Le tensioni che il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha avuto con la Drug Control Administration (DEA) nel suo Paese non sono nuove; Nel momento e quando l'agenzia di stampa Reuters ha reso pubblica la dissoluzione di un'unità di intelligence dell'organizzazione nel paese centroamericano, il presidente lo ha celebrato e ha criticato l'operato degli elementi in territorio messicano. Il governo aveva sciolto l'unità d'élite da un anno fa, unità antidroga che l'agenzia aveva addestrato per combattere la criminalità organizzata per presunta "infiltrazione criminale".

L'annuncio è stato accompagnato da una rassicurazione da parte del presidente López Obrador in merito alla cooperazione che mantiene ancora "con le organizzazioni internazionali incaricate della sicurezza". Nelle ultime ore, uno dei più alti funzionari della DEA in Messico è stato discretamente licenziato per "contatto inappropriato" con gli avvocati dei narcotrafficanti, come afferma l'Associated Press. Si tratta di Nicholas Palmeri, che avrebbe socializzato e sarebbe anche andato in vacanza con i difensori che rappresentano diversi trafficanti di droga a Miami, cosa che ha portato al suo licenziamento dopo 14 mesi in una delle posizioni più importanti dell'organizzazione in Messico.

Secondo AP, questa posizione ha un alto potere all'interno della DEA, essendo il direttore regionale dell'agenzia antidroga il cui compito era quello di supervisionare dozzine di agenti in tutto il Messico, l'America centrale e il Canada. A questo proposito ha parlato con SEMANA Mike Vigil, un ex agente della DEA che ha lavorato per più di 30 anni per la US Drug Enforcement Agency e che ha lavorato come capo delle operazioni dell'agenzia.

Il presidente López Obrador ha iniziato a limitare le attività dell'FBI, della DEA e di altre agenzie che hanno uffici in Messico, limitando queste organizzazioni solo a uno scambio di informazioni, cosa che ha screditato il loro lavoro all'interno del Messico. L'ex agente ha anche fatto riferimento all'immagine della DEA dopo l'arrivo di Cienfuegos in Messico, assicurando che molti hanno descritto l'agenzia come un organizzazione corrotta, cosa che "non è vera" perché anche se "ci sono individui che sono tali, pochissimi sono stati coinvolti in atti di corruzione e di tutti gli elementi di cui disponiamo ce ne sono molti che fanno bene il proprio lavoro", ha sottolineato Vigil.

Secondo il quotidiano americano The Washington Post, l'organo di controllo interno del Dipartimento di giustizia ha affermato che ha scoperto che un direttore regionale della DEA ha utilizzato in modo improprio i fondi dell'agenzia per la sua festa di compleanno e per "articoli non consentiti" durante i viaggi dell'alto funzionario dell'agenzia. Non ha fornito dettagli, hanno detto i media americani. Anche uno di quegli avvocati, attuali ed ex funzionari statunitensi hanno identificato come David Macey, è stato anche coinvolto nell'indagine Palmeri, racconta AP. Il caso del generale Salvador Cienfuegos, il più alto comandante dell'esercito messicano ad essere accusato di traffico di droga e successivamente scagionato dal Messico, ha rivelato i rapporti tesi tra il governo di Andrés Manuel López Obrador e le agenzie di intelligence degli Stati Uniti, in particolare la DEA. Cienfuegos, un generale in pensione di 72 anni, è stato arrestato a Los Angeles nell'ottobre dello scorso anno accusato di legami con il cartello della droga messicano H2. Dopo un accordo con gli Stati Uniti, e grazie al fatto che López Obrador è stato direttamente coinvolto negli sforzi diplomatici per garantire il suo ritorno, il militare è stato assolto nel suo Paese perché i tribunali hanno ritenuto che non vi fossero prove a suo carico.

(Semana del 28/01/2023)

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