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SELEZIONE GENETICA: QUANDO E' NATURALE E' BUONA?
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Notizia 
16 maggio 2006 0:00
 

Alla cortese attenzione del direttore e del caporedattore di Libero

In merito all'intervento pubblicato a pag.14 "Anche il bimbo che non puo' avere il tumore e' selezione della specie" di Felice Achilli Clementina Isimbaldi e alla vicenda del bambino che nascera' in Gran Bretagna senza cancro alla retina dopo avere selezionato l'embrione sano.
Siamo certi della contrapposizione fra naturale-bene vs artificiale-male? Una domanda che credevamo senza senso dopo che l'uomo ha lasciato la caverna e la caccia e per sopravvivere si e' dotato di strumenti che, intervenendo proprio sulla natura, spesso la violenta e la stravolge per evitare che sia questa a danneggiare l'uomo. Che natura non sia sempre sinonimo d bonta' e' pleonastico sottolinearlo, basti pensare alle varie catastrofi naturali, non sempre aiutate dall'uomo negli effetti drammatici.
Eppure quando si parla della nascita sembra che la medicina non debba intervenire, che la conoscenza accumulata in tanti anni non possa essere utilizzata. Il peccato mortale sembra essere alla radice e a parte alcune religioni che intervengono stigmatizzando anche il rapporto sessuale non volto alla procreazione, la possibilita' che la fecondazione sia "artificiale" odora gia' di perversione.
Perche' se la natura ha inflitto ad un uomo o ad una donna una qualche impossibilita' a procreare l'uomo e la tecnica devono intervenire per andare contro natura? Tale riflesso non si avrebbe mai in nessun'altro caso in cui la medicina interviene per cercare di salvare una vita contro una qualsiasi malattia.
E se la fecondazione "artificiale" permette perfino di avere un figlio sano? Il riflesso e' quello di etichettarlo come eugenetica, selezione della specie. Si sono uccisi degli embrioni malati, o che potevano sviluppare una malattia, sostituendosi alla natura, oppure si e' permesso la nascita di un embrione sano? Una selezione realizzata dall'uomo siamo certi che spaventi piu' di quella realizzata dalla natura? Una regolamentazione dovrebbe cacciare i rischi che vietando una pratica si crei una sua realizzazione nella clandestinita'. E' anche nell'ultimo atto della nascita che si ripropone lo schema della natura buona: il parto. Il parto naturale, quello immerso nel dolore e' bene, quello sotto anestesia e' male. "Il dolore non e' un nemico, ma una guida", arriva a dire la nota ostetrica Ina May Gaskin nei giorni scorsi a Milano. Nessun dentista si sognerebbe mai di dire al proprio paziente una frase del genere durante un qualsiasi intervento. E allora per promuovere il parto naturale si paventano i rischi del ricorso eccessivo al parto cesareo, si nega l'informazione dell'esistenza del parto epidurale in anestesia locale, e si stigmatizza la donna che vuole sfuggire al precetto biblico di "partorirai con dolore" come una donna che programma il parto come fosse un appuntamento dall'estetista.
Mala tempora currunt.

on. Donatella Poretti, deputata Rosa nel Pugno
 
 
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