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La nuova Europa di Macron. Abbiamo fretta... ma e' cosi' per tutti, ed e' anche la nostra?
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Stati uniti d'europa di Vincenzo Donvito
27 settembre 2017 9:15
 
 “Abbiamo fretta, l’audacia e’ la nostra sola risposta”. In un discorso di un’ora e mezza, all’auditorium della Sorbonne, davanti a studenti francesi e di altri Paesi, il presidente francese Emmanuel Macron, martedi’ 26 settembre ha proposto una serie di iniziative per uscire dall’Europa “della glaciazione” e “restituirla al popolo”.
“L’Europa non ha scelta se vuole esistere a confronto con Cina e Usa, ma anche resistere all’oscurantismo che e’ portato dai partiti nazionalisti”. Macron vuole “un’Europa a piu’ velocita’, che e’ quando gia’ esiste, e non dobbiamo avere paura di dirlo”.
“Questa ambizione dobbiamo farla valere ora. E’ una nostra responsabilita’, per i nostri giovani, per l’Europa”.
Ecco le principali proposte
Sicurezza e difesa
Rafforzare l’Europa della difesa e della sicurezza creando:
- una forza comune d’intervento entro il 2020:
- un budget per la difesa comune ed una dottrina comune che ci faccia agire;
- un’accademia europea di informazione per assicurare la riconciliazione delle nostre capacita’ di informazione;
- una procura europea contro il terrorismo;
Poi, per gli aspetti ecologici: la creazione di una forza europea di protezione civile che metta insieme i mezzi di sicurezza e di intervento per dare una risposta alle catastrofi sempre meno naturali come terremoti e inondazioni.
Migrazioni
“La crisi migratoria e’ una sfida duratura. E noi siamo carenti di efficacia e di umanita”. Il presidente francese vorrebbe creare un ufficio europeo di asilo ed una polizia europea delle frontiere per controllare le stesse con efficacia e accogliere degnamente i rifugiati (…) e rimandare indietro quelli che non hanno i requisiti per fruire del diritto d’asilo. L’obiettivo e di accelerare ed armonizzare le procedure per realizzare dei dati interconnessi e dei documenti dì’identita’ biometrici sicuri. Inoltre la realizzazione di un programma europeo di formazione e integrazione per i rifugiati.
Economia e sociale
Creare una tassa sulle transazioni finanziarie, da dedicare interamente alle politiche di sviluppo. “Ci sono due Paesi in Europa che hanno una tassa sulle transazioni finanziarie, Francia e Gran Bretagna: Prendiamo questa tassa e generalizziamola a tutta l’Europa”.
Da qui al 2020 occorrerebbe creare delle imposte comuni sulle societa’, il cui pagamento darebbe diritto ai fondi strutturali. Quindi un salario minimo, adatto alla realta’ economica di ogni Paese e l’inquadramento della concorrenza attraverso livelli di quotizzazioni. Per restare concorrenti a livello mondiale:
- un budget piu’ forte nel cuore della zona euro, che permetta di finanziare investimenti comuni, con imposte legate a questo budget;
- un ministro delle finanze della zona euro;
- un controllo democratico.
Sviluppo durevole
Per la transizione energetica, occorre fissare un livello europeo per un prezzo giusto del carbone, in modo che gli scambi permettano di penalizzare le industrie inquinanti. Questo prezzo dovrebbe essere “sufficientemente alto”, tra i 25 e 30 euro per ogni tonnellata, al fine di incoraggiare la transizione ecologica. Inoltre ci vorrebbe una tassa sul carbone alle frontiere europee, che dovrebbe pesare sulle importazioni che provengono dalle industrie inquinanti, si’ da assicurare equita’ tra i produttori europei e la loro concorrenza.
Digitale e innovazione
La creazione di una agenzia europea per l’innovazione, in grado di finanziare in comune dei nuovi campi di ricerca, come l’intelligenza artificiale. Creare quindi in due anni una agenzia europea per l’innovazione, per metterci in posizione innovativa e non di seguire cio’ che di innovativo ci arriva da altre parti. Come modello Macron ha citato l’agenzia americana di ricerche militari DARPA, agenzia del dipartimento difesa degli Usa, incaricata della ricerca e dello sviluppo delle nuove tecnologie, che negli anni 70 e’ stata alla base della creazione di Internet. L’obiettivo e’ creare dei “campioni europei” nella transizione digitale. “Il mercato unico digitale e’ un’occasione da cogliere per proteggere i dati economici delle nostre imprese”. Inoltre vorrebbe tassare le imprese digitali tassandone il valore “la’ dove questo si crea” e regolamentare le grandi piattaforme.
Istituzioni e democrazia
“Dobbiamo rifondare il progetto europeo con il popolo”, facendo appello ad un “vasto dibattito sull’Europa nei Paesi che la sostengono. Un dibattito aperto, libero, trasparente ed europeo per offrire all’Europa un contenuto prima delle elezioni europee del 2019”. Quindi:
- rendere piu’ forte il Parlamento europeo con delle liste transnazionali, gia’ a partire dal 2019:
- far si’ che nel 2024 la meta’ del Parlamento europeo sia eletto su liste transnazionali;
- una Commissione europea di 15 membri.
Gioventu
“Ogni studente deve conoscere almeno due lingue europee entro il 2024, ed ogni giovane europeo dovrebbe trascorrere almeno sei mesi in un altro Paese europeo. “L’Europa multilingue e’ una chance”.
Ci vorrebbero poi delle universita’ europee, rete di universita’ che permettano di studiare all’estero e di seguire corsi in almeno due lingue.

Le nostre valutazioni
E’ evidente che questo e’ un canovaccio, su cui tutti gli interessati, istituzionali e non, hanno la possibilita’ di lavorare. Si tratta di capire, a questo punto, quale volonta’ manifesteranno i governi e le istituzioni dei Paesi membri; cioe’ se metteranno a disposizione dei cittadini gli strumenti necessari perche’ questa rinascita dal basso -come auspicata dal presidente Macron- sia tale: iniziative ad hoc, dibattiti, web, manifestazioni, etc. Cioe’: fondi per procedere in questo senso, soprattutto coinvolgendo direttamente i cittadini, perche’ agiscano in prima persona ed abbiano strumenti incisivi e validi di interlocuzione con le istituzionali nazionali e comunitarie.
Noi abbiamo dei dubbi che cio’ accada. Per svariati motivi, tra cui il principale e’ quello dell’accettazione condivisa della leadership francese, di fatto in sostituzione/supporto a quella unanimemente riconosciuta di quella tedesca. I nazionalismi sono delle brutte bestie per questo progetto e per la nostra vita in generale, e spesso albergano anche nei piu’ dichiarati europeisti.
Speriamo di sbagliarci. E in questo senso ci daremo molto da fare.

(ringraziamo, per gli estratti del discorso di Macron, il quotidiano Le Monde)
 
 
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