notizia 
7 settembre 2020 10:47
 
La fase due del reddito di cittadinanza ha appena compiuto un anno. Quello che è successo in questi 365 giorni e quale impatto abbia avuto l’assunzione dei navigator sul mercato del lavoro, però, è difficile dirlo. Perché manca un sistema trasparente di raccolta dei dati. Ce lo confermano dal ministero del Lavoro: «A oggi non sono presenti open data sull’andamento della fase due del reddito di cittadinanza». Quello che si sa è che i rapporti di lavoro sottoscritti dopo la presentazione della domanda sono 196.046 su oltre 1 milione di beneficiari idonei (di cui 100.779 ancora attivi). Ma non si sa se i percettori abbiano trovato un lavoro grazie ai “patti” sottoscritti nei cpi o se il lavoro se lo siano trovati da soli. 
 
Ma quale flop? In un comunicato del 1 settembre, Mimmo Parisi, presidente di Anpal, dice: «Di fronte a questi numeri non si può negare che il reddito di cittadinanza abbia avuto un impatto positivo, anche grazie all’intervento diretto dei navigator». E in un’intervista a La Stampa sempre Parisi sostiene che il risultato è tutt’altro che modesto. 
Cercasi lavoro Ma ci si chiede pure quale sarà il futuro dei quasi 3mila (2.874) navigator, i cui contratti scadranno ad aprile 2021. Piero Fassino ha proposto addirittura di usarli per garantire l’avvio delle attività scolastiche. In sostanza, ha scritto il Foglio, se in origine il ruolo dei navigator era quello di trovare un’occupazione ai percettori del reddito di cittadinanza, ora ci si preoccupa di trovare qualcosa da far fare ai navigator. Nei prossimi mesi, però, si dovrà decidere cosa fare del reddito di cittadinanza (e dei navigator), come è scritto pure nel Programma nazionale di riforma. Ma per fare una valutazione seria, serviranno dati chiari e precisi.
 
La proposta Pietro Garibaldi su Lavoce.info propone di utilizzare i soldi europei del Next Generation Eu per creare un centro per l’impiego in ogni quartiere, come gli uffici postali. Qualunque disoccupato frequenterebbe il centro per essere profilato e formato, e lì troverebbe le informazioni sui posti vacanti adatti alle sue competenze. Al tempo stesso, ogni impresa dovrà contattare i futuri centri perché convinta di trovare il giusto lavoratore.

(da L'inkiesta del 07/09/2020)
 
 
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