Le associazioni omosessuali belghe non hanno esultato per la decisione della Corte europea dei Diritti dell'uomo che, il 22 gennaio, ha condannato la Francia per aver rifiutato l'adozione a una lesbica. Le loro riserve si spiegano con un'evidenza: nel loro Paese, dove gli omosessuali hanno il diritto di sposarsi e anche di adottare (dal maggio 2006), nessuna coppia e' riuscita a far istituire un dossier d'adozione internazionale. Da parte francofona -la competenza e' regionale- sono state pronunciate quindici adozioni; ma si tratta unicamente di adozioni, da parte di uno dei partner, del bambino che il suo congiunto ha avuto da una relazione precedente. Nessuno di questi casi riguarda coppie lesbiche. Identica la situazione sul versante fiammingo. Le coppie omosessuali difficilmente accedono a bambini nati in Belgio: l'80% dei bambini adottabili e' figlio di ragazze d'origine turca o maghrebina che rifiutano l'adozione a omosessuali. In quanto alle adozioni internazionali, gli omosessuali si scontrano, dicono, con "un'opposizione attiva" delle autorita'. Il ministro competente Steven Vanackere smentisce, ma cerca comunque "altri canali" per consentire una migliore applicazione della legge. "La legge non e' che una scatola vuota", commenta il deputato regionale Jan Roegiers.