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 EUROPA - EUROPA - Regno Unito - Dal sudore si rileva consumo di droghe o tumore
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Notizia 
15 agosto 2021 12:31
 
Da una goccia di sudore e' possibile identificare un criminale, diagnosticare un tumore o rivelare l'assunzione di droghe: le ultime scoperte tecnico-scientifiche consentono ormai di rivelare i segreti del nostro corpo, mettendo pero' a rischio le liberta' individuali. Lo riferisce il Guardian in una panoramica dei rapidi passi avanti compiuti dalla medicina forense, sia in termini di ricerche che di dispositivi tecnici a disposizione della scienza.
Porta di accesso alla complessa macchina umana, vera e propria password, sono le impronte digitali contenenti informazioni di natura organica e non organica. La Sheffield Hallam University, ad esempio, sta analizzando tutti gli elementi chimici veicolati dalle impronte, nello specifico le gocce di sudore fuoriuscite dai pori, a maggior ragione in una calda giornata estiva: e' un fluido corporeo che puo' fornire dati preziosi e precisi su nostro stato di salute e sui nostri vizi.
Usando la tecnica della spettrometria di massa, Simona Francese, scienziata forense dell'universita' britannica, e' riuscita ad estrarre una serie di informazioni dalle impronte digitali del giornalista del Guardian, trovando la prova del suo caffe' mattutino per la caffeina in circolazione nel sangue. Coinvolta in una indagine della polizia, dall'impronta di uno stalker lasciata sul davanzale di una finestra, Francese ha riscontrato l'assunzione di alcol e cocaina.
Ma dall'analisi del sudore non emergono solo le sostanze in grado di alterare la nostra mente: i ricercatori riescono ormai a stabilire il sesso e l'eta' biologica della persona, distinguere i vegani dai carnivori oppure la predilezione per il cibo speziato.
Il sudore contiene anche marcatori di malattie, ad esempio alcuni tipi di cancro, nonche' un pot-pourri di altre sostanze chimiche che alludono al nostro stato interiore, come gli ormoni dello stress. Le impronte digitali sono il piu' minuscolo 'contenitore' dei segni di sudore, invece presente in grande quantita' sulle nostre magliette, nei caschi da bici e moto oppure sugli attrezzi in palestra.

Nell'era della misurazione di molti dati personali, non sarebbe quindi cosi' complesso fare analizzare il nostro sudore per scoprirne di piu' sul funzionamento interiore del corpo umano. E' anche in questa prospettiva che ricerche ingegneristiche stanno progettando cerotti adesivi, che una volta integrati con l'elettronica possano catturare e analizzare il sudore, estraendo informazioni che potrebbero poi essere inviate agli smartphone. Una tecnologia che in futuro potrebbe essere integrata negli smartwatch, in grado di analizzare il sudore emerso dalla pelle a contatto con il dispositivo.
Tra le applicazioni potenzialmente utili, ad esempio, quella della misurazione del tasso di alcol attraverso l'analisi del sudore e l'invio di un messaggio che consigli - se fosse troppo alto - di prendere un taxi invece della propria macchina per tornare a casa.
Alcuni sviluppatori della patch del sudore ambiscono a misurare con precisione il glucosio grazie a questo nuovo mezzo, invece di affidarsi agli aghi, piu' invasivi.
Tuttavia e' un obiettivo impegnativo in quanto i batteri della pelle mangiano il glucosio non appena ne raggiunge la superficie, impedendo di fatto una misurazione precisa.

Un altro utilizzo potrebbe coinvolgere il mondo dello sport: in base ai livelli di acido lattico calcolati dall'analisi del sudore prodotto durante un allenamento, si potranno monitorare la loro efficacia sugli atleti e volendo migliorarne lo svolgimento. Oppure, durante un'importante partita in un gioco di squadra, un giocatore che rilascia nel sudore biomarcatori di stress o fatica potrebbe essere sostituito con un altro rimasto in panchina.

Tuttavia, il monitoraggio del sudore, come la maggior parte delle innovazioni tecnologiche, ha un potenziale anche pericoloso, con il rischio di entrare in conflitto con le liberta' civili individuali. Risalire ai segreti piu' intimi - e magari ignoti - di una persona con una semplice impronta digitale potrebbe essere utilizzato dalle compagnie di assicurazione oppure da un datore di lavoro e dalle forze dell'ordine, quindi portare ad una discriminazione in molti settori della vita pubblica. E' probabile che passino ancora molti anni prima che l'analisi chimica delle impronte digitali raggiunga il mainstream dell'analisi forense, ma bisogna riconoscere che nel caso di indagini criminali raccogliere l'impronta di un sospetto sarebbe decisamente molto piu' semplice che acquisire un campione di Dna ad esempio in un capello o su una tazza di caffe'.
Inoltre, vanno anche presi in considerazione i protocolli sulla privacy tecnologica. E' preoccupante pensare che i dati raccolti dai nostri smartphone o smartwatch dopo l'analisi del sudore da parte di un'apposita app possano essere hackerati e condivisi - consapevolmente o inconsapevolmente - con terze parti.
(AGI)
 
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