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Ceta. Parte l'accordo commerciate Ue/Canada
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Stati uniti d'europa di Redazione
21 settembre 2017 8:03
 
 Scatta oggi 21 settembre l'ora 'X' di quella che alcuni ritengono una grande opportunità per l'agroalimentare italiano mentre altri la denunciano come il 'cavallo di troia' del settore. Quasi azzeramento dei dazi doganali, riconoscimento per la prima volta di una quarantina di prodotti 'made in Italy' Igp e Dop, apertura alle importazioni di formaggi dove l'Italia è leader, semplificazione per l'esportazione di vini e liquori ma anche di pasta, biscotti, dolciumi, preparati come la salsa di pomodoro. E' quanto sta per diventare realtà con l'entrata in vigore provvisoria del Ceta, l'accordo di libero scambio Ue-Canada. A partire da ora crolleranno i costi per le esportazioni del 'made in Italy' in Canada, le quali nel 2015 hanno raggiunto quota di 5,1 miliardi complessivi, di cui 1,4 di servizi, 1 di macchinari, 286 milioni nel settore auto, 301 di calzature e abbigliamento con la pelletteria. E sul fronte agroalimentare circa un altro miliardo, con 528 milioni per i prodotti processati (secondo esportatore Ue), 40 per formaggi e latticini (primo esportatore Ue), 300 per i vini e 39 per acque minerali. Con il Ceta, i dazi nell'agroalimentare saranno tagliati del 90,9% per arrivare al 91,7% in un arco di 7 anni, e negli altri settori il taglio sarà del 98%. Non solo. Ottawa aumenterà di 18.500 tonnellate la quota di formaggi libera da dazi, che altrimenti sono del 227%. E ben 11 sono, tra l'altro, gli italiani (tra cui Parmigiano, Grana, Pecorino, Gorgonzola e Mozzarella di bufala) tra quelli che, con il Ceta, saranno per la prima volta tutelati in Canada, Paese storicamente contrario al sistema europeo. Tra i 39 prodotti Igp/Dop italiani sui 143 complessivi Ue della lista riconosciuta dal Ceta - che contiene quindi quasi un terzo di 'made in Italy - ci sono anche altre eccellenze come il prosciutto di Parma, il San Daniele, la bresaola della Valtellina ma anche l'aceto balsamico di Modena, l'arancia rossa di Sicilia e il pomodoro pachino. Il Ceta contiene poi disposizioni che rafforzeranno la tutela delle denominazioni dei vini e permetteranno di superare barriere tecniche all'export. L'Ue apre a sua volta alle carni canadesi, ma con contingenti limitati a dazio zero (50.000 tonnellate di manzo pari allo 0,6% dei consumi europei, e 75.000 per le carni suine pari allo 0,4%), e rigorosamente senza ormoni e in linea con le norme europee sanitarie. Il Ceta, ha sottolineato il ministro Maurizio Martina, "è una grande opportunità per le nostre produzioni di qualità che per la prima volta vengono tutelate nel mercato canadese". E anche per l'Aicig, l'associazione delle Igp, il risultato "basilare" dell'intesa commerciale è proprio "il riconoscimento da parte del Canada del principio delle denominazioni tutelate". Resta invece forte l'opposizione di Coldiretti - impegnata nella campagna #stopCETA insieme tra gli altri a Cgil, Arci, Adusbef, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori - secondo cui "è un regalo alle grandi lobby industriali dell'alimentare che colpisce il vero Made in Italy". Il Ceta, infatti, insiste Greenpeace, "dà alle multinazionali canadesi e Usa gli strumenti per minare le regole" Ue dell'agroalimentare.
(di Lucia Sali per agenzia stampa Ansa)
 
 
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