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 ITALIA - ITALIA - Unioni civili, Torino dice si'. Il Governo: minata l'unità nazionale, amore fra gay e' solo amicizia
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30 giugno 2010 16:24
 
La Città di Torino riconosce le unioni civili. La delibera, approvata ieri sera dalla Sala Rossa con 24 sì, tre no e quattro astensioni, autorizza d'ora in avanti gli impiegati dell'anagrafe a rilasciare un "attestato di famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo". Riguarderà anche scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione. La delibera ha avuto genesi di iniziativa popolare sottoscritta da 2.582 cittadini che l'hanno consegnata al presidente del consiglio comunale Giuseppe Castronovo nel febbraio del 2009, Prima del voto, l'aula ha dibattuto a lungo il tema e lunedì scorso l'aveva rinviato per mettere a punto alcuni emendamenti che nei giorni scorsi sono stati illustrati ai primi firmatari della sottoscrizione.

'Il Regolamento approvato dal Consiglio Comunale di Torino sulle unioni civili dimostra, ancora una volta, che non e' la Lega ma la sinistra a voler scardinare l'Unita' nazionale, rappresentata dalla Costituzione che pone in una posizione di preminenza, rispetto ai singoli e alle altre formazioni sociali, la famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio'. Lo dichiara in una nota il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Delega alle Politiche per la Famiglia, Carlo Giovanardi.
'Il Governo - avverte - non condivide queste fughe in avanti e mettera' al centro della seconda Conferenza nazionale sulla famiglia, che si terra' a novembre a Milano, proprio la necessita' di rafforzare e potenziare quell'elemento di coesione sociale che e' l'istituto familiare, cosi' come scolpito nella nostra Costituzione, laica e repubblicana.

Il ministro Giorgia Meloni, in una intervista alla Stampa, definisce inutile e sbagliato il riconoscimento delle coppie di fatto approvato a Torino, che permetterà al Comune di rilasciare un attestato di famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo e che servirà ad ottenere diritti e benefici che il Comune potrebbe approvare in futuro. "Il punto è - commenta il ministro della Gioventù - la disponibilità a riconoscere che delle persone si vogliono bene o hanno sentimenti. Ho amici che nutrono sentimenti di gran lunga più solidi di quelli di molte famiglie ma lo Stato non norma l'amicizia ma la famiglia. Mettiamola così: lo Stato ha risorse limitate e decide di riservare un trattamento di favore alla famiglia naturale che è quella che tiene in piedi l'organizzazione sociale e permette il raggiungimento di alcuni obiettivi come la prosecuzione della specie, la protezione degli anziani, l'educazione e altro ancora. La famiglia naturale è utile, anche se mi rendo conto che la parola non è molto felice. I vincoli semplicemente affettivi non lo sono". "Parlo di matrimonio - aggiunge -, di persone che si assumono la responsabilità di una famiglia e quindi possono avere diritto ai benefici che lo Stato prevede".
"Per le coppie omosessuali - prosegue Meloni - sono assolutamente contraria alla fecondazione o al fatto che abbiano figli. Lo dico a favore dei bambini perché hanno diritto di avere un padre ed una madre.
E' una questione di principi di riferimento. Se si vuole assistere un amico in ospedale basta modificare il codice civile non c'è bisogno di alcun riconoscimento". Una richiesta, aggiunge, che "nessuno ha mai chiesto in modo serio. Non è questo che interessa ma il riconoscimento, l'equiparazione". E conclude sulla decisione di Torino: "Se il Comune intende inserire le persone iscritte in questo registro nei servizi a cui possono accedere le famiglie naturali è sbagliato. Se non ha quest'intenzione è una norma ideologica di cui non c'era alcun bisogno. Serve a qualcosa un registro per certificare i propri sentimenti nei confronti di una persona?".

'La Delibera comunale sulle unioni di fatto ci lascia molto perplessi e amareggiati anche perche' qualcuno l'ha salutata come un traguardo di civilta' da accogliere con orgoglio quasi che la citta' di Torino debba presentarsi come campione che fa da apripista per una battaglia iniziata da anni e finalizzata ad emarginare passo dopo passo il nucleo essenziale della societa' qual'e' la famiglia fondata sul matrimonio'. E' quanto si legge in una nota diffusa oggi dall'arcidiocesi di Torino.
'Gia' nel Consiglio Permanente del marzo 2007 - ricorda il comunicato della Curia diocesana -, quando era in discussione in Italia la legalizzazione delle unioni di fatto, i Vescovi italiani avevano dichiarato che 'la Chiesa da sempre ha a cuore la famiglia e la sostiene con le sue cure e da sempre chiede che il legislatore la promuova e la difenda'. Essa infatti e' 'una risorsa insostituibile, tutelata dalla stessa Costituzione italiana (artt. 29 e 31)''.
La Curia torinese spiega di non condividere la recente delibera comunale 'in quanto va nella direzione di azioni tendenti a svalutare l'istituto della famiglia. Infatti si enfatizzano vincoli alternativi influendo cosi' su una formazione di mentalita' libertaria dove ognuno vorrebbe che ogni sua scelta di vita ottenesse comunque una legittimazione di copertura giuridica. In questo modo il Comune diventa uno strumento di scelte ideologiche'. 'Sarebbe bene - prosegue la nota -, seguendo la Costituzione italiana, che chi ha responsabilita' dedicasse il proprio impegno prioritario e le proprie risorse, anche economiche, alla famiglia, quella che con il vincolo matrimoniale garantisce l'unione degli sposi e l'equilibrio affettivo ed educativo dei figli'. Infatti, per la Chiesa torinese, 'siamo un paese in grave crisi demografica e una delle ragioni di questa situazione e' certamente l' annosa carenza legislativa a favore della famiglia sia a livello nazionale che locale'.
'Come Chiesa torinese - si conclude il testo - desideriamo ribadire il massimo rispetto nei confronti delle persone e delle loro scelte di vita, ma nello stesso tempo, in sintonia con il Magistero del Papa e dei Vescovi italiani, non ci stancheremo di proporre alle giovani generazioni il modello millenario di famiglia che Gesu' Cristo ha confermato come il progetto di Dio valido 'fin dal principio''.
 
 
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