"Colpo di coda da Dieselgate per Stellantis, ma questa volta le contestazioni arrivano da un gruppo di azionisti, che si sono decisi a intentare una class action contro il gruppo automobilistico perché, secondo la tesi propugnata, una presunta opacità informativa legata alla nota vicenda sui software per il controllo delle emissioni diesel avrebbe cagionato danni ai soci. Secondo documenti citati da Reuters, la fondazione no profit olandese Fiat Chrysler Investors Recovery Stichting accusa Fiat Chrysler (da tre anni confluita nel gruppo Stellantis) di non avere rivelato negli anni precedenti all'inchiesta sul Dieselgate (almeno dal 2014 al 2017) di avere installato software illegale sui suoi veicoli volto a coprire le emissioni", si legge su Il Sole 24 Ore. "I legali, dello studio Scott+Scott, hanno precisato che gli investitori potenzialmente idonei ad aderire alla richiesta erano coloro che hanno acquistato o detenuto azioni Fiat Chrysler a Piazza Affari da ottobre 2014 a maggio 2017", continua il giornale.
(agenzia Energia Oltre)
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