testata ADUC
Trattative per lo scambio di prigionieri. L’ira di Erdogan rischia di rovinare la Turchia
Scarica e stampa il PDF
Stati uniti d'europa di Redazione
1 agosto 2017 17:59
 
 Lunedì 5 giugno 2017 Gabriel [Ministro degli Esteri tedesco] incontra Erdogan nel palazzo presidenziale di Ankara. Un ultimo tentativo di allentare le relazioni che sono tese al limite della rottura. Gabriel affronta la questione dell’arresto di tedeschi in Turchia. “Da noi la magistratura è indipendente”, controbatte Erdogan. E poi porta in discussione le persone che si sono rifugiate in Germania. “Si tratta di gülenisti che erano coinvolti nel putsch. In 4.500 casi vi abbiamo consegnato i nomi. C’è un trattato di estradizione dei delinquenti. Perché offrite rifugio nel vostro paese a questa gente?” Al che Gabriel gli obietta il proprio argomento: “Da noi la magistratura è indipendente”. E qui Erdogan propone uno scambio: “Se voi estradate due generali, noi lasciamo liberi due tedeschi”. Questa occasione Gabriel non se la fa scappare: “Non avete appena detto che da voi la magistratura è indipendente”.
Tutti sanno che da molto tempo la magistratura, quando emette le sentenze, parla con la bocca di Erdogan. Diritto e giustizia sono agli ordini del palazzo, i prigionieri sono, per così dire, degli ostaggi
A chi ha visto il film di Spielberg “Il ponte delle spie” queste scene ricorderanno la guerra fredda. Purtroppo, anche 57 anni dopo, le trattative sullo scambio dei prigionieri sono all’ordine del giorno. Dalla mia fonte negli ambienti del ministero degli Esteri, che mi ha riferito il dialogo sopra ricordato, ho saputo che nell’incontro è stato fatto anche il mio nome.
A Erdogan non va a genio il fatto che dei dissidenti soggiornino in Germania. Le persone, che lui ha dichiarato terroristi, senza che ci sia stata una sentenza in tal senso, devono essere trattate da tutti gli altri allo stesso modo, cioè come terroristi. Se ciò non avviene, è la sua ira a governare al di là della ragione: accetta il fatto di essere escluso da tutto il mondo, di rovinare l’economia, e porta la Turchia al suicidio.
Quando la scorsa settimana vi furono a Istanbul dei mandati di arresto a carico di attivisti per i diritti umani, tra cui anche un cittadino tedesco, questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Per la prima volta Gabriel ha tirato in ballo provvedimenti economici. Ciò sarebbe un duro colpo per l’economia turca, il cui maggior partner per l’esportazione è la Germania.
Erdogan ha giudicato la dichiarazione di Gabriel una “tattica elettorale” ed è tornato a fare il mio nome a mo’ di esempio: “Se voi date premi ai terroristi, li fate parlare in organizzazioni statali e li ricevete nella residenza ufficiale del presidente federale, noi non possiamo starcene tranquillamente a guardare”.
Mentre la stampa vicina a Erdogan serve pitture di guerra contro la Germania, voci assennate danno questo ammonimento: “Si potrebbe arrivare a una crisi economica”. Due anni fa arrivarono in Turchia ancora 5,4 milioni di turisti tedeschi, l’anno passato solo 3,6 milioni e per l’anno in corso si fanno i conti con un ulteriore crollo. Si sa che gli impiegati di ditte tedesche in Turchia hanno già da tempo le valigie pronte. Qualche mese fa ho parlato con rappresentanti di alto livello di 60 imprese che investono in Turchia, i quali si mostrarono preoccupati e mi chiesero una valutazione della situazione.
“Non vi tirate indietro, ma mettete come condizione degli investimenti una magistratura indipendente”, ho raccomandato loro. “Senza giustizia non sono sicure né le libertà né gli investimenti”. La medesima giustizia la pretendevano anche i Centomila che di recente hanno marciato da Ankara a Istanbul. 

(Articolo di Can Dündar, pubblicato sul settimanale “Die Zeit” n. 31/2017 del 27 luglio 2017)
 
 
STATI UNITI D'EUROPA IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS