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 U.E. - U.E. - Verso la class action europea
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12 aprile 2018 8:03
 
Sulla scia del clamoroso scandalo Volkwagen, la Commissione europea ha presentato stamani a Bruxelles un progetto di direttiva che dovrebbe dotare i consumatori di un nuovo strumento di ricorso collettivo dinanzi alla giustizia (noto con l'espressione inglese class action). L'iniziativa è lodevole, ma rischia di scontrarsi con le diverse legislazioni nazionali in un campo dove le gelosie degli stati membri sono forti e numerose.
«In Europa, i diritti dei consumatori esistono e sono sufficientemente forti. Mancano tuttavia strumenti per garantire l'applicazione di questi diritti», spiega la commissaria alla Giustizia Vera Jourová parlando a un gruppo di giornali europei, tra cui Il Sole 24 Ore. «Il ricorso collettivo esiste in alcuni paesi dell'Unione. Vogliamo ora offrire diritti e condizioni comparabili in tutti gli Stati membri, senza per questo modificare lo stato di cose a livello nazionale, quando questo esiste».
La proposta legislativa permetterà a tutti i consumatori di presentare una domanda collettiva di risarcimento-danni attraverso «una entità qualificata», secondo l'espressione usata dalla Commissione europea. Queste saranno associazioni di difesa dei consumatori, senza scopo di lucro e sotto il monitoraggio delle autorità pubbliche. A differenza che negli Stati Uniti, non potranno presentare ricorso collettivo le società legali: «Vogliamo promuovere la giustizia, non il business», ha detto la signora Jourová.
Nel contempo, l'iniziativa comunitaria, che dovrà essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento, prevede una armonizzazione delle sanzioni. La multa massima potrà essere pari al 4% del giro d'affari nel singolo stato della società responsabile del danno. I paesi membri potranno, se lo vorranno, introdurre ammende più elevate. Attualmente, la class action è presente solo in una manciata di paesi dell'Unione, tra cui l'Italia e alcuni paesi scandinavi.
La proposta legislativa giunge dopo che nel 2015 scoppiò lo scandalo Volkswagen. La società automobilistica tedesca ha ammesso di avere truccato il motore delle sue auto diesel al momento dei test di omologazione in modo da farlo risultare meno inquinante. Mentre negli Stati Uniti i comumatori americani con una class action hanno strappato generosi risarcimenti, nell'Unione ciò non è stato possibile per la mancanza di uno strumento comunitario.
La proposta presentata oggi aggiorna cinque diverse direttive, tra cui quella del 2009 relativa ai provvedimenti inibitori a tutela degli interessi dei consumatori. Responsabile di giudicare il caso oggetto di ricorso collettivo sarà tendenzialmente la magistratura del foro competente per la società coinvolta dalla vicenda. La sentenza dovrà poi essere riconosciuta negli altri stati membri. Nei singoli paesi, le autorità nazionali di difesa dei consumatori avranno il compito di coordinare l'azione collettiva in giustizia.
La signora Jourová è consapevole che in campo giudiziario la gelosia degli Stati è forte e che vi è il rischio di assistere a forme di protezionismo per difendere industrie nazionali oggetto di class action. «Spero – spiega la commissaria - che vi saranno forme di pressione reciproca e che la rete di autorità per la tutela dei consulatori lavoreranno insieme per proteggere i cittadini». Bruxelles ha ricevuto numerose lettere contrarie alla sua iniziativa da associazioni imprenditoriali e gruppi industriali.
Da segnalare infine che sempre oggi l'esecutivo comunitario ha proposta modifiche a una direttiva sulle pratiche commerciali ingiuste in modo da precisare che è illegale vendere prodotti «la cui composizione è sostanzialmente diversa da paese a paese (…), potenzialmente sviando i consumatori». L'iniziativa giunge dopo che negli anni scorsi alcuni paesi dell'Est hanno fatto notare che i prodotti in vendita da loro erano basati su ricette diverse rispetto ai prodotti commercializzati all'Ovest.
(da IlSole24Ore)
 
 
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