Potrebbe arrivare dalle cellule staminali pluripotenti indotte iPS - cellule adulte fatte regredire allo stato simil-embrionale - una speranza di cura per i bambini colpiti da una rara forma di anemia letale: l'anemia di Fanconi. A suggerirlo e' uno studio presentato oggi a Barcellona, in occasione del Congresso dell'European hematology association (Eha), in programma fino a domenica 13 giugno nella citta' spagnola.
Un gruppo di ricercatori, guidato da Juan Carlos Izpisua Belmonte del Salk Institute for biological studies di La Jolla (California), in collaborazione con il Centro di medicina rigenerativa di Barcellona, ha dimostrato che le cellule dei pazienti possono essere riprogrammate per produrre staminali sane. La malattia e' infatti determinata da un difetto genetico che viene trasmesso dai genitori. E le cellule bambine vengono usate proprio per correggere questo difetto. "Abbiamo dimostrato che cellule pluripotenti indotte con il difetto dell'anemia di Fanconi opportunamente 'corretto' possono produrre cellule del sangue libere dalla malattia", spiega Belmonte.
"Il nostro lavoro offre dunque la prova che le staminali pluripotenti indotte (iPS) possono essere usate per correggere i difetti genetici all'origine di malattie come questa", prosegue. Le cellule create con la tecnica descritta da Belmonte "non si distinguono dalle staminali embrionali e dalle cellule pluripotenti di persone sane", assicura lo specialista. E potrebbero aprire la strada a una terapia per questi bimbi, oggi condannati a morire prima di raggiungere i 20 anni.